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EDITORIALE

Italiano meriterebbe un applauso dal Franchi. Ma il confronto con Palladino è fuorviante

Italiano meriterebbe un applauso dal Franchi. Ma il confronto con Palladino è fuorviante - immagine 1
Italiano ha fatto la storia (anche) del Bologna, mentre la Fiorentina è peggiorata anzichè migliorare. Solo colpa dell'allenatore o c'è altro?
Simone Bargellini Vice direttore 

Sì, dobbiamo parlare di Vincenzo Italiano. Anche se fa male. Perchè domenica tornerà per la prima volta al Franchi da avversario. E ho la sensazione, ma potrei sbagliarmi, che riceverà più applausi che insulti soprattutto dopo quanto accaduto negli ultimi giorni. Se li meriterebbe (gli applausi), al di là dello screzio che ci fu nel match di andata, perchè alla Fiorentina Italiano ha fatto bene, anzi benissimo, e forse adesso l'hanno capito anche tanti di quelli che lo criticavano o, addirittura, lo insultavano. E che a giugno festeggiarono il suo addio, convinti di andare a migliorare.

Facciamoci del male

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Più delle opinioni contano i fatti. Che raccontano di un allenatore, Vincenzo Italiano, abituato a fare la storia. L'ha fatta al Trapani, poi l'ha fatta allo Spezia e adesso l'ha fatta al Bologna. Alla Fiorentina non ci è riuscito, andandoci - purtroppo - solo vicino. Però mentre a Firenze, per molti, Italiano diventava "quello che ci ha fatto perdere 3 finali", per il resto d'Italia era "quello che li ha portati 3 volte in finale". Già, 3 volte dopo che nei precedenti 20 anni (che fanno 21 aggiungendo questo), la Fiorentina di finali ne ha disputate UNA. Perdendola. Poi qualche colpa l'avrà anche lui delle 3 sconfitte, mica è infallibile, ma oltre a ricordare la formazione, si potrebbe anche ricordare che Gasperini di finali ne ha perse 3, prima di trionfare o che Ancelotti è riuscito a perdere una finale che al 45' vinceva 3-0. E non credo di aver citato due allenatori scarsi.


Rimpianto viola

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Forse a qualcuno sarebbe dovuto sorgere qualche sospetto quando il signor Giovanni Sartori, universalmente riconosciuto come dirigente top, ha scelto proprio Vincenzo Italiano per il suo Bologna formato Champions. No. Ai più talebani non basterà neanche aver visto i rossoblu tornare a vincere un trofeo dopo CINQUANTUNO anni. Comunque sia, ormai serve a poco. D'altro canto è giusto ricordare che non è stata la Fiorentina a mandare via Italiano, anzi. Commisso, Pradè (e Barone) avrebbero voluto proseguire assolutamente insieme, quindi su questo non c'è da rimproverare la società. Semmai bisognerebbe chiedersi se scaricare tutte le colpe e le frustrazioni sull'allenatore, non sia forse un po' miope.

Un paragone impietoso

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E qui mi ricollego alla stretta attualità, che risponde al nome di Raffaele Palladino. La premessa è che il paragone con Italiano è impietoso, ma non da ieri: lo era già da inizio stagione, per chi mastica un po' di calcio. Questione di percorso e di esperienza, sarebbe stato strano se Palladino si fosse dimostrato già al livello di Italiano. Non è detto che non possa diventare un domani un allenatore altrettanto forte. Il punto è che non è (solo) colpa sua se la stagione sta assumendo contorni negativi, era da mettere in conto che Palladino - che in partenza era un downgrade rispetto a Italiano - potesse fare fatica, a maggior ragione alla luce delle tante difficoltà oggettive emerse nel corso della stagione. Ecco perchè ho giudicato la scelta del suo rinnovo anticipato, da un lato un po' azzardata ma dall'altro una decisione non per forza sbagliata. Sempre meglio di un altro downgrade, ricominciando da capo con un tecnico emergente come da standard societario. Perchè l'allenatore conta, eccome se conta, ma ancora di più contano la società e il suo progetto: e se negli ultimi anni la Fiorentina è l'unica delle prime 9 (compreso il recente Bologna) a non aver vinto nessun trofeo né ad essersi mai qualificata neppure per l'Europa League, forse il dito andrebbe spostato più in alto della panchina.