I numeri combaciano, l'amore di Firenze pure. C'è così tanta differenza tra il Moise Kean di Palladino e il Dusan Vlahovic di Vincenzo Italiano?
State cercando di risolvere un'equazione. Passate mesi a provare metodi diversi, ma senza successo. Una volta ci andate vicini, poi scoprite di aver completamente sbagliato e riprovate. Finché, all'improvviso, ecco la soluzione! Perfetto: la sensazione che provate in quel momento è la stessa che tutti i tifosi della Fiorentina stanno vivendo in questi giorni nel vedere Moise Kean e dire:"Finalmente abbiamo un attaccante." Ebbene sì, ci sono state prove e controprove. I 7 gol in stagione, gli assist, le cavalcate dirompenti dell'ex Juventus confermano quanto detto in precedenza. E Firenze può tornare a sognare.
Ora, visto quanto sta facendo Kean in queste prime giornate, viene spontaneo paragonarlo all'ultimo grande attaccante che ha solcato i campi del Franchi: Dusan Vlahovic. Prendiamo i 6 mesi con Vincenzo Italiano, quando quella Fiorentina stupiva e trionfava in tutta Italia. Prima della sua cessione alla Juventus, il serbo stava dominando con la maglia viola. Nella stagione 2021-22, nelle prime 9 giornate aveva messo a segno 5 gol e un assist. Soltanto una rete in più rispetto ai 4 gol segnati dall'attuale bomber viola. Il paragone, quindi, non poteva essere più azzeccato. Ma al di là dei numeri, ciò che colpisce di più è il modo in cui questi giocatori sanno interpretare il ruolo. Entrambi, infatti, giocano con la squadra e contribuiscono alla manovra offensiva. Il primo gol contro la Roma ne è l'esempio più eclatante: sponda di tacco per Beltran e via nella profondità. Le stesse giocate che faceva Dusan Vlahovic a Firenze con Vincenzo Italiano. Lanci lunghi, protezione della palla, e poi tutto il resto lo faceva il loro strapotere fisico. Insomma, Dusan e Moise non sono poi così diversi.