Fortounis è sicuramente il giocatore più rappresentativo della squadra, oltre a essere un buon elemento. Come mai non ha mai fatto il salto di qualità?
—È sempre stato un giocatore di qualità qui in Grecia. Non è mai riuscito a fare il salto nel resto dell'Europa perché non è mai voluto andarsene via dall'Olympiakos. È il giocatore fondamentale della squadra, quello che ne cambia il gioco. Sai che quando mancherà dai titolari la squadra giocherà in modo diverso. È lui che detta i tempi giusti, l'assist giusto, è l'uomo con più qualità della squadra.
Da allenatore (allena l'Ethnikos Neo Keramidi, ndr), cosa ne pensa di Vincenzo Italiano e delle critiche ricevute sulla sua fase difensiva?
—Intanto dobbiamo distinguere il campionato dalla coppa. Le squadre tendono ad affrontare le competizioni europee in modo diverso dal campionato, proprio perché l'Europa ti richiede cose diverse. Le squadre italiane in fase difensiva, storicamente, sono le più brave. La Fiorentina da questo punto di vista tende a non essere cosi, anzi, Italiano, come altri nuovi allenatori, ha cambiato il modo di vedere il calcio in Italia. Non credo che la Fiorentina giocherà in modo attendista contro l'Olympiakos, e questo potrà mettere in seria difficoltà i greci.
Avendo giocato nell'AEK, avrai immagino assistito a scontri durissimi tra le tifoserie...
—Certo. Anzi, anni fa le cose erano molto peggiori di ora. Non voglio neanche pensare che possano succedere cose del genere durante la finale, rovinando lo spettacolo con dei tafferugli. Quando parliamo di una finale, è impossibile pensare che i tifosi non riescano ad andare a vedere la partita per paura degli scontri, dovrebbe esserci un clima di felicità generale. Anche per i voli costosi, in qualche modo deve cambiare qualcosa, ci deve essere la possibilità di far andare il maggior numero di tifosi possibile.
La Fiorentina ha subito un grave lutto nell'ultimo periodo e sappiamo che anche tu in passato hai subito una tragica perdita, quella di tuo fratello. Secondo te, cosa cambia a livello mentale in un singolo o in un gruppo dopo un avvenimento simile?
—Sono sicuro che, essendo stata una persona molto buona con tutti nel mondo Fiorentina, questa cosa abbia compattato il gruppo sempre di più. I giocatori hanno adesso una motivazione in più per giocare e per vincere, anche perché molti di loro sono stati acquistati direttamente sotto la sua gestione. Se un singolo cerca delle motivazioni, anche se è brutto da dire, può usare il dolore della scomparsa come forza da mettere in campo, come successe con Astori.
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