La squadra rimase nelle serie minori del calcio jugoslavo prima e serbo poi, fino all’arrivo in società nel 2012 di Dragan Obradović, un costruttore proprietario di una delle più grandi imprese edili del Paese. Il Čukarički diventò allora il primo club serbo a essere completamente privatizzato e da lì iniziò la sua ascesa tra i migliori club del calcio serbo, alle spalle delle due grandi della capitale, la Stella Rossa e il Partizan. Nel 2015 arrivò in bacheca il primo trofeo a livello nazionale, la Coppa di Serbia, e in quattro occasioni il Čukarički ottenne il terzo posto in campionato. Dal 2014 ad oggi è riuscito a qualificarsi alle competizioni europee in sette occasioni tra Europa League e Conference. Quella di quest’anno rappresenta la prima esperienza nella fase ai gironi.
Il calciatore più noto ad avere vestito la maglia del club è certamente Aleksandar Kolarov, protagonista in due Mondiali con la nazionale serba e noto in Italia per la sua lunga carriera tra Lazio e Roma e un più breve passaggio nell’Inter, oltre ai 7 anni al Manchester City”.
L’allenatore Igor Matić quali caratteristiche ha?
“Igor Matić è un giovane allenatore di etnia serba nato in Bosnia, che ha giocato come centrocampista in diversi club serbi e montenegrini e nel Caen in Francia. Con la nazionale di Serbia e Montenegro ha disputato le Olimpiadi ad Atene nel 2004. Gli ultimi cinque anni della carriera li ha trascorsi al Čukarički, di cui ha preso le redini tecniche in questa stagione.
La squadra serba ha cambiato ben 22 allenatori nelle ultime 16 stagioni e per Matić questa rappresenta la prima esperienza della sua carriera su una panchina a livello senior. È un allenatore eclettico che non esita a cambiare il modulo alla squadra a seconda delle esigenze della partita. Nelle due partite di Conference disputate finora il Čukarički ha adottato un 3-5-2 contro il Ferencvaros allenato dal suo connazionale Dejan Stanković, appena arrivato dalla Sampdoria, e il 4-4-2 in Belgio contro il Genk”.
Come sta andando il Čukarički quest’anno?
“Il Čukarički è attualmente al sesto posto della SuperLiga serba, con 16 punti dopo 10 giornate, in una classifica già ampiamente dominata dal duo Partizan (28 punti) e Stella Rossa (24). Nell’ultima giornata ha perso 1-0 in trasferta contro il Novi Pazar, da cui si è fatta raggiungere in graduatoria. In campionato ha segnato finora soltanto 14 gol, mettendo in evidenza qualche difficoltà in fase realizzativa, confermata anche dall’unico gol realizzato in Conference League. Il risultato più prestigioso è stata la vittoria contro la Stella Rossa nel derby di metà settembre, subito ridimensionata da qualche sconfitta inattesa. Nel girone della terza competizione europea, alla quale il Čukarički è stato obbligato dopo aver perso nettamente il playoff di Europa League contro i greci dell’Olympiacos Pireo, la squadra serba sembra piuttosto nettamente la meno attrezzata”.
In ogni caso la Fiorentina non deve sottovalutare l’avversario. A cosa devono stare attenti in particolare i viola?
“La squadra di Belgrado, come detto, rappresenta un’entità calcistica di secondo livello anche nel modesto campionato serbo, e quest’anno si dovrà con ogni probabilità accontentare di aver raggiunto per la prima volta la fase a gironi in una competizione europea. La difesa, per quanto folta venga schierata dal suo allenatore, sembra troppo compassata per i ritmi del calcio continentale, e in attacco l’unica punta, il nigeriano Sunday Adetunji, si trova spesso isolato. Rimane una formazione dotata di buona tecnica complessiva, come tradizionalmente accade nel caso delle squadre della ex Jugoslavia, cui si affianca la fisicità garantita da una serie di calciatori di origine africana, tra i quali il regista Sissoko e il centravanti Adetunji rappresentano gli elementi di spicco. Saranno da tenere d’occhio anche le incursioni di Ivanović e Adzić che giostrano attorno alla prima punta”.
Che squadra deve aspettarsi la Fiorentina, come formazione, schema e atteggiamento in campo?
“Come detto, l’allenatore Matić non è dogmatico e adotta schemi differenti in base all’interpretazione delle partite. È possibile che a Firenze si schieri con un 3-5-2 che gli permette di coprire maggiormente le fasce, dove la seconda punta, che solitamente è l’esperto Djordje Ivanović, assume anche ruoli di contenimento a supporto del centrocampo. L’atteggiamento della squadra sarà certamente guardingo, anche in conseguenza delle prime due partite nel girone nelle quali il Čukarički si è trovato di fronte a squadre di livello superiore rispetto a quelle del campionato serbo. L’apprezzamento che continua attualmente in Serbia, e in generale in tutta la zona dei Balcani, verso il campionato italiano farà considerare ai bianconeri la Fiorentina come un’avversaria decisamente pericolosa, anche più delle formazioni ungherese e belga affrontate in precedenza. Nelle ultime uscite l’allenatore ha schierato tra i pali il 36enne Nemanja Belić, in sostituzione del giovane Filip Samurović che aveva iniziato la stagione da titolare. Il perno di centrocampo sarà il maliano Soumba Sissoko”.
Quali sono i giocatori più pericolosi?
“La fisicità dell’unica punta di solito schierata da Matić, il nigeriano Sunday Adetunji, alto più di un metro e novanta, gli vale una presenza imponente nelle affollate aree avversarie nelle quali si trova a districarsi più spesso in campionato che in Europa. Viene da due stagioni nello Shkupi, Macedonia del Nord, dove ha realizzato 31 reti in 54 partite.
Il giocatore con maggior esperienza internazionale è il bosniaco Ognjen Vranjes che dirige il reparto difensivo e ha 38 presenze nella sua nazionale, tre delle quali ai Mondiali del 2014 in Brasile, oltre a un passato in club prestigiosi come Anderlecht e AKE Atene. Durante la sua carriera è stato al centro di diverse controversie per essersi schierato su posizione nazionaliste legate all’etnia dei serbi di Bosnia.
Della folta colonia di calciatori di origine africana nel club spicca, insieme ad Adetunji, il maliano Sambou Sissoko che ho visto giocare alcune volte nel Courtrai in Belgio e ricorda per movenze e presenza in mezzo al campo lo svizzero Zakaria. Dal Sudafrica arriva Luther Singh, un’ala che ha giocato 13 partite in nazionale e in diversi club di Portogallo e Danimarca (Copenhagen), dove ha attraversato un periodo negativo durante le ultime due stagioni. A Firenze dovrebbe partire dalla panchina. Il capitano è il mediano Marko Docić, che è anche il rigorista della squadra”.
Quanti tifosi serbi arriveranno a Firenze e che tifoseria è?
“Non credo ne arriveranno molti. Il loro stadio a Belgrado non è omologato per le partite di Coppe europee e giocano le partite casalinghe a Leskovac, una città della Serbia meridionale piuttosto lontana dalla capitale. Meno di tremila persone hanno assistito alla prima partita interna del girone, persa 0-2 contro il Genk. A Belgrado il tifo più caldo è diviso nella storica rivalità tra Stella Rossa e Partizan, e alle altre squadre cittadine resta la dimensione tipica del calcio di quartiere, sentito da poche centinaia di appassionati.
Nel 2023, tuttavia, i tifosi del Čukarički sono stati protagonisti passivi di alcuni episodi degni di cronaca sugli spalti. In febbraio, durante il match di campionato tra loro e la Stella Rossa, gli ultras biancorossi hanno bruciato uno striscione di un gruppo della curva della Roma, rubato in un blitz nella capitale italiana. I Deljie (gli eroi, come si chiamano i tifosi della Zvezda), rimproveravano ai giallorossi una non gradita vicinanza ai Bad Blue Boys, ultras della Dinamo Zagabria. In aprile furono i Grobari, gli ultras del Partizan che in italiano si traducono i becchini, a provocare la sospensione della partita contro il Čukarički con una pirotecnica protesta contro la proprietà del loro club. L’incontro fu sospeso quattro volte a causa dei fumogeni che invasero spalti e terreno di gioco, e poi definitivamente rinviato. Infine, durante il playoff di Europa League perso in agosto contro l’Olympiacos ad Atene, gli ultras greci furono protagonisti nel prepartita di violenti scontri con la polizia in protesta contro le misure repressive decise dal Governo del loro Paese contro le frange più estreme del tifo organizzato”.
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