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"Trattatemi bene, così il prossimo anno resto qui". Un sorriso a 32 denti e l'aria di chi sa che in realtà è solo di passaggio accompagnavano Javier Portillo a Firenze all'alba della stagione 2004/2005. Non paga del sostanziale flop di Predrag Mijatovic, Fiorentina aveva deciso di consegnare al compianto tecnico Emiliano Mondonico uno dei prospetti più interessanti del calcio spagnolo, ovvero l'allora 21enne Portillo, che le merengues avevano deciso di prestare per farlo crescere in un campionato tatticamente complesso come quello italiano. Se ne parliamo in questa rubrica, anche per chi non lo conosce o non se lo ricorda non è difficile intuire com'è andata: non bene. Eppure le premesse erano stellari. Anzi, Galattiche.
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