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Bove è una chiave ma non è un passepartout: quale soluzione per le “piccole”?

Bove è una chiave ma non è un passepartout: quale soluzione per le “piccole”? - immagine 1
Spostare largo a sinistra l'ex Roma si è rivelato l'accorgimento giusto contro Lazio e Milan, ma la sensazione è che per dominare le piccole serva qualcosa di diverso
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

La vittoria contro il Milan come uno spartiacque della stagione. La sosta dovuta alle nazionali sta volgendo al termine, e in questi giorni il mantra in casa viola è stato questo. La gara contro i rossoneri ha messo in evidenza il lavoro di Palladino e le nuove soluzioni studiate dal tecnico ex Monza. Dopo 7 giornate di Serie A e 3 gare di Conference non si possono fare bilanci, ma certamente qualche tratto peculiare della viola lo si è intuito. Le migliori prestazioni stagionali sono arrivate contro le big, Atalanta (il primo tempo), Lazio e Milan.

Prima la difesa

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Al Franchi oltre ad una prestazione mostruosa di De Gea è stata soprattutto la solidità difensiva la base sulla quale Palladino e i suoi hanno costruito la vittoria. Il baricentro medio basso e la compattezza tra i reparti hanno permesso alla Fiorentina di non concedere molto su azione. Già ad Empoli e nel secondo tempo con la Lazio la difesa a 4, combinata allo spostamento di Bove largo a sinistra hanno garantito solidità. Proprio l'ex Roma sembra essere l'elemento chiave dello scacchiere di Palladino, grazie alla sua corsa e si suoi raddoppi sulla fascia la copertura è stata assicurata. Ma anche gli attaccanti, come Kean e Colpani hanno aggredito bene i giocatori del Milan e hanno rinculato con ordine nella propria metà campo. Il pressing forsennato di Italiano sembra ben lontano.


Ma l'attacco?

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A Lecce però la Fiorentina dovrà pensare anche a qualche idea offensiva in più. Una delle chiavi contro le grandi è stata la possibilità di tenere meno il pallone, e garantirsi opportunità ribaltando il campo dalla difesa, o direttamente con i rinvii di De Gea. La progressione devastante di Kean abbinata alla creatività di Gudmundsson hanno favorito il tutto. Ma contro le squadre più chiuse la Fiorentina per adesso non è quasi mai riuscita ad essere fluida con il pallone, sia da dietro che in avanti. L'ingresso nell'11 titolare di Adli potrebbe aiutare proprio in questo senso, data la capacità dell'algerino di abbassarsi. Sarà interessante capire se Palladino si affiderà ancora a Bove come finto esterno. Il numero 4 non è un giocatore di qualità nel saltare l'uomo e creare. In Puglia sarà una vera e propria prova del 9, per una squadra che sembra essere sulla retta via. Il miglior attacco è la difesa, ma da sola non basta.

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