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Bucciantini a VN: “Non dobbiamo muovere la classifica ma sollevare i cuori”

Bucciantini
La nostra chiacchierata esclusiva con Marco Bucciantini: i riflessi di Fiorentina-Parma, le dichiarazioni post partita, gli obiettivi possibili
Simone Bargellini Vice direttore 

All'indomani di Fiorentina-Parma abbiamo l'opportunità di fare nuovamente il punto della situazione con Marco Bucciantini. L'opinionista radio-tv, volto di spicco di Sky Sport, commenta per noi i temi di casa viola dopo un pareggio che ha lasciato tanto amaro in bocca.

Pradè dice che la Fiorentina era stanca, che ne pensi?

"Le squadre ancora dentro le coppe (12 in tutta Europa da giovedì sera) hanno una routine diversa, viaggio, partita, ritorno, rifinitura, partita, viaggio e così via…. Pradè lo ha ricordato e sono state parole appropriate, che servono a capire. Sono rientrati venerdì all’alba, hanno avuto solo sabato (la rifinitura appunto) per pensare e lavorare sul Parma e valutare le condizioni di tutti. Questi non sono alibi, questa è la realtà. Poteva succedere di giocare una partita a ritmi inferiori, con un’eccessiva preoccupazione nel non offrire campo agli avversari".


Le parole di Citterio, però, hanno fatto parecchio discutere...

"Questo è un discorso diverso e deludente: anche questa è realtà - la classifica si muove - ma bisogna livellare l’atteggiamento con le ambizioni. Il pareggio può essere accolto come una ferita per aver tentato di cambiare la partita, migliorarla, aver lasciato a tutti (e a se stessi) l’impressione di una ribellione al pareggio. Il Parma oggi è una squadra più quadrata, più “seria” rispetto a prima, con Chivu in panchina hanno perso una sola partita e battuto il Bologna. D’accordo. Ma la Fiorentina ha ritrovato una sua forza, una sua consapevolezza e proclamare: vogliamo vincerle tutte e poi cambiare ruolo per ruolo fino al cambio finale, difensore per difensore, ha negato un po’ quel desiderio. I tecnici hanno in mano muscoli, testa, cuore dei giocatori e sono convinto che non “sentissero” la partita al sicuro. Però le partite a volte si possono variare con un azzardo, con un messaggio, con qualcosa che costringa gli avversari a ragionare di conseguenza".

Siamo tutti allenatori: tu che cambi avresti fatto?

"Qualche minuto Beltran insieme a Gud dietro a Kean, un mossa per preoccupare il Parma, subito dopo l’occasione avuta da Kean…tentare di spostare psicologicamente la partita. Magari solo pochi minuti. il tempo di capire se la squadra fosse rimasta equilibrata, chiedendo all’argentino più volume, più campo. Per poi riorganizzare la squadra con un centrocampista al posto di Gud al primo pericolo. Prendersi un rischio così, anche per pochi minuti, un modo anche per “mostrare” un tentativo diverso, più coraggioso, che assecondasse un secondo tempo dove la Fiorentina era più sicura in campo, e il Parma un po’ più accorto. Provare a spostarla anche mentalmente, dopo l’occasione di Kean, cercare di prendersi un vantaggio".

Folorunsho da esterno a tutta fascia ti convince?

"Credo che Folorunsho in queste partite sia considerato come alternativa ai “quinti”. Un cambio programmato in quel ruolo. Anzi, credo che giovedì se la giocherà da titolare proprio sull’esterno. Così è depotenziato ma è una scelta fatta per la squadra, l’unica possibile. Lui ha serietà, applicazione, gamba. Quando rientrerà Gosens, spero di vedere Folorunsho fra le mezzali, perché va dentro, ha coraggio, strappo. Ma adesso Palladino vuole consolidare il modulo, e Folorunsho serve lì".

Proiettiamoci al ritorno con il Celje, come va gestita la partita? 

"L’andata ha messo dal verso giusto la sfida, ha mostrato la differenza, c’è ed è tanta. Adesso si tratta di governare con personalità una partita che gli sloveni giocheranno leggeri ma la Fiorentina deve segnare, tenerli a distanza di qualche gol dalla qualificazione. Segnare, la Fiorentina deve abituarsi a segnare di più. Anche negli anni scorsi la Conference permetteva questo sfogo. Poi, giovedì andranno a letto a mezzanotte, ci sarà più tempo per preparare la partita di lunedì, e poi una settimana per quella dopo".

A cosa può puntare realisticamente la Fiorentina in campionato?

"Ci sono molti scontri diretti, la Fiorentina ne ha due proprio con quelle davanti in classifica, molto è ancora possibile, probabilmente la Champions andrà intorno ai 70 punti che non sono la dimensione della Fiorentina. Se ci andranno quelle di adesso saranno confermati i valori di questi anni. Al netto delle penalizzazioni, nei 6 anni dell’era Comisso la Juventus e l’Inter si sono sempre qualificate. L’Atalanta sarebbe alla quinta e il Napoli alla quarta qualificazione. Manca solo il Milan, ma tornerà. Sono valori stabili che sarebbe importante avvicinare il più possibile, lottare fino alla fine per un punto in più, un piazzamento migliore. E poi continuare a crescere, come dimensione. Intanto, un bel finale sarebbe chiudere con il record di punti dell’era Commisso, magari con il piazzamento migliore. E farlo spingendo, in campo, cercando di far passare un pensiero forte di squadra, di convincere il popolo, creare condivisione. Non dobbiamo muovere la classica, dobbiamo sollevare i cuori".