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Stadio? Centro sportivo? Sì, ma anche no: cosa ci insegna lo Scudetto del Napoli

Conte, De Laurentiis
Numero quattro dopo il numero tre: fino a 3 anni fa i titoli di campione d'Italia del Napoli erano tanti quanti quelli della Fiorentina. Si parla tanto di avanguardia e infrastrutture, ma forse si dà ad esse troppa importanza
Federico Targetti
Federico Targetti Caporedattore 

"Nell'ultimo periodo abbiamo avuto un po' di problemi al soleo, non so se sono i campi di Castel Volturno che andrebbero rifatti ma sono sempre quelli di prima. Ne prendiamo atto, stiamo zitti e continuiamo a lavorare. Magari rifacessimo anche i campi di Castel Volturno saremmo più contenti".

È stato l'uomo del momento, Antonio Conte, a pronunciare queste parole dopo la partita dal Napoli contro il Monza, poco dopo la metà di aprile. Quello che ancora non sapeva che sarebbe diventato il primo allenatore nella storia a vincere 3 campionati italiani su tre panchine diverse se la prendeva con i campi dell'attempato centro sportivo azzurro per i tanti infortuni, cui ha ovviato con mestiere e, come nel caso di Olivera centrale, anche un po' di fantasia. Ci ha messo un po' del suo anche il caldissimo pubblico di Napoli, anche se lo stadio Maradona, già San Paolo, non aiuta al giorno d'oggi:


"Allo Stadio Maradona c'è un problema fondamentale: se vogliamo competere con le squadre più importanti del mondo non possiamo avere una distanza così colossale dal campo di calcio. A Napoli abbiamo la fortuna di avere un pubblico che vale il dodicesimo, tredicesimo e quattordicesimo uomo in campo: se fosse vicino al campo sarebbe anche il ventesimo".

Aurelio De Laurentiis, che prima di rilevare la società campana dopo il fallimento non sapeva nulla di calcio, oggi ha le stesse stelle polari del collega presidente della Fiorentina Rocco Commisso, a livello di infrastrutture: stadio e centro sportivo, due tasselli fondamentali per competere e rimanere in alto. Bene, quindi, fanno entrambi a portare avanti i loro progetti fuori dal campo. Il punto è che, da quando il Viola Park ha visto la luce, nell'ottobre del 2023, col Napoli campione in carica, gli azzurri hanno fatto in tempo a vincere un altro Scudetto senza aver fatto sostanziali passi avanti con le loro costruzioni.

Il primo insegnamento...

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Non si vogliono confrontare due progetti differenti e di differente longevità, non due fatturati differenti, insomma non è questa una lamentela sul fatto che "anche col Viola Park vince il Napoli e noi no". Perché ad oggi in realtà non si chiede alla Fiorentina di vincere, almeno non di vincere il campionato. Semmai qualche coppa quando capita, come Bologna, Lazio e Atalanta ultimamente, ma anche in questo ha detto bene Conte: nelle coppe ci vuole pure fortuna, invece i campionati li vince chi è più forte. No, qui si vuole semplicemente sfruttare l'assist del secondo titolo italiano in tre anni del Napoli per rammentare che "senza stadio si vivacchia" (cosa che ci siamo sentiti dire sia da chi c'era prima, sia da chi c'è adesso) non è necessariamente vero. Avere un centro sportivo come il Viola Park e uno stadio nuovo sono elementi che aiutano, anche in maniera notevole, a migliorare la classifica, ma quanto ha fatto il Napoli deve aprire gli occhi sul fatto che ci si potrà nascondere fino a un certo punto, in futuro, dietro al "non ci hanno fatto fare lo stadio nuovo a Campi", specie quando il restyling del Franchi sarà completato. Sarebbe stato di maggiore aiuto procedere ex novo, questo indubbiamente, nessuno lo vuol negare, ma la realtà comprovata è che si può centrare qualcosa di importante e memorabile anche senza essere all'avanguardia, con scelte illuminate e un po' di fortuna. Elementi, questi, che non del tutto ma in una certa qual misura sono entrambi mancati in questa stagione.

...e il secondo

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Probabilmente nella prossima non ci sarà nessuna coppa europea da giocare: anche in questo la stagione del Napoli insegna. Poter concentrarsi solo sul campionato, come ha fatto anche l'Atalanta versione 2022/23 che fu estromessa proprio dalla prima Fiorentina di Italiano, è un vantaggio, ma sta al club (inteso come insieme di dirigenza, staff tecnico e giocatori) sfruttarlo e non ripiombare nell'anonimato. Come si fa? Come ha fatto il Napoli: De Laurentiis ha fatto uno sforzo senza gli introiti delle coppe, ha investito tantissime risorse e scommesso sul suo comparto tecnico, che è riuscito a ripagare questa fiducia centrando l'unico obiettivo. C'è ancora modo di continuare a crescere e trasformare l'inciampo del 2024/25 nella rincorsa per il 2025/26.