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Il preparatore a VN: “Problema mentale, non fisico. Ritiro al Viola Park? Meglio”
Vista la situazione in casa Fiorentina, per molti incomprensibile se si tratti di aspetto fisico o mentale, abbiamo deciso di chiedere ad un esperto del settore, il preparatore atletico Matteo Levi Micheli, con diverse esperienze in ambito professionistico. Per lui una Laurea Magistrale in Scienze e Tecnica dello Sport; Professore a contratto C.d.L. Scienze Motorie Sport e Salute, Università degli studi di Firenze; autore di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali. Preparatore Atletico Professionista FIGC e FIR, ha fatto parte dello staff tecnico della Nazionale Italiana di calcio ai Campionati Europei (Svizzera-Austria 2008) ed alla Confederations Cup (Sudafrica 2009); ha curato la preparazione atletica di squadre di Serie A (Napoli, Cagliari), Serie B (Pisa, Pescara) e Serie A rumena (Dinamo Bucarest); collaboratore presso il Laboratorio di Metodologia dell’Allenamento e Biomeccanica Applicata del Settore Tecnico F.I.G.C. di Coverciano, diretto dal Prof Marella, dal 2004 al 2010, ha svolto test di valutazione fisica per le nazionali Under 17 e Under 15. Esperto di analisi di bioimpedenza (BIA) in ambito sport e fitness, relatore in numerosi corsi, master e congressi.
In generale si parla di una situazione non facile per i viola. Dal punto di vista sportivo è difficile ma non drammatica, perché ci sono tutte le possibilità che la squadra possa rompere il ghiaccio, fare un paio di vittorie e uscire da questa situazione di classifica. Anche se, guardando al passato, squadre non abituate a lottare per queste posizioni a volte fanno fatica a capire cosa fare a livello mentale. Questo inizio ha sorpreso tutti, in negativo, al di là del fatto che lo staff di Pioli sia stato tanto criticato. Io conosco personalmente uno dei preparatori, Matteo Osti, perché abbiamo fatto il corso di Coverciano insieme. Lui è molto bravo e preparato. Poi di Pioli ne parlavano tutti come una persona molto preparata, che conosceva bene la piazza, sia da calciatore che da allenatore. A volte nel calcio capitano annate come queste. Io questa situazione l'ho vissuta il secondo anno a Pisa con Gattuso.
La parte mentale in questo momento è prioritaria, perché i giocatori non riescono a giocare sereni. Quindi io credo che sia il primo aspetto su cui lavorare. Poi, quando arrivano questi cambi in panchina, la maggior parte delle volte questo cambia. Il discorso fisico lo collego a quello mentale, in questo momento, perché se fossimo fossimo più avanti nella stagione... Chiaro che si può lavorare meglio o peggio, ma siamo a novembre. Le partite ufficiali già giocate sono tante. Bene o male un minimo di condizione fisica ce l'hanno tutti, anche se ovviamente ci sarà sempre chi sta meglio o peggio. Che non ci sia 2/3 di partita nelle gambe quando siamo arrivati a questo momento della stagione fa strano, è inverosimile. Queste cose possono accadere a fine stagione, dopo tantissime partite, non adesso. Faccio un esempio per farti capire quanto conta l'aspetto mentale: una squadra sta giocando veramente male e l'altra domina e sta vincendo 2-0 a dieci minuti dalla fine della partita. Poi, viene fatto un errore importante, un autorete o altro. A quel punto la squadra che era in vantaggio netto si prende paura e si blocca sulle gambe, mentre l'altra, che sembrava morta, prende coraggio. Lo abbiamo visto tante volte. L'aspetto mentale non è una cosa secondaria e quello fisico non può incidere così tanto.
Esatto. E questo alimenta ancora di più questa situazione. Ti manca anche iniziativa, creatività… Il livello delle squadre in Serie A è comunque alto, non è che gli altri non si preparano e non corrono. A volte è proprio la parte motivazionale di come ti senti che può fare la differenza.
Il fatto già che ci sia stato un cambiamento, una scossa indubbiamente viene data. E siccome siamo in una situazione dove non si sapeva più che fare, come il pugile alle corde, questo potrebbe essere un aspetto positivo. Vanoli non lo conosco personalmente, ma a vederlo sembra uno che trasmette anche molta serenità, quello di cui c'è bisogno adesso. Avrà sicuramente tanta voglia di incidere, perché era fermo. Ci metterà tutta l'energia possibile. L'importante è che la squadra lo accetti e lo segua. Lui lo ha detto che è abituato a lottare, poi conosce Firenze e la tifoseria lo ha accolto.
Sicuramente avrà fatto delle valutazioni. Ma un allenatore nuovo ha bisogno anche di lavorare tanto tatticamente con i suoi giocatori. Quindi forse è anche un modo per conoscere la squadra, non per l'aspetto fisico. Poi ovviamente ci lavorerà, ma non credo che sia soprattutto per questo motivo. E' un modo per conoscere meglio la squadra a avere più tempo per lavorarci sopra. Questo è un modo per riunire nuovamente il gruppo, spesso i ritiri vengono fatti per questo motivo qui.
Io se potessi scegliere, lo farei sempre al Viola Park. In altitudine c'è un po' il vantaggio per quanto riguarda l'ossigeno, cosa che però poi si perde. Il fatto che sia più fresco non ti dà tutti questi vantaggi, perché poi vai a giocare le prime partite in pieno agosto e hai da acclimatarti. Poi, il centro sportivo viola è all'avanguardia, ha tutto. Quando vai in montagna devi portarti dietro tutti gli strumenti e se un giocatore ha un problemino non è detto che si possa trovare una soluzione immediata. La località, il posto, non sono il problema, avendo tutto a disposizione lì dentro. Secondo me è addirittura più un aspetto positivo. Il lavoro lo fai bene uguale.
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