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L'editoriale

Ogni estate gli stessi obiettivi. Questo vuol dire non aver costruito

Matteo Magrini l'imbucata
Ogni estate, gli stessi obiettivi. Questo vuol dire non aver costruito, sperando che qualcosa cambi
Matteo Magrini

Punto, e a capo. Provate a chiudere gli occhi, e a ripensare agli ultimi tre anni e mezzo di mercato. Stagioni diverse, situazioni difficilmente paragonabili tra loro eppure, a pensarci bene (ma non ci vuole chissà quale sforzo in realtà) qualcosa in comune lo hanno. E pensare che in queste stagioni è successo di tutto e la Fiorentina, grazie al lavoro fatto sul campo, è quantomeno passata da essere una squadra che lottava per salvarsi ad una che si qualifica per l'Europa (seppur quella meno nobile), che disputa finali e che ambisce (parole della dirigenza) ad alzare ulteriormente l'asticella. Eppure (appunto) è come se nulla fosse cambiato.

Fil rouge

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E così torniamo al punto di partenza, e a quei tratti che legano tra loro le estati 2021/2022, 2022/2023, 2023/2024 e quella di oggi. Cosa cercava, tre anni fa, la Fiorentina. Si parlava di un rinforzo in porta, della necessità di mettere in mezzo al campo almeno un giocatore che davvero facesse la differenza e se possibile di affiancare a Vlahovic un altro paio di giocatori con qualche gol nelle gambe. Adesso, ci risiamo. Si è chiusa la stagione, e con lei il ciclo di Vincenzo Italiano, e i viola sono andati sul mercato praticamente con gli stessi, identici obiettivi di tre anni fa. Nel mezzo, tanto per stare ai ruoli di cui sopra, son passati i vari Cabral, Piatek, Jovic, Nzola, Beltran, Torreira, si è provato con Amrabat, Arthur, Ikonè, Brekalo e compagnia cantante. Passati e volati via quasi tutti (e chi è rimasto è tra i cedibili, escluso Beltran) senza lasciare niente di niente.


E allora eccola, la Fiorentina. Una formazione che in tre anni e mezzo ha sicuramente compiuto un salto di qualità rispetto alle stagioni precedenti (e avremmo anche voluto vedere) ma che, sul piano tecnico, non ha costruito praticamente nulla. Ed ecco quindi la ricerca (l'ennesima) di un nuovo portiere titolare, la caccia a centrocampisti forti, l'ennesimo tentativo con l'ennesimo centravanti. Ogni dodici mesi insomma, a Firenze si deve ricostruire da zero l'asse portante. Quello che, da che calcio è calcio, stabilisce gran parte della propria forza. E' un altro indizio, ma sinceramente non ne avevamo bisogno, della quasi totale assenza di programmazione che ha caratterizzato questa gestione. Mai uno sguardo rivolto  verso il futuro, mai un'idea che facesse intravedere un percorso ben preciso. Sempre e soltanto la gestione del “qui e ora”. Un prestito qua, un altro là, una scommessa oggi, un'altra domani. Difficile, così, pensare davvero di avvicinarsi a chi ti sta davanti.

Ciclo senza fine

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Per carità, se un anno ti va bene e azzecchi tutte le scelte puoi toglierti delle soddisfazioni. Se l'allenatore in panchina e i giocatori sul campo vanno oltre i propri limiti puoi provare a competere anche con chi è più forte di te. Ma poi? Sarai costretto a ripartire, ogni volta. E' questo, quello che manca a questa società. Una visione. E forse è per questo che non l'hanno mai spiegata a chiare lettere né alla stampa né ai tifosi. Qual è il “modello” che si ha in mente? Qual è la politica? Si punta sui giovani? Si vuol provare a costruire un “instant team” che dia l'assalto all'Europa che conta? Chissà. Forse, alla fine di questo mercato, qualcosa capiremo. Kean intanto è un investimento su un ragazzo ancora (abbastanza) giovane, Colpani idem (ma è solo in prestito e si rischia di ritrovarsi alle solite...), Tessmann è un altro calciatore che può avere delle prospettive, per  non parlare di Casadei. Per questo, quando mi dicono se mi accontenterei di una campagna acquisti di questo tipo, dico che “non mi dispiacerebbe”. Perché, se non altro, farebbe intravedere uno straccio di futuro.

Sia chiaro, ciò non significa che sarei felice. Al contrario. Avrei mille dubbi sull'effettivo rafforzamento della squadra (ma tenderei a pensare che al massimo resteremmo sul solito livello) e sulla possibilità di migliorare quanto fatto negli ultimi tre anni. Se non altro però, facendo un piccolo sforzo, potrei immaginarmi qualcosa che vada oltre l'immediato. Sperando, ovviamente, di non ritrovarsi qua, tra dodici mesi, a parlare di una Fiorentina alla ricerca di un portiere, di un centrocampista forte, di un centravanti e di altri calciatori con i gol nelle gambe....