Dzeko ad un passo dalla Fiorentina a 39 anni: la stessa età di Ibra, quando tornò in rossonero. E fu l'uomo della svolta...
Vi siete chiesti perchè Stefano Pioli ha chiesto Edin Dzeko per la sua Fiorentina? Io un'idea me la sono fatta. Detto che non faccio parte della schiera dei "è bollito", "verrà a Firenze a svernare", anzi ritengo che il suo arrivo possa essere una scelta intelligente. Con il bosniaco si può colmare la falla del vice-Kean senza spendere se non l'ingaggio (e ricordando che il mercato viola è sempre a budget zero, è meglio concentrare gli sforzi altrove) inserendo in squadra un giocatore che può tornare utile in campo, ma pure fuori. Ma c'è di più, almeno nelle speranze di Pioli: Dzeko potrebbe rappresentare per la Fiorentina quello che fu Ibrahimovic per il suo Milan.
Do you remember?
—
Siamo a metà della stagione 2019/20. Il Milan è undicesimo in classifica e sembra una squadra allo sbando (5-0 a Bergamo contro l'Atalanta nell'ultima gara dell'anno solare). La dirigenza decide di intervenire sul mercato prendendo il (quasi) 39enne Zlatan Ibrahimovic. Per molti - me compreso, lo ammetto - è un acquisto senza senso perchè lo svedese è reduce da gravi infortuni e da due stagioni nella MLS americana. Bollito.
Si rivelerà invece la mossa che ha cambiato la storia: il Milan si rilancia nel girone di ritorno chiudendo al sesto posto, grazie anche ai 10 gol di Ibra. E da lì si gettano le fondamenta per lo scudetto 2021/22 (nel mezzo un 2° posto), con l'ormai 41enne Zlatan ancora protagonista. L'apporto dello svedese fu determinante non tanto e non solo per il suo contributo in campo, ma soprattutto per il carisma e la personalità che portò dentro lo spogliatoio.
Pioli prova il bis
—
Questo Dzeko ha molto in comune con quell'Ibrahimovic, in primis proprio l'età. 39 anni sono spesso sinonimo di fine corsa, ma le sue ultime stagioni dicono il contrario. Il bosniaco ha un curriculum da top, avendo giocato (e vinto) in Bundesliga e in Premier League prima delle 8 annate in Italia tra Roma e Inter (con 150 gol) e le ultime due in Turchia, da capitano, nella squadra che ha chiuso seconda alle spalle del Galatasaray dei mostri (Osimhen, Icardi e co). Il parallelismo regge anche per caratteristiche tecniche, attaccante di stazza ma con piedi da trequartista, Dzeko può essere un'arma preziosa da gettare nella mischia al posto di Kean o anche al suo fianco. E leader carismatico fuori dal campo, da affiancare ad un altro totem come De Gea. Pioli - che ha regalato una seconda giovinezza anche a Giroud e che ha lavorato di recente con un 40enne sovrannaturale come CR7 - lo sa meglio di tutti.