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E’ il giorno di Dzeko, Kean valuta le proposte. Venti i milioni buttati con i prestiti

E’ il giorno di Dzeko, Kean valuta le proposte. Venti i milioni buttati con i prestiti - immagine 1
Stefano Pioli si è già sentito con il centravanti viola, in mezzo a mille voci di mercato: ecco cosa si sono detti
Enzo Bucchioni Editorialista 

E’ il giorno di Edin Dzeko. Il bosniaco è arrivato a Roma, “Sono felice di essere tornato” le sue prime parole, ed è pronto per le visite mediche. Poi si trasferirà a Firenze per completare tutti gli accertamenti prima di mettere la firma sul contratto che lo legherà alla Fiorentina per un anno a 1,8 milioni, con opzione sul secondo. La visita al Viola Park con la scoperta di tutto lo straordinario centro sportivo, sarà l’altro piatto forte della giornata. Dzeko è il primo acquisto di un mercato che si preannuncia intenso, l’organico andrà necessariamente e profondamente rivisitato per avvicinarlo alle idee di Stefano Pioli. Dzeko è il primo nome condiviso, l’attaccante di grande classe e di esperienza che serviva per ripartire con Kean (speriamo) o senza Kean. Il bosniaco s’è già fatto conoscere e apprezzare in Italia prima alla Roma e poi all’Inter come uomo gol, ma anche come professionista straordinario e giocatore di grande intelligenza tattica. Potrà giocare anche con Kean, la sua capacità di muoversi per legare il gioco è riconosciuta, ma all’occorrenza può essere un’alternativa all’ex Juve. I suoi trentanove anni e due stagioni passate in Turchia hanno acceso discussioni e perplessità, ma uno come Dzeko potrà dare sicuramente ancora tanto sia in campo che nello spogliatoio con il suo carisma. E’ chiaro che se dovesse andare via Kean la Fiorentina dovrà reinvestire per portare a Firenze un attaccante di alto livello (perché non lavorare su Zirkzee?), ma intanto Dzeko è un certezza. Viene in mente un altro grande vecchio come Giroud che arrivato al Milan a 35 anni con Pioli ha vissuto due stagioni alla grandissima.

Pioli-Kean, contatto

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Tornando a Kean, l’impressione è che non deciderà a breve. Lui e il suo entourage vogliono prendersi tutti i quindici giorni di tempo utile per la clausola, dal primo al quindici luglio, per esaminare a fondo tutte le proposte ufficiali che dovessero arrivare. In questo momento nessuno, neppure lui, sa se rimarrà a Firenze o meno. La proposta degli arabi dell’Al Qadsiah è seria, potrebbe andare a guadagnare una ventina di milioni, ma presto anche Manchester ed altre potrebbero materializzarsi per pagare i 52 milioni della clausola. A quel punto toccherà a Kean valutare se gli converrà restare ancora in viola per ragioni più volte spiegate che vanno oltre l’aspetto economico, oppure ritentare il lancio ad alto livello. Naturalmente con Kean ha parlato anche Stefano Pioli. Il nuovo tecnico viola dall’Arabia sta lavorando da giorni con il comparto tecnico della Fiorentina per mettere a punto cessioni e acquisti, per definire la nuova rosa e gli obiettivi, e il pensiero è andato immediatamente alla posizione in bilico dell’attaccante. Kean ha ribadito anche a Pioli di non aver ancora deciso, l’allenatore gli ha confermato che, ovviamente, anche nel suo calcio sarà centrale, la squadra giocherà per esaltare le sue caratteristiche come succedeva con Palladino. Anzi, con il gioco di squadra davvero collettivo di Pioli, con la partecipazione alla manovra di centrocampisti e difensori, un attaccante come lui avrà più supporto e maggiori suggerimenti. L’analisi tecnico-tattica della rosa oggi è fondamentale per Stefano Pioli. Sta lavorando proprio a questo e si sta confrontando con Pradè. L’allenatore è duttile, negli ultimi anni ha giocato più spesso il 4-2-3-1 partendo dal 4-3-3, ma in alcune occasioni ha rispolverato anche la difesa a tre.


Le colpe del direttore sportivo

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Pioli è un aziendalista intelligente, non è tipo da rivoluzioni, valuterà le caratteristiche dei giocatori per dare un volto alla squadra. Per dare l’idea, non è pensabile che chieda a Gosens di fare il lavoro che faceva Theo Hernandez nel Milan, più facile ripartire dal 3-5-1-1 o dal 3-4-2-1. E poi in rosa ci sono tanti difensori centrali, anche Valentini andrà valutato, mentre gli esterni mancano. Comunque restano tre i nodi da risolvere. Di Kean abbiamo detto. Dodò vuole andar via e sembra difficile trovare una soluzione, Gud forse non sarà riscattato. Il Genoa, lo sappiamo, non vuole fare sconti. Se la Fiorentina dovesse mollare l’islandese porterebbe a una cifra inaccettabile di circa venti milioni la spesa per i prestiti della passata stagione. Gudmundsson è costato otto, Colpani quattro, Zaniolo più di tre, Adli due, Folorunsho un milione, per fortuna Cataldi era gratuito. Più, naturalmente, gli ingaggi. Quando si critica Pradè di motivi ce ne sono tanti. Buttare una ventina di milioni in prestiti è ingiustificabile, sono tanti soldi con i quali avendo le idee chiare, avresti potuto comprare due giocatori di ottimo livello. E poi i prestiti costringono tutti gli anni a rimettere pesantemente mano sulla squadra, come sta succedendo ora. Sicuramente Rocco Commisso avrà valutato e approvato se la posizione di Pradè non è stata messa in discussione neppure a fronte della richiesta di Palladino “O io o lui”. Restano i venti milioni volatilizzati. La Roma non ha cercato il direttore viola, solo rumors dai soliti ambienti romani. I giallorossi stanno puntando sul giovane Massara, un talento dei ds. Invece la Juventus starebbe davvero corteggiando Goretti arrivato appena un anno fa. Di sicuro, messo nel mirino della tifoseria e della critica, questa estate Pradè non potrà più sbagliare nulla. L’allenatore scelto è di alto livello, finalmente un segnale preciso della volontà di crescere, adesso va fatta una squadra all’altezza.