La maturità della Fiorentina di quest'anno, fin qui, è notevole. Tensioni ridotte al minimo, testa solo al campo e niente episodi che possano minare la serenità del gruppo mentre i risultati arrivano. Episodi che, portati all'esasperazione, generano il caos scoppiato nella Roma durante e dopo la partita al Franchi. Mancini sostituito che non rimane in panchina, cambi dopo solo mezz'ora, svogliatezza e passività. Tutto ciò è ben lontano da Firenze, dove troviamo un Gosens che si adatta ricoprendo più ruoli, Kean che rinuncia al rigore contro la Roma per lasciarlo a Beltran, Cataldi che a centrocampo compie un lavoro di sostanza seppur non appariscente (exploit di Lecce escluso). E potremmo elencarne ancora, di giocatori pronti a tutto per il bene della squadra. Bove, tanto per dirne un altro.
La viola sta dimostrando di essere un gruppo umile, unito, che fa del lavoro di squadra la propria forza. Un gruppo traghettato da un Palladino che è stato il primo a scendere a compromessi con la propria essenza, cambiando modulo quando ce n'è stato bisogno. E la partita di ieri contro il Genoa è stato un segnale forte di una squadra in crescita che ha voglia di togliersi belle soddisfazioni.
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