Dopo un buon periodo di forma e condizione, caratterizzato anche da giocate importanti e decisive, Albert Gudmundsson è nuovamente sprofondato nell’anonimato che spesso, troppo spesso, ha caratterizzato questa sua stagione in riva all’Arno. I gol consecutivi contro Napoli e Juventus o le buone prove con Atalanta e Milan avevano fatto credere che l’islandese avesse finalmente trovato un minimo di continuità, poi però la scintilla si è affievolita. Troppo poco quanto dimostrato fin qui per un calciatore rincorso oltre sei mesi dalla società viola e che insieme a Moise Kean doveva rappresentare una delle coppie top del campionato. I numeri del trequartista arrivato dal Genoa la scorsa estate non sono comunque pessimi, per carità, ma ciò che rende perplessi è il rendimento generale e la sua poca continuità. Le presenze sono 27 nelle tre competizioni disputate dai viola, con 8 gol segnati e 2 assist, il tutto in un minutaggio che ha visto l’islandese essere il giocatore più sostituito nella gestione di Raffaele Palladino. Solo due le gare, infatti, che Gudmundsson ha disputato per intero: contro il Genoa in casa ed a Napoli.

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Gudmundsson, se ci sei batti un colpo. E a Cagliari rischia la panchina
Se si vuol spezzare una lancia a suo favore, si può dire anche che il tecnico gigliato spesso lo abbia tolto dal campo, forse, un po’ troppo presto, preferendogli Lucas Beltran, uno che garantisce altre qualità ed una partecipazione differente specie in fase di non possesso. Di certo a Gud non si può chiedere di rincorrere gli avversari per tutto il campo o di ripiegare sempre e comunque sulla linea dei centrocampisti. “Deve essere lasciato libero di inventare per far male agli avversari”, dicono di lui gli addetti ai lavori. Il punto è che un’estate complicata da molti punti di vista ne ha rallentato la preparazione, poi ci sono stati tre infortuni in stagione a limitarne la continuità dal punto di vista fisico. Da Gudmundsson è lecito aspettarsi di più, specie contro quegli avversari che si chiudono e rendono tutto più difficile, come si é visto in stagione. Ad un vero numero 10 si chiedono quelle giocate che possano accendere la luce e fare la differenza, ed invece, per restare alle sfide più recenti, contro Parma e Celje l’islandese non ha dato quelle risposte che ci si aspettava. Adesso nel rush finale di stagione Gudmundsson dovrà dimostrare tanto, a partire già dall’insidiosa trasferta di Cagliari, dove comunque potrebbe partire dalla panchina. In ballo c’è il futuro europeo della Fiorentina, ma anche il suo di futuro, ad oggi più che incerto.
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