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L'editoriale del giovedì

Nico, che rabbia! Ma adesso va protetto. Arbitri, giusto chiedere rispetto

Enzo Bucchioni
Nico Gonzalez, il "malato immaginario" da dichiarare incedibile. Ma vale 27 milioni? L'analisi di Enzo Bucchioni per VN

Enzo Bucchioni

Vedere Nico Gonzalez calciare il pallone e giocare fa pensare che l’argentino prima di andare in Qatar abbia fatto un passo a Lourdes per sentire la voce di qualcuno che gli ha detto “alzati e cammina”. Fatto. Ora riesce addirittura a correre, siamo oltre il miracolo. La vicenda, ovvio, ispira la battuta e lo scherzo e per molti versi rasenta il ridicolo. E’ anche vero che la Fiorentina è in buona compagnia, diversi altri giocatori e non solo argentini, negli ultimi mesi si sono messi in Mutua accusando una strana sindrome da mundial, ma non è certamente un bel vedere e un sintomo di quella richiesta professionalità che i giocatori spesso sbandierano.

I tifosi incazzati

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I tifosi sono giustamente incazzati, mi scuso ma il termine rende bene l’idea. Anche la società, per quanto ne sappiamo, non ha preso benissimo questi mesi con un Gonzalez battente bandiera panamense invece che quella viola. La leggenda narra anche di alcuni faccia a faccia piuttosto vivaci che ci sarebbero stati fra i dirigenti che chiedevano spiegazioni e il giocatore che faticava a darle. Il tutto ripensando a Molière e al suo malato immaginario.

Joe Barone domenica scorsa non le ha certamente mandato a dire, ma questo non significa che Nico non sia un patrimonio della Fiorentina, pagato 27 milioni, come nessun altro nella storia viola. E’ chiaro che in questo momento, ragionando di pancia, pensando alle tante assenze e ai pochi minuti giocati, alle trasferte con l’Argentina e adesso al viaggio mondiale in Qatar un po’ di rabbia viene. A noi umani verrebbe anche voglia di andare oltre pensando ai soldi che guadagna (2,5 milioni), al mancato rispetto per il suo lavoro e per i compagni. Situazioni che ricordano molto, appunto, quelle della Mutua degli anni sessanta-settanta, dei film di Sordi e delle visite fiscali.

Qualche tifoso (parecchi, anzi) è andato oltre sui social, ma non soltanto. E i tifosi vanno capiti. Però il calcio ha delle regole che vanno rispettate, ragionare di pancia non va mai benee ogni decisione deve essere fredda e calcolata. Cosa fare con Nico Gonzalez dopo questo periodo-no e la stagione scorsa dalla quale comunque ci si aspettava di più? Non c’è una ricetta, non si può decidere oggi, servono due cose: ragionamento e attesa. Alla società in questo momento conviene dire solo una cosa “è un nostro giocatore importante, forse il più importante” e ancora “Ci teniamo molto, spero che si ritrovi al Mondiale”, infine “il mondiale potrebbe restituirci un grande giocatore per la seconda parte del campionato”. Fine.

Niente ripicche

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Non ci può essere spazio per ripicche, vendette o permali proprio perché Nico è un grande patrimonio della società e come tale va tutelato. Tornando alle cose da dire, andrebbe sempre sottolineato che “Nico è incedibile”. Che poi sia il pensiero reale o meno, questo è un altro discorso. I prossimi due mesi dovranno accompagnare Nico nella positività sperando naturalmente che al mondiale faccia davvero bene, che segni tanti gol, magari che lo vinca. Augurarsi il contrario vuol dire non fare e non volere il bene della Fiorentina.

Solo con un Nico recuperato ad alto livello la Fiorentina potrà decidere il futuro del giocatore per il meglio, valutando quelli che sono stati il rendimento, il comportamento e i rapporti. A quel punto se la Fiorentina e Nico decideranno di proseguire assieme e in armonia, Italiano si ritroverà un giocatore in più di alto livello, uno che può fare la differenza. Se invece quello che è successo negli ultimi mesi dovesse essere un ostacolo nel rapporto, si potrebbero anche ascoltare delle proposte se dopo il grande mondiale che ci auguriamo Nico trovasse degli estimatori pronti. La Fiorentina dovrà prepararsi a tutte le ipotesi e soluzioni.

Vendono anche Nico?

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Ho sentito e letto commenti del tipo “ecco, così dopo Chiesa e Vlahovic si vendono anche Nico”, ma secondo me è una sintesi sbagliata. Questa è una situazione diversa, è chiaro che nel caso in cui la Fiorentina volesse ascoltare eventuali richieste dovrà farlo ben sapendo dove e come andare a reinvestire i soldi spesi. Dovrà essere preparatissima per evitare l’acquisto un po’ frettoloso di Cabral del gennaio scorso e anche la fatica di Ikonè che sta crescendo solo ora. Servirebbero dei giocatori pronti subito, di alto profilo, ma questo la Fiorentina lo sa. Stiamo, naturalmente, ragionando per ipotesi dopo i tre mesi difficili e urticanti di Nico Gonzalez. Oggi come oggi la Fiorentina non ha deciso nulla, Nico è un giocatore sul quale la Viola conta e la situazione sarà monitorata e analizzata strada facendo. Non può essere altrimenti.

Dire oggi che la Fiorentina venderà Nico a gennaio è sbagliato, al massimo si può arrivare a pensare che se dovesse arrivare qualcuno per offrire la cifra investita l’anno corso, una riflessione sarà fatta. E se ragioniamo senza pregiudizi e senza farci prendere dall’idea che Rocco potrebbe voler far soldi a danno della Fiorentina, vendere Nico per recuperare i soldi spesi e poi reinvestire potrebbe essere giusto. Fatevi questa domanda: da quando è arrivato Nico Gonzalez ha reso in gol e prestazioni da giocatore pagato 27 milioni? In assoluto, con serenità, non si può che rispondere no. E allora pensare a recuperare quei soldi per andare a comprare qualcuno che davvero possa essere determinante, in teoria non sarebbe un’idea sbagliata. Faccio anche dei nomi. Sarà un mio pallino ma Berardi lo prendo ancora oggi, naturalmente a patto che abbia perfettamente recuperato dall’infortunio. La sua incidenza in termini di gol e assist è troppo più alta di quella di Nico. Ha quattro anni di più, forse questo è il problema. Ma sono tutti ragionamenti teorici in attesa del Qatar, con un po’ di cattivo addosso per questi mesi di Nico immaginario, sperando in un grande mondiale. Non c’è altra strada: pragmatismo.

Incontro Barone-Gravina

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A proposito di pragmatismo, bene ha fatto Joe Barone a incontrare Gravina per capire se c’è qualcuno che rema contro la Fiorentina e per domandare sul come mai tanti errori arbitrali ai danni dei viola. Incontro senza riflettori, basso profilo: si fa così. Non so cosa otterrà, ma far capire che la Fiorentina va rispettata è sempre cosa buona e giusta. Commisso e Barone sono sicuramente scomodi per le idee che portano avanti e le riforme del calcio che vorrebbero attuare, per le regole non uguali per tutti da aggiustare, ma questo non vuol dire che debba essere penalizzata la squadra da arbitri fuori forma, poco attenti o proprio scarsi. Giustamente la Fiorentina chiede il rispetto dovuto, ma cosa bolle nella famosa pentola del calcio lo capiremo soltanto nelle prossime settimane.

Lo scandalo D'Onofrio

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Intanto è in atto il vergognoso tentativo di derubricare lo scandalo D’Onofrio a “pecora nera”. Non è così. Il procuratore arbitrale Rosario D’Onofrio, capo della procura, arrestato nei giorni scorsi per traffico internazionale di droga, dovrà portare al commissariamento dell’Aia. Gravina non può pensare di cavarsela riportando la procura arbitrale sotto il controllo della Federcalcio. D’Onofrio era stato già arrestato nel 2020 e durante il periodo di arresti domiciliari e libertà vigilata è stato addirittura promosso capo della Procura e l’estate scorsa premiato come miglior dirigente dell’anno. L’Aia non poteva non sapere e se certe persone sono manager importanti del calcio tutto il sistema deve fare una riflessione. Commissariare e ripulire a fondo l’Aia cambiando tutti i quadri è un atto dovuto anche per tutti gli arbitri onesti che ogni domenica fischiano in Italia la cui immagine deve essere tutelata con azioni forti.

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