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L’allenatore del Twente non ha letto bene la Divina Commedia
No, non ci siamo già dall’inizio. La stagione della Fiorentina è appena cominciata, e sarà lunga, lunghissima, anche se, malauguratamente, alla fine dovesse spuntarla il Twente. Al limite siamo nel mezzo del cammin dei playoff di Conference League. Ha scelto una metafora un po’ particolare, Ron Jans, tecnico degli olandesi, per riferirsi al fatto che la Fiorentina troverà lo stadio di Enschede pieno. “Sarà come l’Inferno di Dante”. In effetti quel dolce stilnovista di Vlap, il più pericoloso all’andata, si può paragonare alla lupa (“che di tutte brame sembrava carca ne la sua magrezza”), allegoria della cupidigia che insieme a una lonza e un leone spaventa Dante e lo ricaccia verso la selva dove avviene l’incontro con Virgilio-Italiano, che guida con sicurezza la discesa negli Inferi.
Nell’Antinferno ci sono gli ignavi, “coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo”, che nella nostra disamina sono quelli che si salvano senza fare le coppe Europee, conducendo campionati appunto senza infamia e senza lode. La lode la Fiorentina se l’è sudata fino all’ultima giornata e non vuole certo tornare tra gli ignavi dopo tanta fatica. Manca solo un ultimo passo.
Poi con il Limbo cominciano i nove cerchi infernali, nove come le stagioni trascorse dall’ultima partecipazione del Twente alla fase a gironi, nell’Europa League 2012-13. Un Inferno vero e proprio, quello sì, condito anche dalla retrocessione in Eerste Divisie (Serie B) nella stagione 2017-18. Per la Fiorentina, invece, i 5 anni e mezzo trascorsi dall’ultima apparizione continentale sono stati più un Purgatorio, con una retrocessione sfiorata (2018-19) in un momento in cui la squadra viola era davvero una “nave sanza nocchiero in gran tempesta”. Poi una costante risalita, come per Dante e Virgilio verso l’Eden.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
Torna tutto? Sembra di sì. Anche l’esortazione che immaginiamo possa fare Italiano ai suoi, in quanto giocatori della Fiorentina, ricalca quella di Ulisse alla sua ciurma: “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir vertute e canoscenza”. Che, parafrasato nel calcio, è: “Siete giocatori della Fiorentina, non siete qui per giocarvi il decimo posto, ma per inseguire sogni ed emozioni”. Ma c’è una cosa che ci fa pensare che Jans non abbia letto la Divina Commedia con attenzione. Sì perché, se l’allenatore avversario ci prospetta l’Inferno di Dante, dovrebbe sapere che, dopo 33 canti (il numero di uno strepitoso Sottil, ora come ora decisivo nell’economia del confronto), Dante l’Inferno lo supera. E allora sì, speriamo che la metafora del tecnico del Twente sia corretta. Ma non nel senso che, erroneamente, intendeva lui…
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