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Su Kean anche gli arabi, cresce l’ansia. Ecco come sarà la Fiorentina di Pioli

Su Kean anche gli arabi, cresce l’ansia. Ecco come sarà la Fiorentina di Pioli - immagine 1
Tra tempi tecnici e cavilli burocratici, ci vorrà ancora un po' di tempo per l'annuncio del ritorno a Firenze del tecnico emiliano
Enzo Bucchioni Editorialista 

Stefano Pioli è in Arabia, ma in costante contatto con la Fiorentina per mettere una dopo l’altra al loro posto tutte le tessere del mosaico e arrivare alla firma del contratto. Serve ancora pazienza, questa è la parola d’ordine. Servono giorni. Forse si dovrà arrivare a inizio luglio. Ma non è detto. E lo diciamo da quasi due settimane, da quando la Fiorentina l’ha cercato e l’allenatore ha detto sì. Non è cambiato niente, anche quando in giro si parlava di Thiago Motta, di Spalletti e di altre divertenti fantasie. Neppure la Nazionale, come anticipato nei giorni scorsi, avrebbe minato una decisione già presa da Pioli. Ci sono problemi burocratici, questi sì, come abbiamo già più volte spiegato, a impedire una chiusura rapida della trattativa, ma intermediari stanno lavorando per ottenere dagli arabi una rescissione indolore del contratto e le scadenze fiscali spostano il calendario del d-day a inizio luglio. Non è ancora chiarissimo, ma probabilmente si dovrà aspettare proprio l’inizio del mese prossimo per consentire a Pioli di tornare a casa da allenatore libero. Vedremo. Nel frattempo però le questioni tecniche vengono affrontate e si lavora per concordare la lista dei giocatori assolutamente da confermare, quelli che si possono sostituire se conviene e gli altri che vanno assolutamente venduti e non sono pochi. L’impegno è grosso, come sempre succede quando arriva un allenatore nuovo e chiede una squadra a sua immagine e somiglianza e soprattutto nel nostro caso per l’idea di Pradè che, non trovando di meglio, tutti gli anni si affida ai prestiti. Quest’anno si era esagerato, sono tantissimi i giocatori tornati alle loro squadre che andranno sostituiti. Pioli è un aziendalista, sa di non poter chiedere la luna, ma l’accordo con la Fiorentina è chiaro: l’allenatore torna per alzare l’asticella. Ha chiesto una squadra forte e Rocco Commisso ha detto sì.

La situazione del centravanti

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Ovviamente il problema più grosso si chiama Moise Kean. La società è in ansia, non ha ancora ricevuto una risposta certa e questo nonostante la proposta già arrivata al giocatore e al suo entourage dal lontano mese di aprile. Ricorderete, scese in campo direttamente il presidente Commisso con colloqui con il giocatore. La riflessione è in atto, il tempo non manca, la clausola andrà in vigore solo dal primo luglio, ma come deve essere interpretato lo stallo? E’ vero che la Nazionale e l’infortunio sicuramente hanno dirottato il pensiero del giocatore, ma se l’idea è davvero quella di restare a Firenze almeno un altro anno pensando al mondiale, per continuare nel posto dove è felice, non ci dovrebbero essere molte cose da valutare. Ognuno ragiona con i suoi tempi, ma ogni giorno che passa fa crescere i dubbi. E attorno al giocatore l’atmosfera si sta scaldando. Ieri è arrivato l’interessamento anche della squadra araba del Al-Qadsiah e sappiamo bene che tipo di proposta siano in grado di fare da quelle parti. Se abbiamo capito Kean non dovrebbe essere il campionato che lo attira, comunque il mondo lo guarda. Sappiamo già del Manchester e di altre società di prima fascia per le quali non è un problema investire 52 milioni. Aspettano solo il primo luglio per scoprire le carte. La prassi è pagare la clausola alla Fiorentina e ottenere poi il sì del giocatore. Tutti sperano, a cominciare da Pioli, che Kean decida presto di restare a Firenze e lo comunichi “coram populo” viola. Capite bene quanto sposti in un senso o nell’altro questa decisione in chiave mercato. Speriamo solo, nel caso negativo, che Pradè sia pronto e abbia soluzioni credibili per spendere i 52 milioni. Ma tocchiamo ferro.


Mercato e modulo: l'input del mister

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Altri due giocatori non banali, Gudmundsson e Dodò, stanno tenendo banco. Gud vorrebbe rimanere ma la Fiorentina per il riscatto chiede uno sconto al Genoa per la vicenda processuale ancora aperta e l’annata deludente. Il prestito è già costato otto milioni, per tenerlo ne servirebbero altri diciassette. Il Genoa non molla, come finirà? Nel calcio di Pioli potrebbe essere il sottopunta ideale. Dodò invece vorrebbe andar via, dal Barcellona in giù le possibilità sono tante, nonostante un contratto fino al 2027. Che fare? La riflessione è in corso anche qui, ma il dialogo scarso. Parlando di giocatori, viene in mente il calcio di Pioli. Che Fiorentina sarà? Gli ultimi anni al Milan hanno messo in mostra un tecnico duttile, capace di dare fluidità al suo calcio che parte dal 4-3-3 e più spesso è il 4-2-3-1 con esterni molto larghi, inserimento dei centrocampisti e dei terzini con tanti interscambi. La difesa a quattro diventa spesso a tre, nel Milan Theo era un centrocampista aggiunto. Ma a volte ho visto entrambi i terzini attaccare, con un centrocampista (Benaccer, Tonali o Kessie) capace di abbassarsi fra i centrali per impostare il gioco. Nel ruolo di sottopunta all’occorrenza giostravano giocatori più centrocampisti come Kessie, ma più spesso attaccanti come Pulisic. Per questo serviranno soprattutto esterni alti capaci di saltare l’uomo e di lavorare in catena e per favore non riparliamo di Sottil e Ikoné, cerchiamo facce nuove. Ma è necessario anche un centrocampista di gamba e di energia che attualmente non vedo in rosa. Leggo pure di Bennacer, ma ricordo che c’è Fagioli e quel posto è roba sua. Comunque, sul filo del telefono o in video, di queste cose stanno parlando Pioli e la Fiorentina. Avanti tutta. Nel frattempo ha lasciato Firenze il capo scouting del Sud America portato da Burdisso. Se è quello che ha fatto prendere Beltran a 25 milioni la decisione è perfino tardiva. Burdisso aveva portato anche Cabral… Non benissimo. Da qualche mese nel ruolo c’è Goretti, nel mondo del calcio ne parlano tutti bene, fatelo incidere di più.