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L’editoriale

Occasione Milan, le colpe di Commisso, il processo ai manager

Enzo Bucchioni
Enzo Bucchioni analizza il momento della Fiorentina aspettando il Milan sabato sera.

Enzo Bucchioni

Aspettando il Milan c’è solo da sperare che la vittoria di Verona abbia riportato serenità nello spogliatoio e una maggiore consapevolezza dei mezzi di questa squadra e di questi giocatori. 

Non voglio riparlare di ripartenza o di continuità, l’abbiamo scritto e sperato troppo volte in questa stagione ondivaga, ma nel momento cruciale dell’anno potrebbe anche succedere che arrivi un punto di equilibrio fra bel gioco e risultati. Che arrivino soprattutto stabilmente i gol, quelli che abbiamo aspettato per troppo tempo. 

Occasione Milan

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Posso aggiungere soltanto che il Milan è quasi un’occasione da sfruttare. E’ vero che i rossoneri si sono ritrovati, hanno recuperato equilibrio e energia cambiando modulo, ma anche smaltendo le fatiche mondiali di giocatori fondamentali come Teo e Giroud, ma la Fiorentina di fronte a certi avversari, in certe partite è solita esaltarsi. Vedremo.

Ho parlato non a caso di serenità ritrovata all’interno della società e della squadra dopo una sfida delicata come quella di Verona perché all’esterno i soliti noti, subdolamente, continuano a soffiare sul fuoco delle polemiche. Non li placa neppure un tre a zero netto e una buona prestazione. 

I “soliti noti”

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E’ ormai evidente da tempo che l’unico obiettivo che anima i “soliti noti” è la speranza di far saltare i nervi a Commisso con l’augurio che si levi di torno prima possibile. E allora avanti con le polemiche trasversali o sotterranee. Le analizzo in ordine sparso, lette e ascoltate qua e la, anche se sono sicuro che ai nostri attenti lettori non saranno sfuggite.

Comincio con Cabral. Quelli che hanno scritto le peggio cose e si auguravano che Cabral andasse a giocare nell’Osmannoro per certificare il fallimento del gruppo dirigente viola, dopo cinque gol in quattro partite sono andati direttamente sull’altra sponda. Ora sento parlare di resurrezione, di giocatore determinante, di una Fiorentina che deve ripartire dal brasiliano. Follia calcistica, ma un modo subdolo per indurre e sperare in quello che sarebbe l’ennesimo errore.

Un’analisi seria dovrebbe invece e soltanto rimarcare come il brasiliano sia tornato utile con la volontà, l’orgoglio e l’attaccamento alla maglia, applaudirlo senza però mai dimenticare i limiti che ha mostrato e sta mostrando anche ora, nonostante i gol. 

Immaginare e addirittura sperare in un futuro con Cabral centroavanti non è altro che una trappola nella quale si spera cadano i dirigenti viola per poi attaccarli ancora di più a mercato finito se non dovessero comprare davvero un attaccante. E’ chiaro che Cabral e Jovic, uno per un verso e uno per un altro, non possano essere il futuro. E’ normale sperare che da qui alla fine della stagione possano essere ancora più utili, ma comprare un centravanti vero sarà il tema dell’estate. Per i soliti noti no, loro vogliono Cabral…. 

La furbizia di Biraghi

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Passo a Biraghi. Ha fatto un gol da furbo, dimostrando di essere dentro la partita anche partendo dalla panchina, concentrato, di capire al volo cosa si deve fare. Sarebbe da elogiare perché la furbizia e la scaltrezza fanno parte del bagaglio di un atleta, di qualsiasi disciplina. Ovviamente quando non si bara, quando si rispettano le regole. 

La punizione di Verona era ultra regolare, ma per quelli che parlano di calcio senza sapere cos’è, Biraghi è stato scorretto, non ha fatto un bel gesto, non ha rispettato il fair play. Inaccettabile, ma fra gli avvelenatori di pozzi (ormai sono ben distinguibili, hanno da tempo la stessa casacca) tutto viene preso al balzo e a pretesto per turbare i giocatori e l’ambiente. Ammesso e non concesso che giocatori se li filino.

Italiano, il fenomeno

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Anche Italiano non è immune dalla sindrome del “tanto peggior tanto meglio”. I soliti continuano a dire e a scrivere che il male di questa Fiorentina è l’allenatore, testuale “che vuole fare il fenomeno cambiando sempre la formazione”. Non sanno quello che dicono, ovvio. All’inizio stagione il turn over era eccessivo e questo è vero, ma ormai da tempo, recuperati Nico e Mandragora, c’è una squadra base. Andate a vedere. Quando stanno bene o non sono squalificati, Terracciano, Dodo, Milenkovic, Igor, Biraghi, Bonaventura, Amrabat, Mandragora e Nico giocano praticamente sempre. Sono nove. I centroavanti li ha provati e ruotati, ovvio. Dicevamo che di due non se ne fa uno…Voi avreste messo uno dei due titolare fisso? Per l’altro ruolo da esterno se Sottil fosse stato disponibile, sarebbe stato un altro dei quasi sempre presenti. Dico quasi perché una squadra che gioca anche le coppe deve necessariamente fare turn over in due-tre elementi per distribuire le energie. E’ la logica del calcio di oggi, non di Italiano, ditelo ai fenomeni veri.

Le colpe di Commisso

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Passo a Rocco Commisso che ieri ha parlato di ricavi e di futuro in un evento pubblico. Ha detto per l’ennesima volta quello che già dicevano i Della Valle: con i ricavi bassi della Fiorentina è difficile crescere. Serviva lo stadio di proprietà, magari per tenerlo aperto a eventi vari per tutta la settimana, sicuramente per fare business come fanno le grandi d’Europa. A Rocco non l’hanno fatto fare quindi alzare i ricavi diventa difficile, anche se lui promette che ci proverà. Bene. Che succede? 

I soliti noti invece di attaccare Nardella al quale sono in genere molto legati e l’amministrazione che niente ha fatto per far fare lo stadio a Firenze e molto ha fatto per non farlo fare a Campi, cosa inventano? 

Cercano di far dire a Rocco che alzerà i ricavi andando stabilmente in Europa, cosa non semplice e non scontata. E’ ovvio che l’Europa (Champions in particolare) porti soldi, è un constatazione, ma Rocco non ha promesso nulla. Non è solito promettere. Non vende illusioni. Ha fatto una constatazione,  ha tracciato una strada ovvia che tutti conoscono: se vai in Champions guadagni. 

Ma i soliti noti (ammesso che abbiano ancora credibilità)  lo dicono e lo scrivono per far arrivare ai tifosi messaggi sbagliati e fra poco poter accendere i fuochi delle polemiche se in Europa la Fiorentina non dovesse arrivare.

Non basta. E’ curioso leggere e sentire attacchi sempre più pesanti agli uomini di Commisso. Non hanno il coraggio di prendersela con il Presidente e lo fanno con il suo entourage. Un classico di certi personaggi.

Il processo ai manager

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Barone e Pradè quest’anno hanno commesso errori, è evidente. Alcune cose sono riuscite discretamente, altre (il centroavanti) toppate, ma fa parte del gioco. Guardate il Milan con De Ketelaere, per dirne una. Cosa fare? Chiedere a Barone e Pradè di fare meglio è ovvio, ben sapendo però che non possono essere i soli responsabili. E’ tutta la società che deve crescere nello scouting, nella capacità di individuare prima e meglio i giocatori giusti. 

Chi scrive o dice certe cose sempre e solo contro i manager sa benissimo che è comunque Rocco a decidere, l’ultima parola è sempre la sua. Se ci sono responsabilità non si può non chiamare in causa il presidente, lo ha chiesto lui stesso. 

Ma no, meglio creare polemica, meglio cercare di far processare in piazza i manager, alzare i soliti polveroni per destabilizzare, ben sapendo che Joe Barone è un’espressione di Rocco e nel bene o nel male va accettato perché è il proprietario della Fiorentina che lo vuole. L’ho già scritto: come succedeva con Diego e Cognigni. 

Ma per alimentare la polemica va bene chiedere la testa di Barone con lo scopo di aizzare i tifosi.

Questo è il clima alimentato attorno alla Fiorentina anche dopo una partita vinta, forse fondamentale come quella di Verona. Alla vigilia della sfida con il Milan e di un importante quarto di finale di Conference League.

E meno male che si professano tifosi della Fiorentina, figuratevi se non lo fossero…  

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