Nel 3-5-2 alla Pizarro
—Con il Lecce Palladino ha riscoperto il 3-5-2. Vero, le assenze erano tante, quindi l'ex Monza si è sentito quasi forzato. La squadra ha risposto bene? La squadra ha risposto male? Come direbbe il mitico Novello Novelli, diciamo che la squadra ha risposto e basta, con le lacune che hanno caratterizzato l'ultimo periodo. Il centrocampo di partenza non prevedeva Fagioli titolare: Palladino ha preferito la via della prevenzione, vista la diffida del classe 2001 e la prossima partita a Napoli. Subentrato nel secondo tempo, nel ruolo di regista, Fagioli ha fatto vedere subito al publico di toccare il pallone in maniera diversa rispetto agli altri, procurandosi anche un rigore da calcio d'angolo. I suoi compagni di reparto ideali? Senza dubbio Adli e Folorunsho, con i vari Ndour, Cataldi, Mandragora e Richardson da alternative. Un doppio regista garantirebbe alla Fiorentina maggior gioco (che non sarebbe un male), con accanto un centrocampista di quantità come l'ex Napoli per un maggior dinamismo.
Invece a due nel 4-2-3-1
—Totalmente diversa la questione in un centrocampo a due. Fagioli ha qualità e un po' di interdizione, ma fisicamente non è imponente né straripante. In una mediana a due, con un calciatore del genere, serve un vero e proprio interditore, e in questo caso uno tra Mandragora/Cataldi (più adatti) e Richardson (meno) potrebbe accompagnare meglio l'ex Juve (con magari Folorunsho spostato nel ruolo di Bove). E Ndour? Palladino lo ha definito un trequartista, anche se venerdì scorso lo ha usato da mezz'ala, ricevendo in cambio una più che onesta prestazione. Il classe 2004 non ha l'estro né le movenze di un trequartista tipico, molto più quelle di una mezz'ala di quantità. Potrebbe accompagnare Fagioli in un centrocampo a tre, più facilmente che a due.
Fagioli è stato cristallino, Palladino certo lo avrà sentito. Adesso starà al tecnico trovare l'equilibrio ideale per inserire il classe 2001 all'interno dei tanti schemi che sta studiando per tornare a far brillare la sua Fiorentina.
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