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L'imbucata

Nzola, Beltran: adesso o (forse) mai più

Magrini
Matteo Magrini analizza il percorso dei due centravanti viola che non sono stati finora all'altezza della situazione. Sapranno uscire dal tunnel?
Matteo Magrini

Tu chiamale, se vuoi, pressioni. Attese, aspettative ed entusiasmo che, se disattese, diventano macigni difficili da sopportare se non hai due spalle larghe “così”. Servono carattere e personalità, capacità di isolarsi da tutto ciò che viene dall'esterno e (magari) un pizzico di incoscienza. Tutte qualità che, almeno per il momento, M'Bala Nzola e Lucas Beltran stanno dimostrando di non avere nel proprio bagaglio. E così oggi, la Fiorentina si ritrova con due centravanti in crisi d'identità e persi dentro ad un tunnel del quale non si vede la fine.

Chi ben comincia...

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Eppure pensateci. L'inizio, per tutti e due, era stato incoraggiante. Prendiamo l'ex attaccante dello Spezia, e torniamo con la memoria al suo esordio. Una sfida, quella di Marassi, alla quale l'angolano si presentò con una condizione atletica precaria (era arrivato da poco a Firenze e la sua preparazione era stata a dir poco approssimativa) eppure, ad oggi, quella resta la sua miglior prestazione. Niente di eccezionale, per carità, però contro il Genoa fece intravedere tutto quello per cui Italiano aveva convinto i suoi dirigenti a portarlo in viola: attacco alla profondità, difesa del pallone, movimenti funzionali alle idee dell'allenatore, gioco con e per la squadra. In pochissime parole: quello che serviva.


Stesso discorso, più o meno, per Beltran. Esordio da titolare con il Lecce, e tante cose belle. Giocate di qualità, palloni distribuiti sugli esterni, combinazioni nello stretto, dribbling, pressing. Una prestazione che convinse quasi tutti a dire che si, la Fiorentina c'aveva visto giusto. Da quel momento però (e tranne qualche rarissimo rampo qua e là) il buio. In apparenza, un paradosso. Com'è possibile che entrambi abbiano dato il meglio all'esordio e che poi, invece che crescere, siano regrediti?

Le pressioni del Franchi

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La risposta, ci riporta al punto di partenza: “pressioni”. E' quella la parola chiave. Le partite passavano, i gol non arrivavano, su Nzola (soprattutto) iniziavano a cadere i primi mugugni. Roba normale, da queste parti. Perché Firenze è così: sa darti tutto, e anche di più, ma sa essere esigente come poche altre città. Per molti è un luogo comune, ma basta farsi due chiacchiere con qualche ex viola per farsi spiegare cosa significhi giocare in un Franchi “borbottante”. Certo, San Siro o il Bernabeu sono peggio (hanno fischiato gente come Seedorf e contestato squadre che vincevano ma non convincevano) ma giocare nella Fiorentina non è per tutti.

Il problema insomma è (molto) serio perché da ora in avanti (e fino a quando Nzola e Beltran non inizieranno a dare qualche risposta finalmente convincente) le pressioni sono destinate ad aumentare e se questi due non sono capaci di sopportarle i viola rischiano di continuare a giocare (di fatto) senza centravanti. Del resto basta guardarli, e analizzare le loro prestazioni, per capire quanto stiano soffrendo la situazione. Nzola ha lo sguardo perso e fatica a reggere qualsiasi tipo di contrasto mentre l'errore di Beltran davanti a Maignan si spiega solo con la mancanza di serenità e con l'ansia di chi, davanti al portiere, si fa prendere dall'agitazione. E poi quegli occhi, al momento della situazione. Se non era sull'orlo delle lacrime, ci mancava poco.

Il bastone di Italiano

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Come se ne esce, quindi? Italiano, dopo tanta carota, ha deciso di usare il bastone e dopo la gara col Milan è stato duro come mai prima. Probabilmente, lo stesso allenatore, ha deciso di metterli definitivamente alla prova. Adesso, per intendersi, o mai più. O dimostrano di avere il carattere per venir fuori dalla crisi o rischiano la bocciatura. E se per l'argentino non si può assolutamente pensare ad una cessione (sarebbe oggettivamente sbagliato rinunciare dopo soli sei mesi) per Nzola invece nessuno scenario (seppur difficile) sarebbe da escludere. E' il calcio, bellezza, e quando giochi per certi obiettivi non puoi permetterti di aspettare in eterno chi non si dimostra all'altezza.

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