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OLTRE LA VITTORIA

Impresa? “No, normalità”. Pradè rilancia per una Fiorentina tra le grandi

Simone Bargellini Vice direttore 
La Fiorentina si rilancia sul campo e Pradè detta la linea: la famosa "ambizione" si sta traducendo in fatti

Una prestazione da Grande, con la G maiuscola. Non la prima vittoria contro le big del campionato, anzi l'ennesima, ma una dimostrazione di maturità come raramente questa Fiorentina aveva fatto in stagione. E poi le dichiarazioni di Pradè nel post gara, non banali, perchè tracciano una rotta chiara: partite così non vanno più considerate imprese, perchè sono nelle corde della squadra viola. Di più: devono diventare quasi la normalità. Andiamo con ordine.

Un (piccolo) salto di qualità

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Riparto dal campo, tra conferme e progressi. C'è Kean davanti a tutti, questo è scontato, anche se scontato non è (affatto) continuare a fare prestazioni di questo livello. E continuare a segnare. Ma una bellissima conferma è quel trio di centrocampo che - azzardo - mi ricorda vagamente i tre tenori dell'epoca montelliana: Cataldi è diverso da Pizarro, più equilibratore e meno catalizzatore di gioco, ma tra (questo) Mandragora e Aquilani ci sono similitudini, così come tra Fagioli e Borja Valero. E se quella Fiorentina incantava per la qualità del gioco, molto più di questa, è difficile credere che sia un caso che da quando Palladino ha varato questo assetto (Pana, Juve e Atalanta), ci sia stato questo rilancio improvviso. Non solo: pur aumentando la qualità in mezzo, a discapito della quantità, la Fiorentina ha trovato un equilibrio che spesso le era mancato in stagione. E qui arriviamo ai progressi, evidenti, della difesa. Pongracic-Marì-Ranieri sono stati - almeno ieri - insuperabili e l'intera fase difensiva è stata finalmente gestita alla perfezione, senza dover ricorrere alle barricate in area e ai miracoli di De Gea. Segnale di maturità, forse (con la Fiorentina di quest'anno meglio non sbilanciarsi troppo).

Avviso ai naviganti: si alza l'asticella

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E veniamo a Daniele Pradè, che quest'anno ha deciso di non essere quasi mai banale. "I ragazzi, il mister e tutti quanti devono capire che noi ambiamo a fare questi risultati, è la nostra ambizione. Noi siamo la Fiorentina e battere le squadre forti non dico che debba essere la normalità, ma è questo il nostro percorso". Parole che valgono, da un lato come monito a Palladino e alla squadra per il finale di stagione, ma dall'altro - soprattutto - suonano come una dichiarazione d'intenti importante per un'orizzonte futuro. C'è una rinnovata voglia di alzare l'asticella, di non accontentarsi più del settimo-ottavo posto, ma di tornare al tavolo delle grandi, o quantomeno subito a ridosso. I segnali arrivati dalle ultime due sessioni di mercato, seppur sempre con l'attenzione a far tornare i conti, sono chiari: la Fiorentina di oggi è molto più forte, per valori e prospettive, di quella della scorsa stagione. E la firma è quella di Pradè, alla prima stagione in cui le redini dell'area tecnica sono completamente in mano sua. Dopo 9 mesi possiamo dire che il DS non mentiva quando parlava di "ambizione" e le parole di ieri alimentano la speranza che questo sia solo l'inizio.