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Occhio ai dribbling

L’Inter e la fobia del dribbling. Così Raffaele Palladino ha incartato Inzaghi

Raffaele Palladino
Vi siete chiesti come ha fatto Raffaele Palladino ha battere l'Inter di Simone Inzaghi nonostante la piena emergenza?
Redazione VN

L'impresa di Raffaele Palladino contro l'Inter ha fatto il giro d'Italia e d'Europa. Tutta Firenze è ancora incredula dopo quanto successo, con la Fiorentina che ha letteralmente annientato i campioni d'Italia in totale emergenza. Andiamo ad analizzare, nel dettaglio, la vittoria viola sui nerazzurri. 

De Gea; Comuzzo, Pongracic, Ranieri, Gosens; Dodo, Mandragora, Richardson, Parisi, Beltran; Kean. Erano 6 i difensori messi in campo dal primo minuto da Palladino. Una scelta un po' dettata dall'emergenza, ma non solo. Infatti, il punto debole della squadra di Simone Inzaghi sono i dribbling. L'Inter è a squadra ad aver effettuato meno dribbling in Serie A. Con una media di circa dieci uno contro uno a partita e una percentuale di successo del 56%. La precedono Torino, Genoa, Venezia e Verona. Le percentuali di successo più alte ce l’hanno Lazio, Fiorentina e Juve, sopra il 60%. Ecco a voi spiegata la vittoria della Fiorentina. Tanto sacrificio, senso di appartenenza... e dribbling. Le due linee di 4 giocatori hanno letteralmente immobilizzato l'Inter che non ha trovato la giusta profondità per fare male alla squadra di Raffaele Palladino. Ma allo stesso tempo, ha lasciato ampi spazi che contro una squadra come la Fiorentina possono diventare letali. E così è stato.


Nella top 10 giocatori che dribblano di più in Serie A ci sono due giocatori della Fiorentina: Moise Kean con 31 e Dodò, quarto, con 37. E non a caso, sono stati i giocatori più pericolosi della gara di giovedì. Mentre dell'Inter, nella top 10, i giocatori presenti sono: 0. C'è veramente poco da aggiungere da questo punto di vista. E quindi, come dovrebbe giocare Raffaele Palladino a San Siro lunedì?

Impossibile immaginare una Fiorentina come quella vista giovedì, per vari motivi. Il contesto è completamente diverso, San Siro non è il Franchi, l'emergenza è finita e Inzaghi sicuramente avrà preso le misure e non ripeterà una partita simile. E infatti, nella mente di Raffaele Palladino c'è una Fiorentina completamente diversa. Con qualche volto nuovo, ma con le certezze delle scorse partite. Un 4-2-3-1 ma non rivolto all'attacco, ma alla solidità, per sfruttare quei dribbling decisivi nel match di giovedì: De Gea; Dodò, Pongracic, Ranieri, Gosens; Fagioli, Cataldi; Folorunsho, Gudmundsson, Beltran; Kean. 

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