Ed è proprio qui che entra in gioco Moise Kean. L’ex Juventus, in Palladino, non ha trovato solo un allenatore, ma una figura paterna, un amico, un punto di riferimento. La luce nel periodo più buio della sua carriera. Colui che ha fatto di tutto per portarlo a Firenze e su cui ha costruito la sua Fiorentina. Kean ha beneficiato di tutti questi elementi che, uniti alla sua voglia di rivalsa, hanno dato vita al bomber che oggi domina in Serie A e in Europa. Proprio per questo motivo, al di là del contratto e delle offerte, la permanenza di Raffaele Palladino potrebbe rivelarsi decisiva per il futuro dell’attaccante.
Come Conte e Lukaku
—Senza di lui, sarebbe lo stesso Moise Kean? Non sarebbe la prima volta che un giocatore renda al meglio solo con uno specifico allenatore. Prendete Antonio Conte e Romelu Lukaku: un duo che in Serie A ha sempre fatto la differenza, mentre senza l’allenatore leccese l’ex Inter ha spesso faticato. Che Moise Kean sia un caso simile? Rocco Commisso, quando incontrerà l’attaccante viola, dovrà tenere conto anche di questa possibilità. Nessuno sa se il filo di Kean sia inscindibile da quello di Raffaele Palladino. Ma, onestamente, è un rischio che tutta Firenze non vorrebbe correre.
Clausole, contratti, stipendi: ma la fiducia di un allenatore è qualcosa che non si potrà mai mettere nero su bianco. Ed è proprio questo che sia Moise Kean, sia la Fiorentina, dovranno tenere bene a mente. Una cosa è certa, la permanenza di Palladino è fondamentale anche per quella del numero 20 viola.
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