La classifica è ancora buona, ma si parla di scricchiolii nel Viola Park. Che idea si è fatto?
—È difficile dirlo con certezza. Certo, ci sono giocatori che potrebbero essere scontenti, anche se inconsciamente. Prendiamo Biraghi, capitano e leader della squadra: con l’arrivo di Gosens, è stato messo in un angolo. Forse sarebbe stato meglio cedere uno tra lui e Parisi durante l’estate. Inoltre, abbiamo rinforzato il reparto offensivo, dove eravamo già coperti, senza effettuare uscite necessarie.
Che intende?
—Palladino ha voluto Colpani, e Gudmundsson è stato un investimento importante, ma avevamo già giocatori come Ikoné, Beltrán e Kouamé. Questo ha creato una sovrabbondanza in alcuni ruoli e, di conseguenza, ha portato alcuni giocatori a sentirsi meno importanti. Quando tutto va bene, come durante le otto vittorie, questi problemi restano nascosti; ma quando i risultati iniziano a calare, i nodi vengono inevitabilmente al pettine.
Palladino sta sbagliando qualcosa nella gestione?
—Credo che Palladino avrebbe potuto essere consigliato meglio. Ho un dubbio: non vorrei che abbia voluto stravolgere troppo la “vecchia” Fiorentina, forse per mettere il suo marchio sulla squadra e far vedere che i risultati fossero per merito suo. Ha puntato su certi giocatori, lasciandone fuori altri che, ricordiamolo, avevano portato la Fiorentina in tre finali. Questo cambio di direzione potrebbe aver creato malumori e squilibri interni.
E la piazza rumoreggia...
—È vero che ci si aspettava qualcosa in più, ma bisogna mantenere la calma. Sognare non costa nulla, ma quando arrivano i risultati negativi non bisogna lasciarsi sopraffare dal pessimismo assoluto. Vedremo come finirà il mercato: se Palladino ha deciso di non puntare sui “vecchi”, allora servono delle uscite. Altrimenti, il rischio di creare problematiche interne aumenta.
Il mercato invernale le sta piacendo?
—Folorunsho è un buon acquisto. Pongracic è stato subito messo da parte dopo qualche errore, Gudmundsson viene da un periodo complicato e Colpani non sta ancora rendendo ai livelli che ci si aspettava. Se Palladino vuole davvero cambiare ulteriormente l’ossatura della squadra, sarà necessario effettuare delle uscite: probabilmente una per ogni entrata, o addirittura due per ogni acquisto. In caso contrario, il rischio di compromettere gli equilibri del gruppo sarà sempre maggiore.
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