Stesso discorso, più o meno, per Beltran. Esordio da titolare con il Lecce, e tante cose belle. Giocate di qualità, palloni distribuiti sugli esterni, combinazioni nello stretto, dribbling, pressing. Una prestazione che convinse quasi tutti a dire che si, la Fiorentina c'aveva visto giusto. Da quel momento però (e tranne qualche rarissimo rampo qua e là) il buio. In apparenza, un paradosso. Com'è possibile che entrambi abbiano dato il meglio all'esordio e che poi, invece che crescere, siano regrediti?
Le pressioni del Franchi
—La risposta, ci riporta al punto di partenza: “pressioni”. E' quella la parola chiave. Le partite passavano, i gol non arrivavano, su Nzola (soprattutto) iniziavano a cadere i primi mugugni. Roba normale, da queste parti. Perché Firenze è così: sa darti tutto, e anche di più, ma sa essere esigente come poche altre città. Per molti è un luogo comune, ma basta farsi due chiacchiere con qualche ex viola per farsi spiegare cosa significhi giocare in un Franchi “borbottante”. Certo, San Siro o il Bernabeu sono peggio (hanno fischiato gente come Seedorf e contestato squadre che vincevano ma non convincevano) ma giocare nella Fiorentina non è per tutti.
Il problema insomma è (molto) serio perché da ora in avanti (e fino a quando Nzola e Beltran non inizieranno a dare qualche risposta finalmente convincente) le pressioni sono destinate ad aumentare e se questi due non sono capaci di sopportarle i viola rischiano di continuare a giocare (di fatto) senza centravanti. Del resto basta guardarli, e analizzare le loro prestazioni, per capire quanto stiano soffrendo la situazione. Nzola ha lo sguardo perso e fatica a reggere qualsiasi tipo di contrasto mentre l'errore di Beltran davanti a Maignan si spiega solo con la mancanza di serenità e con l'ansia di chi, davanti al portiere, si fa prendere dall'agitazione. E poi quegli occhi, al momento della situazione. Se non era sull'orlo delle lacrime, ci mancava poco.
Il bastone di Italiano
—Come se ne esce, quindi? Italiano, dopo tanta carota, ha deciso di usare il bastone e dopo la gara col Milan è stato duro come mai prima. Probabilmente, lo stesso allenatore, ha deciso di metterli definitivamente alla prova. Adesso, per intendersi, o mai più. O dimostrano di avere il carattere per venir fuori dalla crisi o rischiano la bocciatura. E se per l'argentino non si può assolutamente pensare ad una cessione (sarebbe oggettivamente sbagliato rinunciare dopo soli sei mesi) per Nzola invece nessuno scenario (seppur difficile) sarebbe da escludere. E' il calcio, bellezza, e quando giochi per certi obiettivi non puoi permetterti di aspettare in eterno chi non si dimostra all'altezza.
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Fiorentina senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Violanews per scoprire tutte le news di giornata sui viola in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA