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Mercato in chiusura: dal difensore al caso-Amrabat. L’importanza della Conference

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I due punti persi amaramente contro il Lecce sono ormai il passato, adesso i gigliati devono pensare assolutamente a battere il Rapid Vienna: è il primo fondamentale bivio della stagione
Enzo Bucchioni Editorialista 

Quattro giorni per completare un buon lavoro: il mercato chiude venerdì sera e fra Amrabat, Mister X in difesa, Vranckx, Jovic e Kokorin, ma anche Sottil e forse Sabiri c’è ancora tanta ebollizione. Comincio dal difensore centrale mancino, un vecchio tema, ma sempre d’attualità. Credo che debba essere l’ultimo sforzo, il completamento di un disegno. E’ evidente da tempo che sia una criticità, che il ruolo non sia coperto con le soluzioni ideali che in tutti gli altri reparti la Fiorentina ha. La difesa viola ha bisogno di un giocatore rapido e tatticamente intelligente e lo diciamo da tanto tempo senza nulla togliere a Martinez Quarta che è un ottimo difensore, ma poco adatto al calcio di Italiano. L’argentino è forte fisicamente, un istintivo, da marcatura a uomo, fa fatica a giocare da reparto e con il reparto, a tenere la posizione. La difesa perde spesso compattezza. La Fiorentina aveva in mano Josip Sutalo poi, lo sapete, s’è scatenata un’asta e certi comportamenti non piacciono ai dirigenti viola ed è stato mollato. Serve un giocatore con quelle caratteristiche e anche loro lo sanno bene. Si aspetta l’uscita di Quarta, il Betis Siviglia deve sostituire l’ex laziale Luiz Felipe che ha finalmente chiuso il suo accordo per andare nei Paesi Arabi, la trattativa va avanti e questa è una condizione fondamentale per portare a casa un centrale ideale. Si lavora sottotraccia, la Fiorentina è stata bravissima per tutto il mercato a non far trapelare nomi se non in dirittura d’arrivo. Ma al di là degli scoop, l’importante è che sia stato individuato un difensore con le caratteristiche delle quali si parla dalla ormai nota riunione del 10 giugno durante la quale furono gettate le basi di un mercato che poi è stato fatto davvero al novanta per cento secondo i piani. Manca il difensore mancino, appunto. Sicuramente Mina, ancora fuori condizione, una mano la darà in termini di fisicità e anche gol su palla inattiva (ne ha sempre fatti tanti), ma non ha quelle caratteristiche. Ranieri è cresciuto, è affidabile, ma il quarto difensore deve essere diverso da Quarta. Concetto che mi sembra chiaro. Non sarà facile trovare un giocatore così, ma la Fiorentina ci proverà fino all’ultimo.

Chi può (e deve) partire

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Come non sarà facile trovare una soluzione per Amrabat, l’altra vicenda che tiene in ostaggio un po’ tutti. Il giocatore non è stato convocato perché ha la testa altrove, ma sanno benissimo da mesi, lui e il suo entourage, che la Fiorentina ha dato il via libera a patto di non rimetterci un euro sul cartellino pagato quasi 27 milioni con i bonus. Il gioco del Manchester e di altre società interessate è quello di arrivare il più possibile vicino alla chiusura del mercato con la convinzione che la Fiorentina mollerà per togliersi una grana, ma non succederà. Se Amrabat non dovesse trovare una società disposta a pagare questa cifra, la Fiorentina sarebbe ben contenta di tenersi il centrocampista marocchino, magari rinnovando l’opzione unilaterale fino al 2025. Una mediana Amrabat-Arthur sarebbe di altissimo livello. Ma aspettiamo, lo scenario è aperto e il fratello di Amrabat, procuratore ed entourage, sono ancora convinti di poter trovare una soluzione. Nel frattempo la questione turba lo spogliatoio, crea problemi, come li crea la posizione di Jovic o quella di Kokorin. Uno spogliatoio è sempre condizionato dal mercato, i giocatori in cerca di un futuro minano le certezze e la serenità. E’ fuori dubbio. E una valutazione andrà fatta anche per Sottil che sta facendo fatica a trovare una dimensione e forse sarebbe meglio per lui trovare una soluzione per farlo giocare titolare. Probabilmente anche per Sabiri. Barak è tornato in gruppo, Ikonè sta recuperando, fra qualche tempo anche Castrovilli tornerà a disposizione e una rosa troppo vasta non è mai un bene per l’allenatore. A questo proposito diventa fondamentale passare il preliminare di Conference. Questa squadra è stata costruita pensando al doppio impegno, non voglio neppure pensare a situazioni diverse. Sarebbe complicatissimo gestire una rosa come questa, di quantità e qualità, per una sola partita a settimana. Ai nomi già fatti c’è da aggiungere il belga Vranckx, 21 anni, giocatore interessante e di grande prospettiva. Da quando qualcuno ha soffiato il nome, il prezzo è lievitato, le commissioni pure, ci sono state interferenze di mercato, e un accordo che qualcuno aveva dato per fatto è diventato più difficile.


Giovedì servirà una grande Fiorentina

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Comunque molto passa dalla gara di giovedì che, come detto, non si può sbagliare. Questa pressione mi sembra di averla purtroppo notata sia nella prima partita a Vienna, ma anche domenica dopo il gol del Lecce. La squadra perde certezze. Però si sono anche visti squarci di grande calcio e in agosto il calo di rendimento da una gara all’altra, da un tempo all’altro, senza una condizione fisica ottimale, è da mettere in preventivo. La Fiorentina è ancora condannata a giocare sempre, deve essere cinica come a Genova, se non succede soffre. Su questo si deve lavorare, sul cinismo, ma anche sulla compattezza e sulla capacità di gestire i momenti delle partite per tenerle comunque in mano anche a ritmi più bassi. Ma ci sono giocatori arrivati da poco e anche questo va considerato. Nzola sarà al sessanta per cento, in forma è un altro giocatore e lo vedrete. Beltran è alla prima da titolare, ha fatto vedere la tecnica e la capacità di muoversi da attaccante vero. Qualcuno ha messo l’accento anche su Christensen, ma il suo debutto è stato accelerato dopo la prova incerta di Terracciano a Vienna. Sui gol secondo me non ha colpe, di sicuro non conosce la lingua e poco la squadra, non è ancora padrone dell’area, ma anche il danese è giovane. Arthur è sempre stato uno dei migliori, ma anche lui atleticamente non è al top e un po’ di fatica s’è vista. Tutto normale a inizio stagione, da sottolineare però, come detto, la personalità della squadra, la capacità di far gioco. Resta l’amarezza di aver lasciato due punti in una partita dominata in un gran primo tempo e non blindata. Ho anche la sensazione, al di là della condizione atletica, che,come dicevo, mentalmente l’impegno con il Rapid sia un peso non da poco, un’asticella da saltare a tutti i costi e questo sta condizionando. Per questo giovedì servirà una grande prova della Fiorentina ma anche una serata da Popolo Viola vero, trascinatore e dodicesimo uomo in campo come solo i tifosi viola sanno esserlo, e non è una solita banalità. Andare o non andare in Conference può cambiare il corso e il senso della stagione. L’Europa può dare consapevolezza, autostima e un obiettivo in più, esserci diventa fondamentale per far lavorare serenamente una squadra che ha tutto per diventare la rivelazione della stagione: serve crederci.

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