Le colpe del direttore sportivo
—Pioli è un aziendalista intelligente, non è tipo da rivoluzioni, valuterà le caratteristiche dei giocatori per dare un volto alla squadra. Per dare l’idea, non è pensabile che chieda a Gosens di fare il lavoro che faceva Theo Hernandez nel Milan, più facile ripartire dal 3-5-1-1 o dal 3-4-2-1. E poi in rosa ci sono tanti difensori centrali, anche Valentini andrà valutato, mentre gli esterni mancano. Comunque restano tre i nodi da risolvere. Di Kean abbiamo detto. Dodò vuole andar via e sembra difficile trovare una soluzione, Gud forse non sarà riscattato. Il Genoa, lo sappiamo, non vuole fare sconti. Se la Fiorentina dovesse mollare l’islandese porterebbe a una cifra inaccettabile di circa venti milioni la spesa per i prestiti della passata stagione. Gudmundsson è costato otto, Colpani quattro, Zaniolo più di tre, Adli due, Folorunsho un milione, per fortuna Cataldi era gratuito. Più, naturalmente, gli ingaggi. Quando si critica Pradè di motivi ce ne sono tanti. Buttare una ventina di milioni in prestiti è ingiustificabile, sono tanti soldi con i quali avendo le idee chiare, avresti potuto comprare due giocatori di ottimo livello. E poi i prestiti costringono tutti gli anni a rimettere pesantemente mano sulla squadra, come sta succedendo ora. Sicuramente Rocco Commisso avrà valutato e approvato se la posizione di Pradè non è stata messa in discussione neppure a fronte della richiesta di Palladino “O io o lui”. Restano i venti milioni volatilizzati. La Roma non ha cercato il direttore viola, solo rumors dai soliti ambienti romani. I giallorossi stanno puntando sul giovane Massara, un talento dei ds. Invece la Juventus starebbe davvero corteggiando Goretti arrivato appena un anno fa. Di sicuro, messo nel mirino della tifoseria e della critica, questa estate Pradè non potrà più sbagliare nulla. L’allenatore scelto è di alto livello, finalmente un segnale preciso della volontà di crescere, adesso va fatta una squadra all’altezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA