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Perché la Lazio è così in alto e la Fiorentina così in basso?

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Lazio e Fiorentina si incontrano. Cammino simile, ma risultati diversi.
Matteo Torniai

Fiorentina-Lazio, sfida della prossima domenica ore 12:30, può veramente essere un crocevia importante della stagione della Fiorentina. Sul campo la squadra è in miglioramento (seguendo le parole e considerazioni di Palladino); pensiero giusto, sbagliato? L'opinione pubblica è in forte contrasto. Cosa è però di oggettivo sono i risultati e quelli, sì che non sono quelli di una squadra costruita per stare in tutt'altra parte di classifica. Parlare di classifica, oggi (alla quarta giornata) è fittizio, certo, ma qualche indicazione ce la deve pur dare. Ciò prende ancor pur valore nel momento in cui, in campionato, ti sei già giocato partite come Venezia e Monza in casa, accaparrandoti solo 2 punti. Ecco che, più di ogni altro tipo di "crescita" e di "apprendimento di nuovi dettami calcistici", serve il risultato.

Dall'altra parte arriva una Lazio rivoluzionata dal mercato. Tante le perplessità all'inizio del campionato accompagnavano e forse ancora accompagnano gli uomini di Baroni, ma le prime uscite hanno comunque dato buoni segnali. La particolarità, quasi paradossale, che differenzia del due squadre quale è? Al di fuori della "partita-no" contro una sorprendente Udinese (prima in classifica), la Lazio non ha mai "sbagliato il colpo" contro le "squadre piccole", o almeno sulla carta inferiori. Ecco le vittorie contro il Venezia all'esordio (3-1), quella contro l'Hellas sempre all'Olimpico (2-1), per non parlare della comunque buona reazione dimostrata contro un Milan (2-2) che, nonostante le difficoltà di campo, ha un organico da vero top club.


Numeri alla mano

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Facendo anche forse in modo approssimativo due calcoli, oggi la Fiorentina avrebbe almeno 7 punti (guarda caso, proprio come la Lazio), semplicemente non "sbagliando" quelle partite casalinghe contro Venezia e Monza. Palladino continua, forse giustamente date le tempistiche del mercato, a parlare di adattamento e della necessità maggiore pazienza da parte di tutto l'ambiente. Va però anche ricordato come sia Venezia che Monza hanno anch'esse cambiato in panchina, con tutte le difficoltà del caso. Da non dimenticare anche la doppia sfida contro la Puskas Akademia che ha rischiato di "mandare a rotoli" i piani di un'intera stagione.

Il mancato cinismo

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Facendo anche un passo indietro, questa cinismo contro le "piccole" è spesso mancato negli ultimi anni alla Fiorentina. Ricordiamo bene alcune sconfitte della scorsa stagione contro Empoli (0-2 al Franchi) e Lecce (3-2 in trasferta) per citarne alcune. Parliamo di punti "facili" (con tutte le difficoltà del caso) che non tornano indietro. Poi sei obbligato a giocare e vincere contro le prime della classe. Forse sono stati proprio quei punti mancati ad impedire alla squadra di Italiano di compiere quello step in più chiamato Europa League.

Questa stagione i piani sono sempre quelli, migliorare il posizionamento della scorsa stagione. Tentare quindi il tanto famoso step in più. Tanto è cambiato e forse tanto deve ancora cambiare, ma, al momento, il filo conduttore della Fiorentina resta sempre quello. Steccate le partite contro Venezia e Monza è ora obbligata "a fare la partita" contro la Lazio, diretta concorrente per i posizionamenti europei.

Non si giocano solo i big match

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Considerando le Fiorentina come ottava della classe (secondo quanto sancito nella scorsa stagione), vincendo tutte le partite contro le altre 12 compagini (dalla nona alla ventesima) avrebbe avuto pensate, ben 72 punti(calcolando di ricevere 6 punti da ognuna delle 12 squadre). Utopico? Certo, tante sono le dinamiche dentro un campionato, ma certamente indicativo. Su sfide contro Venezia e Monza non si può semplicemente "metterci una pietra sopra". Ora Lazio, poi Empoli e poi Milan. La Fiorentina è obbligata a fare punti per risollevare almeno la testa.

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