Giovedì servirà una grande Fiorentina
—Comunque molto passa dalla gara di giovedì che, come detto, non si può sbagliare. Questa pressione mi sembra di averla purtroppo notata sia nella prima partita a Vienna, ma anche domenica dopo il gol del Lecce. La squadra perde certezze. Però si sono anche visti squarci di grande calcio e in agosto il calo di rendimento da una gara all’altra, da un tempo all’altro, senza una condizione fisica ottimale, è da mettere in preventivo. La Fiorentina è ancora condannata a giocare sempre, deve essere cinica come a Genova, se non succede soffre. Su questo si deve lavorare, sul cinismo, ma anche sulla compattezza e sulla capacità di gestire i momenti delle partite per tenerle comunque in mano anche a ritmi più bassi. Ma ci sono giocatori arrivati da poco e anche questo va considerato. Nzola sarà al sessanta per cento, in forma è un altro giocatore e lo vedrete. Beltran è alla prima da titolare, ha fatto vedere la tecnica e la capacità di muoversi da attaccante vero. Qualcuno ha messo l’accento anche su Christensen, ma il suo debutto è stato accelerato dopo la prova incerta di Terracciano a Vienna. Sui gol secondo me non ha colpe, di sicuro non conosce la lingua e poco la squadra, non è ancora padrone dell’area, ma anche il danese è giovane. Arthur è sempre stato uno dei migliori, ma anche lui atleticamente non è al top e un po’ di fatica s’è vista. Tutto normale a inizio stagione, da sottolineare però, come detto, la personalità della squadra, la capacità di far gioco. Resta l’amarezza di aver lasciato due punti in una partita dominata in un gran primo tempo e non blindata. Ho anche la sensazione, al di là della condizione atletica, che,come dicevo, mentalmente l’impegno con il Rapid sia un peso non da poco, un’asticella da saltare a tutti i costi e questo sta condizionando. Per questo giovedì servirà una grande prova della Fiorentina ma anche una serata da Popolo Viola vero, trascinatore e dodicesimo uomo in campo come solo i tifosi viola sanno esserlo, e non è una solita banalità. Andare o non andare in Conference può cambiare il corso e il senso della stagione. L’Europa può dare consapevolezza, autostima e un obiettivo in più, esserci diventa fondamentale per far lavorare serenamente una squadra che ha tutto per diventare la rivelazione della stagione: serve crederci.
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