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Da Pioli a Dzeko. Il futuro può attendere, ma il presente potrebbe sorridere

Da Pioli a Dzeko. Il futuro può attendere, ma il presente potrebbe sorridere - immagine 1
L'idea sarebbe quella di costruire una "Instant Fiorentina", con il duplice obiettivo di vincere la Conference e stare tra i primi cinque/sei posti del campionato
Matteo Magrini

Pioli is on fire”. La curva del Milan, la direbbe così. Perché non sarà ancora potuto tornare in città (e non vede l'ora) ma il mister della Fiorentina, a distanza, ha già iniziato a lavorare. Eccome. Un confronto costante e quotidiano, quello tra lui e il direttore sportivo Pradè, che ha già prodotto il primo risultato: Edin Dzeko. Un acquisto più che condiviso, quello del bosniaco, e del resto non si fatica a crederlo. Basta pensare a quanto successo in rossonero quando, con Ibrahimovic prima e Giroud poi, il tecnico emiliano è riuscito (ovviamente grazie al loro splendido contributo) a tirar fuori da due “vecchietti” gol, assist, leadership e mentalità vincente. Adesso ci riprova. E visto che non c'è due senza tre possiamo avere grande fiducia sul buon esito della scommessa. Anche perché Dzeko viene descritto come un professionista stile CR7 (attentissimo all'alimentazione, per esempio) e perché, ahinoi, la Serie A è un campionato dove giocatori del genere possono ancora far la differenza. Mi vengono in mente i due citati sopra, ma pure l'ultimo Lukaku visto a Napoli o, per scendere ancora più in basso, il Jerry Mina di Cagliari. Tutta gente che in Premier, in Liga, in Bundesliga e forse pure in Ligue 1 verrebbe spazzata via e che in Italia, invece, riesce ancora a determinare in positivo. Una constatazione che mette tristezza, ma che se non altro (appunto) ci può far guardare con ottimismo pensando all'impatto che potrà avere l'ex Roma. Un giocatore di livello superiore, con fisico da 9 ma piedi e cervello da 10.

E così veniamo ad un altro elemento che, in attesa ovviamente di vedere come proseguirà il mercato, mi fa tirare un enorme boccata d'aria: la ricerca di giocatori di pallone. Dopo Dzeko infatti, e anzi ancor più in alto nella lista degli acquisti da fare, il mister e il diesse hanno messo un regista. Non a caso nei giorni scorsi son circolati nomi come quello di Bennacer o Asllani. Buoni giocatori, anche se entrambi hanno delle controindicazioni. Il primo dopo l'infortunio non ha più toccato certi picchi di rendimento, mentre il secondo all'Inter ha mostrato evidenti limiti di personalità. Ciò non significa che a Firenze, col pieno di fiducia, non potrebbe tornare sui livelli di Empoli. Personalmente però, preferirei uno come Samuele Ricci. Certo, resterebbe il fastidio per esserselo fatto scappare quando giocava a mezz'ora da qua. Un aspetto tra l'altro, che lo accomuna agli altri due. Ecco. Semmai, questi tre precedenti, potrebbero servire da monito per evitare di ricaderci ancora. Penso a Fazzini, per dirne uno a caso.


Qualità, si diceva. La sensazione (forte) è che si vada proprio in quella direzione. Anzi. Qualità, e aggressività. Basta calcio speculativo e attendista. Pioli vuole costruire una Fiorentina che provi ad imporsi, che sia protagonista, che provi a gestire il pallone (ecco la ricerca di piedi buoni) e che vada a recuperarlo il più in alto possibile. Per questo però, servirebbe anche qualche giocatore di gamba in più. Un “Mandragora più forte”, per capirci, sperando magari che Ndour trovi una piena e vera consacrazione. E poi ancora: maturità. Un termine gentile per dire che l'idea mi pare sia quella (e lo si è capito fin dalla scelta dello stesso Pioli) di costruire una specie di Instant Fiorentina. Una squadra che magari (purtroppo) non avrà chissà quale sguardo rivolto al futuro ma che sappia puntare ai massimi traguardi possibili: la vittoria della Conference, e un campionato nel quale stare fino alla fine in lotta per le prime cinque, sei posizioni. Sarebbe già qualcosa in attesa che, prima o poi, si inizia a costruire qualcosa che somigli davvero ad un progetto a lungo termine.