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Mantovani a VN: “Montella da applausi. Sul mercato viola aveva ragione, ma tenetevi stretti i DV”

Le parole dell'ex presidente della Samp ai nostri microfoni: "Terzo posto ancora possibile, non si può essere delusi da questa Fiorentina. La partenza sprint aveva creato delle illusioni. Divorzio tra viola e Montella? Situazione anomala"

Alessio Crociani

L'ex presidente della Sampdoria, Enrico Mantovani, figlio del grande Paolo Mantovani e, ad oggi, ancora grande tifoso blucerchiato, è intervenuto ai microfoni di Violanews.com per parlare di Fiorentina-Sampdoria - in programma domenica prossima - e per commentare le parole di Vincenzo Montella pubblicate stamattina sui quotidiani (LEGGI):

Un parere sul momento della Samp: probabilmente nessuno a Genova si sarebbe aspettato questa classifica dopo l'arrivo di Montella...

"Mi sarei aspettato di più, ma non so se più da Vincenzo o dalla squadra e dall'ambiente. Sicuramente quando la società ha deciso di cambiare tecnico, si pensava a qualcosa di diverso rispetto alla realtà di oggi. E' anche vero che quella di Zenga e quella di Montella sono due metodologie di gioco talmente diverse tra loro da lasciare presagire la necessità di più tempo a disposizione di quest'ultimo".

E sul momento della Fiorentina? Si è rotto qualcosa secondo lei dopo una prima parte di stagione che aveva illuso tutti?

"La Fiorentina aveva fatto benissimo nel girone di andata, nonostante alcune critiche ingiuste. Ad esempio, ho visto i viola alla grande a Torino contro la Juventus alla grande, anche se poi la Juve è la Juve. E' vero, le ultime quattro partite sono state deludenti, ma ad agosto nessuno si sarebbe immaginato la posizione in classifica di oggi, quindi non si può dire di essere delusi. L'inizio stagione è stato talmente positivo che aveva creato molto entusiasmo e forse anche qualche illusione. Credo comunque che il piazzamento attuale rispecchi i reali valori tecnici della squadra viola".

Secondo lei il terzo posto è ancora possibile per i viola?

"Un mese e mezzo fa a Roma c'erano pressioni enormi, poi con Spalletti è arrivato anche il cambio di marcia. Questo può succedere a chiunque e non è necessario un cambio tecnico in panchina. Tra le altre, dietro Juventus, Napoli e Roma, c'è anche la Fiorentina. Ci sarebbe bisogno di una crisi giallorossa o del Napoli, che non sono da escludersi, per rivedere i viola terzi. Fossi in un tifoso viola, ci crederei. Ciò che mi è dispiaciuto di più, però, nella stagione della Fiorentina, è stata l'eliminazione dall'Europa League".

Che partita si aspetta domenica prossima al Franchi?

"Per scaramanzia dico no comment. Me lo chieda dopo la gara (ride, ndr)".

Sarà anche l'occasione per assistere al ritorno a Firenze di Vincenzo Montella. Come verrà accolto dal Franchi secondo lei?

"Per come è andato via, credo che non ci sia stato niente di traumatico con la tifoseria. E' un allenatore che fa giocare bene la sua squadra, io stravedo per lui. Fosse per me lo applaudirei".

Se il rapporto con i tifosi viola è buono, non si può dire altrettanto di quello tra Montella e la dirigenza viola. Oggi, sulle colonne di vari quotidiani, l'Aeroplanino ha accusato la Fiorentina di non aver rispettato la parola data e di essere stato licenziato via e-mail. Come giudica da esterno questa vicenda?

"Ero convinto che avendo fatto bene a Firenze, Vincenzo avrebbe avuto l'opportunità di restare o, al limite, di andare in un'altra squadra. Dall'esterno, il divorzio tra la Fiorentina e Montella mi è sembrata una situazione abbastanza anomala.

Il ragionamento sulla volontà di investire sul mercato da parte della proprietà? Probabilmente Vincenzo aveva ragione, una lamentela fatta anche dell'attuale tecnico. Capisco anche, però, che non si possa pretendere ciò che non si può dare, e per questo dico che me la terrei stretta la proprietà attuale. Arriverà sicuramente il momento in cui la Fiorentina vincerà nuovamente lo scudetto, ma anche stare stabilmente tra le prime cinque del campionato è un gran bel risultato. I risultati eccezionali arriveranno, ma dovranno essere valutati nella loro eccezionalità e non come qualcosa di dovuto".

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