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Gudmundsson, non possono essersi sbagliati tutti

Copertina Gudmundsson
È davvero possibile che tutti si siano sbagliati su Albert Gudmundsson? Da Inzaghi a De Rossi, fino a Italiano. Cos'è che non va?
Tommaso Ormini

C’è qualcosa che non va, questo è evidente. Non stiamo parlando di mancato talento, di prestazioni brutte o del gol che tarda ad arrivare: quello di Albert Gudmundsson è un vero e proprio dilemma. Il numero 10, arrivato in pompa magna la scorsa estate con Palladino, ad oggi ha sicuramente deluso le (alte) aspettative che tutti riponevano in lui.

Come detto in precedenza, non sono solo le prestazioni a preoccupare, ma la sua apparente poca voglia di incidere. È vero che tutto questo sta accadendo in un momento particolare, in cui l’intera rosa sta rendendo sotto le aspettative. Però il 10 sulle spalle ce l’ha lui, e uno dei leader tecnici in campo sta mancando all’appello da ormai troppo tempo.

Perché in Nazionale sì e in viola no?

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Un tema che ha fatto scalpore nelle ultime settimane è il suo rendimento con la Nazionale islandese. Nella scorsa sosta e in questa, tutt’ora in corso, Gudmundsson ha realizzato tre gol e due assist in sole tre partite, confermandosi uno dei pilastri dell’Islanda di Gunnlaugsson. Allora la domanda sorge spontanea: quali sono le differenze con la Fiorentina?

La risposta sembra essere il ruolo. Con la maglia dell’Islanda, l’ex Genoa ricopre una posizione interessante, libero di svariare ma attivo soprattutto sul fronte sinistro. Il CT gli concede piena libertà: parte talvolta da mezz’ala, altre volte da esterno sinistro. Le heatmap delle ultime partite mostrano un giocatore in costante movimento, coinvolto sia in fase offensiva che in ripiegamento.

Possibile che tutti si siano sbagliati?

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Che il nome e il calciatore Gudmundsson siano stati idealizzati dai tifosi viola è un dato di fatto. Quando “fai la bocca” su un giocatore, poi non lo vedi arrivare e devi aspettare più di sei mesi, è naturale che l’esaltazione prenda il sopravvento.

Molti nel mondo del calcio hanno espresso grande ammirazione per l’islandese, a partire da Vincenzo Italiano.Era l’inverno del 2024 quando la Fiorentina ha provato a prenderlo dal Genoa, ricevendo solo risposte negative. L’estate successiva, ad agosto, ecco finalmente l’arrivo in viola, sotto precisa richiesta di Palladino, che lo voleva come fantasista da affiancare a Kean e Colpani. La Fiorentina lo ha strappato all’Inter di Inzaghi, che lo stimava profondamente, e persino a Daniele De Rossi lo aveva segnato nella lista dei suoi obiettivi, senza però riuscire a concretizzare.

Tutto questo per dire che l’ammirazione e la stima per le qualità del classe ’97 sono condivise da molti addetti ai lavori.Oggi Gudmundsson è un dilemma, non ancora un fallimento. Ma è il momento di una risposta, perché le attenuanti stanno finendo. Firenze lo ha desiderato, corteggiato, applaudito prima ancora che scendesse in campo. Adesso vuole vedere quello per cui ha aspettato sei mesi: il giocatore che tutti avevano riconosciuto come diverso dagli altri.