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La suggestione

Nel segno di “Zorro” Fonseca: Callejon può fare il Pedrito?

Paolo Poggianti

Il sistema di gioco integralista di Paulo Fonseca, accostato alla panchina della Fiorentina, potrebbe rigenerare Callejon? Con Pedro...

La storia è vecchia e probabilmente nota ai più, ma ora che il nome di Paulo Fonseca viene accostato con forza alla panchina viola, torna di attualità. Il tecnico portoghese venne accolto in Italia due anni fa con il soprannome di "Zorro". Colpa - o merito - di uno sketch andato in scena in una conferenza stampa ai tempi in cui sedeva sulla panchina dello Shakhtar Donestsk. Una scommessa con i giornalisti, legata alla proibitiva partita di Champions League con il Manchester City. Siamo a dicembre 2017 e la compagine ucraina riesce nell'impresa: vince 2-1 coi citizens di Pep Guardiola. Ed è così che pagando pegno, il lusitano si presenta mascherato di fronte ai giornalisti, divenendo "Don Paulo de la Vega". Breve excursus che ci consente di ricollegarci al presente che racconta di un Fonseca al passo d'addio con la squadra della capitale. La proprietà americana della Roma - non è un segreto - ha scelto di sostituirlo con il più quotato connazionale Josè Mourinho.

Lasciare il segno

Eppure Zorro lascia la capitale da vero signore, in punta di piedi. Negli ultimi due anni è riuscito a lasciare il proprio segno nell'esperienza a tinte giallorosse. Quantomeno nell'idea di gioco portata avanti nel suo quotidiano lavoro a "Trigoria". Un'ortodossia considerata un limite dai suoi detrattori, ma che è anche un forte segno distintivo. Idee ed obiettivi chiari, non sempre supportati dai risultati sul campo, ma che hanno permesso alla Roma di esprimere un calcio offensivo, molto europeo. Lo testimonia il grande percorso affrontato in Europa League, conclusosi ad un passo dalla finale, per mano del Manchester United.

Croce e delizia

Il 3-4-2-1 si è rivelato "croce e delizia" della sua che ha permesso a calciatori non più giovanissimi di esaltarsi dietro l'unica punta, uno fra Dzeko e Mayoral. Giocatori come Mkhitarian e Pedro, hanno riscoperto capacità realizzative che sembravano aver perduto con l'avanzare dell'età. In particolare l'armeno, vera arma in più sulla trequarti, ma anche il classe '87 Pedrito. Coetaneo e connazionale di Callejon, l'ex Chelsea e Barcellona non è sempre stato in copertina con Fonseca, ma da esterno offensivo ha visto spostare il suo raggio d'azione nella zona centrale del campo. Il suo ruolino stagionale parla di 6 reti e 7 assist, nelle 39 presenze messe insieme in tutte le competizioni. Che Josè Maria Callejon, dopo un'annata ectoplasmatica, possa ripercorrere lo stesso percorso in viola? Volpe, questo il significato letterale di Zorro in spagnolo. Non sappiamo dire se alla Fiorentina serva l'astuzia come dote principale da ricercare nel nuovo tecnico; certo è che, dopo anni di vacche magre e pochezza tecnica, una ventata di novità non guasterebbe. Vedremo nei prossimi giorni, con il valzer delle panchine destinato ad infiammarsi. E nella storia c'è spazio anche per il cameo del sergente Garcia...