Avendo giocato nell'AEK, avrai immagino assistito a scontri durissimi tra le tifoserie...
—Certo. Anzi, anni fa le cose erano molto peggiori di ora. Non voglio neanche pensare che possano succedere cose del genere durante la finale, rovinando lo spettacolo con dei tafferugli. Quando parliamo di una finale, è impossibile pensare che i tifosi non riescano ad andare a vedere la partita per paura degli scontri, dovrebbe esserci un clima di felicità generale. Anche per i voli costosi, in qualche modo deve cambiare qualcosa, ci deve essere la possibilità di far andare il maggior numero di tifosi possibile.
La Fiorentina ha subito un grave lutto nell'ultimo periodo e sappiamo che anche tu in passato hai subito una tragica perdita, quella di tuo fratello. Secondo te, cosa cambia a livello mentale in un singolo o in un gruppo dopo un avvenimento simile?
—Sono sicuro che, essendo stata una persona molto buona con tutti nel mondo Fiorentina, questa cosa abbia compattato il gruppo sempre di più. I giocatori hanno adesso una motivazione in più per giocare e per vincere, anche perché molti di loro sono stati acquistati direttamente sotto la sua gestione. Se un singolo cerca delle motivazioni, anche se è brutto da dire, può usare il dolore della scomparsa come forza da mettere in campo, come successe con Astori.
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