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Tre anni di Vincenzo Italiano

Poteva essere sempre colpa sua? I tre anni di Vincenzo Italiano a Firenze

Italiano grafica
Difesa troppo alta? Non fa segnare gli attaccanti? Le "dicerie" sul conto di Vincenzo Italiano nei tre anni alla Fiorentina
Giovanni Zecchi
Giovanni Zecchi Redattore 

"Difendere bene, attaccare benissimo". Così, quel 21 giugno del 2021, Vincenzo Italiano si presentò alla Fiorentina. Un club in netta crisi, che l'anno precedente aveva sfiorato la retrocessione e che era stato scosso dal recente addio di Gennaro Gattuso dopo appena 3 giorni dal suo approdo a Firenze. Rocco Commisso cercava la svolta e si affidò a un allenatore emergente, capace di convincere in ogni categoria e di salvare lo Spezia nella stagione precedente. Clausola di 1 milione da versare nelle casse del club ligure e contratto biennale con opzione per il terzo anno a 1,2 milioni a stagione. Inizia così l'era Vincenzo Italiano a Firenze, che durerà tre anni tra gioie, delusioni e critiche ingiustificate. Sì, perché a pochi giorni da Bologna-Fiorentina, è giusto ripercorrere quelli che sono stati gli anni di Italiano: i successi, ma soprattutto le incomprensioni tra lui, la società e la piazza di Firenze.

STAGIONE 2021-22: la rinascita viola

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La prima stagione di Vincenzo Italiano a Firenze è quella della rinascita, di una squadra che sorprende tutta la Serie A e che, almeno fino a gennaio, si candida come sorpresa del campionato. Joe Barone e Daniele Pradè costruiscono una squadra a immagine e somiglianza del nuovo allenatore, pronto a far scoprire ai tifosi viola il suo 4-3-3. E allora ecco dentro i vari Odriozola, Lucas Torreira, Nicolás González, Maleh, Nastasic e Igor, riscattato dalla SPAL. Questi nuovi innesti, uniti a un rinato Bonaventura, un "pimpante" Castrovilli e all'esplosione di Dušan Vlahović, fanno della prima Fiorentina di Vincenzo Italiano la più bella dei suoi anni a Firenze. Tutto ruota alla perfezione, con la Fiorentina che sogna la Champions League sopra la Juventus di Allegri. Poi, qualcosa cambia. A gennaio, la Fiorentina cede Vlahović (dopo la rottura con il proprio procuratore per il mancato rinnovo) alla Juventus per quasi 80 milioni di euro. Da quel momento, Vincenzo Italiano non avrà più un attaccante all'altezza. Al suo posto arriverà Cabral dal Basilea, Piatek dall'Hertha Berlino e Ikoné dal Lille. Nulla sarà più come prima. Il brasiliano non rispetterà le aspettative, il francese è tuttora un oggetto misterioso e Piatek saluterà Firenze senza troppi squilli. Nonostante ciò, trascinata da uno splendido Torreira e da un cambio tattico che fa la differenza con l'uruguaiano che da regista si inseriva con continuità in attacco, la Fiorentina si qualificherà alla UEFA Conference League tornando così in Europa e uscirà in semifinale di Coppa Italia contro la Juventus. Firenze è entusiasta, sia di Italiano che della società. Ma da quel momento, qualcosa si incrina tra il tecnico e parte della piazza fiorentina.


STAGIONE 2022-23: due finali, le prime critiche e tanta delusione 

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Ultimo anno di ritiro a Moena per la Fiorentina. Vincenzo Italiano ha rinnovato con la Fiorentina fino al 30 giugno 2024 con opzione per un ulteriore anno, con uno stipendio di 1,7 milioni di euro. La Fiorentina cambia davvero tanto. Torreira, dopo qualche screzio con Joe Barone e il proprio procuratore, saluta Firenze. Toccherà a Italiano giocare una stagione senza regista, adattando a fatica Amrabat, ottenendo comunque ottimi risultati sul campo. Anche Odriozola saluta Firenze, tornando al Real Madrid. Alla Fiorentina arrivano Gollini dall'Atalanta, Dodô dallo Shakhtar, Rolando Mandragora dal Torino, Luka Jović dal Real Madrid e i ritorni dai prestiti di Zurkowski e Kouamé. Qualcosa però manca e si vede, così negli ultimi giorni di mercato, arriva Antonín Barák dal Verona. Ma non solo. Dopo un ritiro passato nell'ombra, Italiano decide di dare fiducia a Luca Ranieri. Ecco, da questa stagione la vita di Vincenzo Italiano a Firenze si fa sempre più dura. L'ex Spezia infatti si porterà dietro varie etichette che partita dopo partita, parte del tifo viola userà per descrivere il proprio allenatore. "Talebano", per il suo legame stretto con il 4-3-3. Una Fiorentina con un assetto molto offensivo, anche contro le grandi squadre, prende gol spesso in contropiede e questo, a un certo punto, inizia a stufare lo stadio Franchi. Ma era possibile fare diversamente con la rosa a disposizione? In quella stagione, tutti questi elementi vengono amplificati. Nel mentre, Italiano deve lottare con una rosa con ampie lacune. Jović non sembra essere in grado di prendere il posto di Vlahović, Gollini delude lasciando il posto da titolare a Terracciano. Senza considerare i dubbi sempre maggiori su Cabral e Ikoné, che non riescono a incidere. La Fiorentina parte male in campionato, ma anche in Conference League. La squadra di Italiano è una montagna russa di risultati fino a gennaio-febbraio quando, in Verona-Fiorentina trova la svolta. Basta 4-3-3, si passa al 4-2-3-1. La Fiorentina vince 3 a 0 al Bentegodi e da quel momento ingrana eccome. Finale di Coppa Italia contro l'Inter, finale di Conference League contro il West Ham e altra qualificazione all'Europa per la prossima stagione. Intanto, si registra un'altra finestra di mercato deludente con l'arrivo di Sirigu al posto di Gollini e Josip Brekalo. Questa Fiorentina, con mille limiti ma con tanta voglia, gioca due finali in una stagione. Purtroppo perdendole entrambe. A Roma, contro l'Inter di Simone Inzaghi, Italiano tiene testa ai nerazzurri, già battuti a San Siro pochi mesi prima. Ma ciò non basta per portare a casa il trofeo. A Praga, lo screzio tra Italiano e Firenze si rafforza sempre di più. Minuto 90, Ranieri esce per crampi entra Igor. Nemmeno pochi minuti e Bowen scappa via a una difesa disattenta della Fiorentina che "regala" il gol del 2 a 1 al West Ham. Italiano si porterà dietro il peso di quel gol per tutta la stagione successiva, nonostante sia davvero difficile individuarne le colpe. La delusione sui volti dei giocatori è tanta e tornati a Firenze, Rocco Commisso convinse un Italiano tentato dal Napoli a rimanere.

STAGIONE 2023-24: l'ennesima finale, poi la rottura

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Con la promessa di una grande campagna acquisti, dopo due anni di delusioni dal punto di vista del mercato, Vincenzo Italiano guida la Fiorentina per il terzo anno. Altra rivoluzione in attacco. Via Cabral e Jović, dentro Nzola e uno sconosciuto Lucas Beltrán. Da quel momento Italiano si porterà sulle spalle la responsabilità di aver voluto l'attaccante ex Spezia, con un racconto distorto del suo arrivo a Firenze. Al tecnico viola venne offerta una scelta: Dia, allora alla Salernitana o Nzola più un altro attaccante. Italiano optò per la seconda scelta, ma da qui a dire che il tecnico viola abbia voluto solo e soltanto Nzola c'è un abisso. Con lui arrivò l'argentino, spacciato per attaccante. Dopo 6 mesi, Italiano lo spostò sulla trequarti, dimostrando come Beltrán sia tutto fuorché una prima punta. "Non fa segnare gli attaccanti" dirà qualcuno, ma nessuno delle punte in questione ha ripetuto i numeri delle stagioni passate con Italiano. In difesa arriverà Parisi a giocarsi il posto con Biraghi. Per necessità Italiano lo sposterà a destra, ma vari errori porteranno l'allenatore viola a fare altre scelte. E Yerry Mina. A centrocampo, Amrabat saluta, almeno per un anno, arriva al suo posto un Arthur dopo una stagione al Liverpool completamente saltata per infortunio. A completare il reparto arrivarono Maxime Lopez e l'oggetto misterioso Infantino, con Sabiri che lasciò Firenze dopo un mese a causa di un rapporto non idilliaco con l'allenatore. In porta l'ennesimo esperimento fallito, Christensen. Inizia così la stagione della Fiorentina che, come l'anno precedente, alterna ottimi risultati a prestazioni deludenti. Il Franchi inizia a mormorare e Italiano risponde alle critiche della tribuna. Ma nonostante ciò, la Fiorentina arriva a gennaio 4 in classifica. Ed è qui che si sancisce l'addio dell'allenatore viola. La squadra non ha soluzioni offensive. Nico Gonzalez infortunato, Kouamé in Coppa d'Africa, con i soli Ikoné e Brekalo come esterni. Italiano chiede alla società un aiuto sul mercato: un esterno. Ecco, arriverà un terzino destro e una punta (Faraoni e Belotti), ma non quello richiesto dall'allenatore. Ci fu quel piccolo interessamento per Gudmundsson, stroncato sul nascere. Ma poco altro. Per non parlare della lite Bonaventura-Barone sulla sua volontà di andare alla Juventus che condizionò la splendida stagione del trequartista. Italiano non commenterà queste scelte, ma la decisione di separarsi con la Fiorentina era ormai presa. La Curva Fiesole si schiera. Applausi per Italiano, cori contro la società per l'ennesima deludente campagna di mercato (ricordate il frigo pieno?). Poco dopo arrivò la tragica scomparsa del direttore generale Joe Barone, la Fiorentina si unisce nel dolore e ottiene un'altra finale di Conference League ad Atene, un'altra semifinale di Coppa Italia e la qualificazione all'Europa dell'anno successivo. Ma ormai, il rapporto tra Italiano e il Franchi è logoro. Ogni errore della Fiorentina, dai gol presi per scelte incomprensibili (vedi Milenkovic su Leao) ai gol sbagliati ha un solo colpevole per parte del tifo viola: Vincenzo Italiano. La Fiorentina perderà anche la seconda finale europea nel giro di tre anni, sancendo l'addio tra il tecnico italo-tedesco e Rocco Commisso.

Giusto così?

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Vincenzo Italiano rimane un allenatore che ha diviso e divide tutt'ora Firenze. Domenica Palladino lo affronterà e sicuramente ci parlerà attentamente, perché nel bene e nel male, lui sì che conosce questa città. Rimangono tanti rimpianti. Cosa avrebbe potuto fare quella squadra con innesti forti e ben studiati? Un De Gea in più, un Kean. Bastava veramente poco. Non lo sapremo mai. Certo è che, analizzando i tre anni di questo allenatore a Firenze, da dove ha preso la Fiorentina e dove l'ha portata, sembra davvero difficile non ringraziarlo. Ma come dicevano i latini "De gustibus...".

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