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Madrigali a VN: “La Fiorentina mi ha fatto sognare, ma oggi sono felice tra le torte. Il calcio? Non mi interessa più”

L'ex difensore della Fiorentina si racconta a ViolaNews

Vincenzo Pennisi

Nel calcio come nella vita le cose possono cambiare molto rapidamente. E' possibile che una carriera in rampa di lancio possa tramutarsi in poco tempo in qualcosa di molto differente. E' un po' la  storia di Saverio Madrigali, l'ex speranza della Fiorentina ha lasciato il calcio dopo due infortuni al crociato e oggi ha intrapreso una nuova avventura nel campo della pasticceria. Abbiamo intervistato in esclusiva l'ex difensore della Fiorentina che ha ripercorso alcune tappe della sua carriera:

Saverio, cosa ti torna in mente quando ripensi al calcio?

Tante cose, i sacrifici sono la prima cosa, il calcio mi ha regalato belle emozioni. Allo stesso tempo mi viene in mente il brutto che c'è sotto, non è possibile che alcuni ragazzi vengano spinti avanti per esigenze diverse. Oggi non mi interessa più niente riguardo al calcio, non guardo più neanche le partite. Capita al massimo di fare qualche partita a calcetto

Quindi il calcio è diventato uno sport per privilegiati?

Se uno ha tanta più qualità del normale va avanti. Altrimenti servono delle conoscenze o dei favori legati ai rapporti creati nel tempo

Sei rimasto in contatto con qualche tuo ex compagno?

Con qualcuno ogni tanto mi sento ma è difficile anche per via della lontananza, molti vivono in città diverse

Cosa passa per la testa di un giovane calciatore dopo gravi infortuni come quelli che sono capitati a te?

A quell'età pensi di essere indistruttibile, quando invece capita un infortunio del genere capisci che è dura. La prima volta reagisci, alla seconda ti butti giù. Un po' come capitato a Zaniolo, il primo infortunio al crociato lo ha affrontato con determinazione, al secondo ti butti giù. Non capivo perchè capitassero tutte a me.

Oggi sei entrato nel mondo della pasticceria. In famiglia hanno sempre appoggiato questo tuo cambio di vita?

Sì, devo essere sincero, sia la famiglia, che gli amici che la fidanzata mi sono sempre stati vicini. Ho fatto tanti sacrifici ma in carriera ho visto di tutto, sono stato messo fuori rosa per il capriccio di una persona. Mi sono reso conto che c'era qualcosa che non andava, inoltre nelle categorie inferiori i soldi non sono più quelli di una volta. Ho sviluppato questa nuova passione, mi riesce e sono contento così.

E' più soddisfacente fare un'entrata in scivolata o una torta?

Prima era tutto legato al momento, magari fai una bella prestazione la domenica ma poi devi aspettare la settimana successiva per rivivere belle emozioni. Oggi mi diverto tutti i giorni, la gente è contenta di quello che faccio e questo mi rende felice.

C'è stato qualche dirigente che ti ha messo i bastoni tra le ruote?

Certo, quello è il problema fondamentale. Se una persona vuole che tu vada in campo ci vai, se una persona decide che non devi giocare non giochi.

Hai qualche rimpianto?

Ne ho tanti, la mia storia nel calcio non era partita male. Avrei potuto fare delle scelte diverse, in particolare con i procuratori, alcune persone si sono comportate male. Oggi preferisco non pensarci perchè mi fa stare male.

Il tuo ricordo più bello del periodo alla Fiorentina?

Il primo giorno, quando mi hanno consegnato due borsoni pieni di roba. Venivo da una realtà piccolissima dove avevamo una maglia a testa, ritrovarsi alla Fiorentina è stato un sogno. In quel momento il settore giovanile della Fiorentina era tra i migliori in assoluto, mi sono sentito un privilegiato.