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‘Palla lunga e pedalare’, a volte funziona, ma a Firenze servono i giusti interpreti

‘Palla lunga e pedalare’, a volte funziona, ma a Firenze servono i giusti interpreti - immagine 1
Dove sbaglia o in cosa manca la Fiorentina di Palladino? Il punto a livello tattico
Matteo Torniai

Le prime uscite della nuova Fiorentina di Raffaele Palladino ci hanno sicuramente fatto capire, almeno sulla mappa teorica, il modo in cui l'allenatore ex Monza vuole impostare e creare il suo gioco. Il punto di riferimento dal quale si è partiti per ricostruire è il 3-4-2-1, modulo che in quel della Brianza ha dato e portato parecchie gioie.

Il ruolo che sposta gli equilibri è quello del cosiddetto 'sottopunta', o con Palladino meglio dire i due 'sottopunta'. Ruolo che ha il compito di creare, legare il gioco, nonché anche di allargarlo e di portarlo, a discrezione, verso il centro. Insomma, nel ruolo predestinato, almeno ad inizio stagione, a Gudmundsson e Colpani vige molta libertà, ma che però condiziona pesantemente il gioco della Fiorentina. 


Ieri anche lo stesso Palladino ha sottolineato la buona fattura dei primi venti minuti. Scambi veloci, gioco audace; la palla scorreva bene da sinistra a destra, ma quando arrivava (bene) nei piedi di Colpani (giocatore dal quale ci si aspetta più di tutti la giocata), è sempre mancata proprio la forza e il coraggio di tentare la giocata decisiva. Esito finale? Passaggio arretrato e via ad una nuova e lenta ricostruzione del gioco. Ecco forse dove veramente ieri è mancata la Fiorentina; tanta buona volontà, ma la qualità sulla trequarti è mancata notevolmente.

La costruzione è stata giusta, ma sono mancate le giocate dei singoli. Peccato che questo tipo di costruzione si sia visto solo per un piccolo spezzone di gara. Il resto della gara è stato caratterizzato dal classico scambio difensore-centrocampista "palla avanti-palla dietro" e lancio alla ricerca della profondità. La ricerca del famoso "spazio dietro la linea difensiva" è un tipo di gioco che premia solo se in campo vi sono i giusti interpreti con certe caratteristiche. Kean, sotto questo aspetto, è perfetto, come già dimostrato anche alla Juventus, ma ieri era stretto nella morsa del terzetto difensivo brianzolo. Ecco che accorciava e veniva a prendersi palla, subendo come visto durante la gara tanti falli (da Pablo Mari su tutti).

Con Kean chiuso e marcato in impostazione da una difesa intera, ecco che il "lancio lungo" vuole andare a premiare i due esterni: Colpani e Beltran, che però hanno caratteristiche opposte. Sono giocatori a cui serve la palla sui piedi. Beltran, per caratteristiche tecniche e fisiologiche e Colpani, invece, al momento non ha mai dimostrato grande forma fisica. Vedi anche lo stesso Ikonè, entrato con buon piglio, ma spesso cercato (soprattutto da Dodo) in profondità, caratteristica nella quale soffre maggiormente.

"Eh ma deve arrivare Gudmundsson". Al Genoa l'islandese era solito prendersi palla e portarla avanti grazie al suo estro e alla sua tecnica. Cercarlo con continui lanci lunghi sarebbe quasi come mortificare quelle che sono le sue caratteristiche. L'unico che può adattarsi a un gioco simili è Kouamè, ma parliamo di solo un calciatore in un intero pacchetto offensivo.

Purtroppo, la Fiorentina sta cercando di cambiare tutto e subito, ma la "squadra di Italiano" è stata costruita per far arrivare la palla sui piedi agli esterni, in modo da sfruttare le loro qualità tecniche (gli acquisti dei vari Ikonè e Beltran vanno in questa direzione). Palladino forse cerca altro, un gioco più profondo, verticale, assolutamente non sbagliato, ma per il quale servono i giusti interpreti. La Fiorentina sta volendo tutto e subito. Considerati anche i problemi difensivi, forse, oggi per limitare i danni tecnico-tattici, è meglio trovare una via di mezzo.

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