Dopo un inizio di stagione non brillantissimo, l'ex Monza è chiamato a cambiare marcia, convincere Palladino e soprattutto ad incidere nel tabellino
Tra il fenomenale De Gea, lo strepitoso Kean, la sorpresa Comuzzo, l'imprescindibile Adli, il motorino Dodò e via discorrendo, la nota (un po') stonata di questa Fiorentina è Andrea Colpani. Il suo arrivo, voluto fortemente da Palladino, aveva suscitato grande interesse e approvazione in estate, vista la stagione chiusa quasi in doppia cifra con il Monza. Il "flaco" aveva tutte le carte in regola per essere la pedina giusta nello scacchiere tattico viola, ma arrivati a dicembre le sue prestazioni hanno fatto storcere il naso ai più. Sia nell'iniziale 3-4-2-1 che nel più recente 4-2-3-1, sono stati pochi i guizzi del numero 23, fermo alla doppietta (più assist) nella traboccante trasferta di Lecce. Oltre alla saltuaria presenza nel tabellino però, quel che colpisce di più è la poca incisività dell'esterno nelle vittorie e nei momenti rilevanti delle partite viola.
Lavoro sporco
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Dominatore della fascia destra in questo avvio di stagione viola è stato Dodò, un vero e proprio motorino come detto. Il brasiliano dopo l'infortunio al crociato della scorsa stagione è rientrato alla grande, sfrecciando su, giù e pure dentro al campo. Per questo, spesso e volentieri, il lavoro di Colpani è stato anche tattico, per coprire le spalle e lasciare campo libero al terzino ex Shakhtar. A volte però è mancato il suo guizzo: in ripartenza, accentrandosi sul suo sinistro, non è arrivato il "clic" per stapparsi definitivamente. Poco male, diremmo, visti i risultati in campionato della squadra che vanno oltre ogni più rosea aspettativa, ma che rischiano di avvicinare a Colpani lo spettro di Ikoné. Palladino per ora in Serie A ha sempre puntato sul prodotto del vivaio atalantino, ma le prestazioni e gli strappi in Conference di Jorko rischiano di farlo vacillare.