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Un passo indietro per tutti, tre avanti insieme: la Fiorentina si è fatta gruppo

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Magia e sacrificio: un'alchimia rara da realizzare, un ottobre magico per i colori viola
Marta Bucalossi

Quanto è importante avere una squadra unita che naviga nella stessa direzione? Beh, la risposta viene dal campo. Al di là dei campioni, che con le loro prestazioni fanno la differenza, ogni giocatore ha un ruolo fondamentale all'interno del gruppo.

Il salto di qualità della Fiorentina lo vediamo proprio sotto questo aspetto. Lo ha detto lo stesso Raffaele Palladino in conferenza stampa post Genoa, parlando dell'emozione provata per il discorso fatto da Martinez Quarta nel pre-gara: "Il Chino, prima della partita, ha fatto alla squadra un discorso da brividi. Quello che ha detto rimane nello spogliatoio. Questo, però mi ha fatto capire la vera forza di questo gruppo. Si sta creando, nonostante i tanti cambi, una sorta di magia”. Eppure parliamo di un giocatore che finora ha trovato poco spazio tra i titolari. È passato da punto di riferimento nella difesa viola a riserva del giovane Comuzzo (che con le sue prestazioni si sta guadagnando quel posto).


La maturità della Fiorentina di quest'anno, fin qui, è notevole. Tensioni ridotte al minimo, testa solo al campo e niente episodi che possano minare la serenità del gruppo mentre i risultati arrivano. Episodi che, portati all'esasperazione, generano il caos scoppiato nella Roma durante e dopo la partita al Franchi. Mancini sostituito che non rimane in panchina, cambi dopo solo mezz'ora, svogliatezza e passività. Tutto ciò è ben lontano da Firenze, dove troviamo un Gosens che si adatta ricoprendo più ruoli, Kean che rinuncia al rigore contro la Roma per lasciarlo a Beltran, Cataldi che a centrocampo compie un lavoro di sostanza seppur non appariscente (exploit di Lecce escluso). E potremmo elencarne ancora, di giocatori pronti a tutto per il bene della squadra. Bove, tanto per dirne un altro.

La viola sta dimostrando di essere un gruppo umile, unito, che fa del lavoro di squadra la propria forza. Un gruppo traghettato da un Palladino che è stato il primo a scendere a compromessi con la propria essenza, cambiando modulo quando ce n'è stato bisogno. E la partita di ieri contro il Genoa è stato un segnale forte di una squadra in crescita che ha voglia di togliersi belle soddisfazioni.