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L'editoriale

Non è colpa solo della poca umiltà. La qualità e i gol dove sono?

Bologna Fiorentina
Sarebbe bastata un po' di qualità in più per battere un Bologna sì appiccicoso, ma sicuramente non eccelso. Il tasso tecnico viola, però, è tutto fuorché elevato

Stefano Niccoli

Uno scempio. Non può che esser definita così la sconfitta della Fiorentina contro il Bologna. Perdere ci può stare, ma non subendo due gol in contropiede a distanza di pochi minuti uno dall'altro. È vero, il raddoppio rossoblù poteva essere annullato (MOVIOLA), ma è l'atteggiamento dei gigliati a destare più di una preoccupazione (e il riferimento non è solo al derby dell'Appennino).

Daniele Pradè, inferocito con l'arbitro nel post gara, se l'è presa anche con la poca umiltà e grinta mostrate da Biraghi & co. al Dall'Ara. Tutto giusto. È necessario, però, aggiungere un ingrediente: la qualità. Non c'è dubbio che la Fiorentina pecchi su quest'aspetto. E non da oggi. Perché sarebbe bastata un po' di qualità in più per vincere la partita contro un avversario sì appiccicoso e rognoso, ma senza dubbio non eccelso (se non aveva mai vinto fino a ieri, un motivo ci sarà stato). Il gioco è lento e prevedibile. Amrabat sta disputando, fin qui, una stagione positiva, ma le verticalizzazioni e gli inserimenti nell'area avversaria non fanno parte del suo curriculum. Tutto il contrario di Torreira. La sua assenza si sta facendo sentire, così come quella di Nico Gonzalez, uno dei pochi, insieme a Sottil, a superare l'uomo e a garantire la superiorità numerica.

Non è colpa solo della poca umiltà. La qualità e i gol dove sono?- immagine 2

In difesa, invece, non c'è bisogno di qualità, ma di concretezza. Ciò che non ha avuto Igor in occasione dell'1-1 del Bologna. Non sarebbe stato meglio calciare la palla in tribuna anziché provare a stopparla, alla fine senza riuscirci? Fin troppo concreto lo è stato al momento dell'espulsione. Il brasiliano salterà la gara contro il Verona. Non ci sarà nemmeno l'infortunato Milenkovic. E allora è impossibile non chiamare in causa il mercato. Perché non acquistare almeno un altro centrale? Pradè ha detto che Ranieri ha sempre fattoparte del progetto, ma francamente non ce n'eravamo resi conto viste le sue assenze a Moena e in Austria.

Torniamo alla qualità. Capitolo attacco. Il Bologna, bravo a sfruttare le disattenzioni della difesa viola, ha vinto perché ha un centravanti vero come Arnautovic. L'austriaco viaggia a quasi una rete a partita in una squadra che non crea certamente dozzine e dozzine di palle gol. In casa Fiorentina, invece, Jovic dov'è? Anche al Dall'Ara solita prova sottotono. Il serbo corre e duetta poco con i compagni, fatica tremendamente a garantire la profondità e, soprattutto, non segna. Non proprio un dettaglio. Aggiungiamoci le difficoltà di Cabral e la frittata è fatta. Inutile girarci intorno: se la Fiorentina ha conquistato un posto in Europa dopo cinque anni, deve ringraziare Vlahovic. Dopo di lui, il buio totale. Ovviamente speriamo di essere smentiti già a partire dall'insidiosa gara di giovedì a Istambul. Alla fine la qualità paga (quasi) sempre. E purtroppo il tasso tecnico della prima Fiorentina 2022-23 è tutto fuorché eccelso.

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