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Gosens, sacrificato a chi? I numeri (e Nagelsmann) lo incoronano tra i migliori

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Il sacrificato della rosa è rimasto tale? Il punto sul rendimento di Gosens
Matteo Torniai

Ingannato dalla Fiorentina. Così un osservatore qualunque potrebbe definire il trasferimento di Robin Gosens alla Fiorentina. Arrivato per splendere nella posizione non tanto congeniale a Biraghi e Parisi, quella di esterno di centrocampo, ma obbligato ad adattarsi alle esigenze della Fiorentina e di Raffaele Palladino. Sì, le esigenze dello stesso mister che, in estate, lo ha contattato parlandogli del progetto, ma soprattutto del modo nel quale lo avrebbe voluto utilizzare. Nel giorno della sua presentazione, Gosens parlava così:

Da mister Palladino mi aspetto molto sin da quando, prima del mio arrivo, abbiamo parlato al telefono. Mi piace quello che ha in testa per me e per la squadra


E sul ruolo prosegue:

Mi trovo bene come esterno sinistro. Cambia poco se si tratta di 3-5-2 o 3-4-2-1, l’importante è potermi esprimere a pieno e mostrare il mio dinamismo

Destino vuole che nessuno dei suoi desideri sia stato avverato. Il ritorno alla difesa a 4 lo conosciamo tutti: quei 15 minuti (di intervallo) nella sfida contro la Lazio, per molti, ha segnato il vero spartiacque della stagione. Non a caso, però, il tema da molti discusso sin dal principio sono proprio quelle parole lì pronunciate dal tedesco, bisogno di esprimermi e mostrare il mio dinamismo. Gosens sprecato? Forse no, almeno in questa Fiorentina.

Sin da bambini, quando calchi per la prima volta il sorprendente e magico terreno di gioco e capiti malauguratamente (con ironia) nel ruolo di terzino, una delle prime e poche indicazione che il mister ti fornirà sarà: "Quando sale il laterale opposto, te devi restare bloccato". Una scelta tattica, banale, per molti, ma fondamentale per mantenere equilibrio. Beh, Gosens, in questa Fiorentina, ha deciso di performare al massimo (rispettando le ferree regole del terzino) in entrambe le fasi, attaccando con assoluta libertà (anche con la salita di Dodo) e difendendo con una più che diligente attenzione. Non a caso, colui che per molti era il sacrificato della rosa, oggi è il vero simbolo (tattico) della squadra perché, in questa Fiorentina, è la duttilità a farla da padrona. Robin ha rispolverato le sue abilità da laterale basso dopo tantissimi anni (all'Union, all'Inter e all'Atalanta ha sempre giocato come quinto) ottenendo comunque ottimi risultati. La sensazione è che a Firenze sia arrivato un calciatore con una tale maturità (classe '94) da permettergli di essere funzionale a tutta la Fiorentina, ma anche a se stesso.

Nei 90 minuti, Gosens, mantiene medie impressionanti: 66% dei duelli aerei vinti, almeno 7 palloni recuperati nella metà-campo avversaria, almeno 3 intercettazioni pulite a partite (solo a Torino, 7), 81% di precisione nei passaggi (attento in impostazione) e con una media voto per partita che si aggira costantemente sul 6,5 (6,35). La cosa che sorprende è che, a questi numeri, in fase difensiva, Robin, riesce comunque a garantire il suo abituale apporto offensivo. Nel giorno della presentazione ha dichiarato: "L’anno scorso ho fatto comunque una bella annata con 7 gol e 4 assist". In questo inizio di stagione, in un'analisi a tuttotondo, è già a quota 3 reti e 2 assist in tutte le competizioni, con una partecipazione ai gol della squadra pari al 17%. Niente male per un umile terzino basso (da esterno ha giocato solo 2 partite).

Merito suo? Sì, in parte. Anche il lavoro di Palladino è stato fondamentale. La linea difensiva è raramente scoperta, nonostante l'avanzamento di entrambi i laterali in alcune fasi di gioco. Ecco spiegate le scelte di giocatori come Bove (schierato, non a caso, a sinistra) o di metronomi, non solo con la palla, come Cataldi. Salgono Gosens e Dodo? Bene, la squadra deve schierarsi sulle preventive affinché quegli spazi non restino scoperti.

All'inizio di settembre, Gosens alla fine non ha avuto una brutta intuizione:

Palladino e Gasperini? Sono molto simili. Gli allenamenti lo ricordano molto: tanta intensità, corsa e lavoro di forza; si vede che prende ispirazione da lui

Così simili che oggi Atalanta e Fiorentina sono lì, sedute al tavolo delle grandi (un punto dalla vetta), con uno sguardo rivolto l'una verso l'altra (25 punti). E' quasi passata in secondo piano: Gosens ha ritrovato per la seconda volta consecutiva la convocazione con la Nazionale tedesca.

Fonte: Wyscout.com

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