Non a caso Galloppa (allenatore della Primavera) parlava di lui in questi termini:
Mi fa rabbia vedere sprecare il proprio talento. L'esempio che tutti devono seguire è Pietro (Comuzzo), ora in prima squadra. Ha la già la mentalità di uno più grande
Una mentalità che scaccia via ogni timore
—Quante volte la famosa "foga agonistica" ha influito sulle prestazioni di un singolo giocatore? Basta guardare dall'altra parte del campo. Theo Hernandez, giorno del suo compleanno, appena raggiunto il record di gol in maglia Milan per un difensore (eguagliando Maldini) e con addirittura una palla sul dischetto da mettere solo (De Gea permettendo) in fondo alla rete. Tutto apparecchiato per una giornata con i fiocchi. Eppure le cose vanno male. Il rigore parato ne condizione la partita; da lì in poi, in campo restano solo giocate di puro e rude istinto. Per un giocatore come lui, queste lo possono salvare (vedi l'assist per l'1-1), ma anche condannare (vedi l'intervento brusco su Colpani in area di rigore e l'espulsione a partita finita). Tutto ciò per sottolineare dove sia stata la differenza in campo tra le due squadre. Oltre al piano tattico, questa può e deve essere un'altra importante chiave di lettura. L'opposizione Comuzzo-Theo a livello esclusivamente di temperamento ne è la dimostrazione più assoluta.
Il suo esordio
—Comuzzo è stato il primo 2005 a esordire in Serie A con la maglia della Fiorentina (a 18 anni e 230 giorni al Maradona). Le sue parole dopo l'esordio:
L'esordio in Serie A è per me un sogno che si realizza, non avrei mai e poi mai creduto che questo potesse avvenire a soli 18 anni e per di più in una partita così importante. Un pensiero particolare va a tutta la mia famiglia che mi ha aiutato a crescere nella maniera giusta sin da piccolo: questa giornata è soprattutto merito loro. Devo ringraziare anche la società che crede tantissimo nel settore giovanile e mister Italiano che mi ha dato tantissima fiducia
Poi arriva anche l'esordio a livello internazionale nei gironi di Conference League contro il Cukaricki. Già Italiano in lui aveva visto potenziale (integrandolo a pieno dopo l'infortunio di Dodo), preferendolo in quell'occasione a Pierozzi proprio sulla destra (seppur non essendo il suo ruolo naturale, anche se Aquilani lo aveva già schierato in quella posizione nella finale di Coppa Italia Primavera persa contro il Lecce). Dopo quella finale è stato chiamato da mister Bollini per uno stage con quell'Under 19 che a Malta si è guadagnata il titolo di "Campione d'Europa". Nato a San Daniele del Friuli, la sua carriera si sviluppa a braccetto con quella del fratello Francesco. A 10 anni circa, il passaggio all'Udinese e poi al Pordenone nel 2019.
La storia dietro il contratto
—Nel 2021 ecco per entrambi la chiamata della Fiorentina, ma solo uno riuscirà a sfondare e ad avverare il sogno, Pietro. Subito dopo perde la madre per un terribile tumore, ma la Fiorentina risponde presente facendogli firmare il suo primo contratto da professionista (prima fino 2025 con opzione, ora fino al 2028).
Quarta e Pongracic fuori, è il suo momento
—Un Quarta fuori contesto con la difesa a 4, un Pongracic ancora da ritrovare e una difesa traballante. Coincidenze? Se così vogliamo nominarle, allora sì. Palladino ha premiato di Comuzzo l'affidabilità, le abilità e il potenziale. Probabilmente nemmeno lui si sarebbe aspettato una tale ascesa in così poco tempo da parte di colui che il web ha già battezzato come mastino (per le prestazioni in campo). Pochi mesi fa (il 24 aprile), Comuzzo subentra a Mandragora nella semifinale di Coppa Italia per tappare il buco dopo l'espulsione di Milenkovic. Oggi, 6 mesi dopo, Pietro è a tutti gli effetti un punto di riferimento per tutta la Fiorentina. Il passaggio dal bruco alla farfalla per Comuzzo è stato diretto: della crisalide (bozzolo duro e coriaceo nel quale il bruco subirà la trasformazione) neanche una traccia.
(dati presi da ForzaFootball)
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