Gotti, prima di affrontare il Parma in campionato, nel gennaio 2020 (quando era sulla panchina dell'Udinese) ha raccontato così, nonostante tutto, quei festeggiamenti:
Il momento più bello della mia avventura da vice di Donadoni al Parma è stato il raggiungimento dell’Europa League, quando abbiamo fatto festa con tutto lo Stadio. A Parma sono stati quattro anni fantastici, non ero pronto mentalmente ed emotivamente ad un ritorno a Parma. Quando sono salito sul pullman per arrivare allo stadio ho rivisto tutti i posti che ho vissuto per anni. E’ stato emozionante
E' il Parma di Amauri, Biabiany, Parolo, Gobbi, capitan Lucarelli, Mirante, Cassano, Nocerino, De Ceglie, e perché no, anche di Raffaele Palladino. Col Parma gioca 76 partite collezionando 13 gol e 5 assist. Lui, Gotti e la squadra si guadagnano un ottavo posto (stagione 11/12), un decimo posto (stagione 12/13) e un sesto posto (stagione 13/14). L'unica, ma forse grande nota dolente è quel fallimento, datato 12 marzo 2015, vissuto insieme. La proprietà cambia due volte nel giro di pochissimo tempo, lasciando il club sommerso di debiti, oltre 200 milioni di euro in rosso sul bilancio.
Nel 2018, Palladino è tornato ferocemente su quei momenti:
Vivevamo malissimo, fu molto triste da tutti i punti di vista. La cosa più triste fu che ci abbandonarono tutti, la Federazione permise di vendere una società per due volte al costo di un euro. Gentaglia, era solo gentaglia. Non vorrei nemmeno più tornare sull’argomento. La cosa triste era vedere dipendenti e magazzinieri che non percepivano lo stipendio da un anno e noi calciatori spesso facevamo delle collette per dare una mano a questa gente
Gioie e dolori, felicità e sofferenza: in questo è riassumibile il rapporto tra Palladino e Gotti; frastagliato, perché no. Per Palladino, Gotti è stato un vero e proprio punto saldo: "Con Luca siamo amici. Gli voglio bene, mi ha aiutato tanto a Parma. Ci sono molto legato, da lui ho avuto tanti consigli calcistici e non". Ecco come l'esperienza di Parma prende, in qualche modo, la scena della sfida del Via del Mare; in quell'abbraccio pre-partita c'è tutta una storia da ricordare, un sogno bello ma doloroso, vissuto, non a caso, solo a metà.
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