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Palladino e quei secondi di troppo: cosa dice il regolamento. C’è una zona grigia?

Palladino
l gol vittoria l'ha siglato Dovbyk, su un assist di Shomurodov, dopo un calcio d'angolo che ha suscitato le proteste di Palladino
Tommaso Ormini

Finita 1-0 per la Roma all'Olimpico, l'ultima sfida Champions della Fiorentina. Adesso i viola sono ottavi, e vedono il quarto posto lontano quattro lunghezze, come il sesto, visto che Juventus, Lazio e Roma sono tutte a 63 punti. Il gol vittoria l'ha siglato Dovbyk, su un assist di Shomurodov, dopo un calcio d'angolo che ha suscitato le proteste di Palladino. Il tecnico viola era sicuro che il tempo fosse scaduto. Stamani La Gazzetta dello Sport recita così: "Tutto buono il vantaggio della Roma: è Pablo Marì a tenere in gioco sia Shomurodov, autore dell'assist di testa su lancio di Angelino, sia Dovbyk, che sempre di testa insacca. La Fiorentina comunque protesta perché il corner da cui nasce la rete sarebbe stato battuto oltre lo scadere dei 4' di recupero; no: il cronometro segnava 48'57".

Tutto giusto, ma manca un dettaglio, forse quello più importante. Come mai tutti sono così sicuri che Palladino stesse protestando per il minuto del calcio d'angolo e non per quello del gol? La dinamica è particolare, e in Serie A, purtroppo, non c'è un'uniformità di giudizio. Ripartiamo dall'azione: calcio d'angolo di Pellegrini a 48'57", tre secondi alla fine della frazione. Palla dentro, viene cacciata fuori dall'area sui piedi di Angelino, che la rimette dentro e arriva il gol. Quando il pallone arriva sui piedi dello spagnolo, il cronometro segna oltre il 49'.


Non fraintendeteci, non stiamo qui a recriminare sui secondi. La nostra analisi vorrebbe vertere sull'applicazione di un regolamento uniforme. Quante volte abbiamo visto in Serie A la stessa dinamica, con un esito diverso? Calcio d'angolo, palla dentro, liberata da un difensore, e fischiata la fine senza possibilità di continuare l'azione, anche se il pallone fosse finito sui piedi della squadra in attacco. Oppure l'arbitro che dice prima della battuta: "questa è l'ultima azione".

Cosa dice il regolamento

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Il regolamento ufficiale non fa riferimento specifico all'esempio di Roma-Fiorentina, per questo tutto va a discrezione dell'arbitro. Viene trattato solamente il caso del calcio di rigore: "Se un calcio di rigore deve essere eseguito o ripetuto, la durata del periodo di gioco deve essere prolungata fino a che l’esecuzione del calcio di rigore non venga completata". Il caso menzionato prima, con l'arbitro che annuncia "l'ultima azione" sul calcio di rigore viene quasi sempre applicato, vale a dire che in caso di ribattuta, la partita o il tempo di gioco finisce lì, senza che l'attaccante possa ribadire a rete. D'altro canto, il regolamento dice anche: "Il quarto ufficiale indica il recupero minimo deciso dall’arbitro al termine dell’ultimo minuto di ciascun periodo di gioco. Il recupero può essere aumentato dall’arbitro, ma non può essere ridotto". Quindi non c'è una regola che dice quando fischiare e quando no, tutto è a discrezione dell'arbitro. Per ciò non era obbligatorio terminare il primo tempo sullo 0-0.