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Che pensiero ti sei fatto su questa Serie A?
—Sicuramente è un campionato più equilibrato rispetto ai tempi miei. Non manco da tanti anni, ma il calcio ha avuto un cambiamento negli ultimi dieci anni. Molto interessante per gli spettatori sicuramente. L'Atalanta sta facendo bene da molti anni e la Fiorentina lo stesso. Il Napoli ormai fa parte del grandi. Là davanti non vediamo più lo strapotere della Juventus, o di Inter e Milan. Ci sono squadre che si sono attrezzate. I club più grandi hanno perso qualcosa, mentre quelle più in basso, attraverso anche il cambiamento del calcio, hanno aggiunto qualità, dando un equilibrio generale. Infatti quando posso guardo volentieri.
Che impressione ti ha fatto la Fiorentina?
—Non mi sorprende affatto. Ci ho giocato tante volte contro. Ha dato anche un importante contributo con il suo percorso in Europa, specialmente l'anno scorso. Mi fa piacere per la piazza, perché già negli ultimi anni con Italiano aveva fatto ottime cose, dopo il periodo di buio avuto, soprattutto a livello europeo, dopo il periodo con Prandelli. Adesso sta tornando e sta facendo ottime cose. Mi è sempre rimasta simpatica come squadra, lo dico sinceramente. Firenze è una bellissima città, merita di avere una squadra competitiva. Lo ripeto, non è una sorpresa per me, perché Palladino è un allenatore giovane con idee interessanti. Ha già fatto vedere ottime cose e sicuramente continuerà a farlo. Gli auguro tutto il bene, perché se riesce a fare bene, soprattutto a livello europeo, fa del bene anche al calcio italiano.
Cosa ci puoi raccontare del Lask, squadra austriaca, visto che te sei stato un grande calciatore di quel paese?
—Mi sono informato per non fare brutta figura (ride, ndr). È una squadra che è stata ripresa e riportata in alto, dopo il problemi avuti 5/6 anni fa. Per loro è importante essere tornati a giocare in Europa, perché non c'erano tanto abituati. Hanno un bellissimo stadio, hanno tirato su in gioiellino. Quest'anno sono partiti male, poi con il cambio allenatore qualcosa è cambiato. Schopp (il nuovo allenatore, ndr) è un'altra conoscenza italiana, che ha giocato nel Brescia per qualche anno. Prima erano abituati a giocare un po' alla tedesca, aggredendo subito la palla e l'avversario. Lui invece preferisce il possesso palla, partendo con la manovra da dietro, e avere il controllo della partita. Questa però è un'arma a doppio taglio, perché crea anche un po' di scombussolamento nei giocatori, che prima erano abituati a giocare diversamente. Anche se non so quanto gli possa servire con la Fiorentina di oggi, perché sulla carta non ci sono paragoni. Dalla Conference League si aspettavano di più anche loro, non stanno facendo molto bene. Con tutti i cambiamenti che ci sono stati hanno perso tante cose per strada. Vorranno fare sicuramente il loro, perché hanno poco da perdere. In Austria amano giocare contro le squadre italiane.
Questa Fiorentina ha le carte in regola per rimanere in alto?
—Rimanere là in alto dipenderà sicuramente da loro e anche dagli impegni di Conference League, perché alla lunga il doppio impegno può pesare. L'uscita dalla Coppa Italia ti può dare una mano da questo punto di vista, perché hai impegni in meno. Il fatto che ci sono più squadre allo stesso livello, che possono togliersi punti a vicenda, può dare sicuramente una mano per finire attacco lì e centrare una classifica da campo internazionale l'anno prossimo. La Fiorentina deve continuare a fare il suo bel calcio e cercare di arrivare almeno in Europa League il prossimo anno.
Concludendo, che tipo di partita sarà tra Bologna e Fiorentina?
—Italiano conosce molto bene l'organico e questo gli può dare una mano. Anche il Bologna, dopo un inizio difficile, ha trovato la quadra. Stanno facendo un buon calcio, con risultati migliori. Credo che sarà una partita interessante da vedere, tra due allenatori giovani, ma che hanno fatto capire il loro carattere e il loro modo di giocare. Nessuno dei due disdegna di fare buon calcio e questo può portare solo a vedere una grande partita.
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