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La rivoluzione di Italiano: bellezza e concretezza d’accordo, bilancio in linea

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L'analisi di Fiorentina-Bologna, i meriti di Italiano che porta la squadra a un solo punto dalla zona Champions e la vicenda stadio Franchi che tiene banco
Enzo Bucchioni Editorialista 

Ora sappiamo che c’è anche un’altra Fiorentina, meno bella ma più pratica, più concreta. Serviva solo vincere e la Viola ha vinto lasciando al Bologna tutti i numeri, dal possesso palla in giù. Quasi una rivoluzione copernicana. E tutto questo alla faccia del solito plotone di esecuzione sempre pronto a piazzarsi davanti a Italiano, a quelli che “non sa cambiare partita”, “è integralista”, “sbaglia le sostituzioni”.

Ai "Calcioti" vorrei far notare che la partita l’ha vinta Italiano con le due sostituzioni fatte nell’intervallo per risistemare la squadra e correggere i difetti visti nel primo tempo. Italiano ha capito che la difesa del Bologna andava “mossa” con un attacco più dinamico e per questo ha sacrificato perfino il suo pupillo Nzola che pur aveva fatto l’assist a Bonaventura, ma ha corretto soprattutto una difesa disastrosa con Quarta, confusa con Parisi, incerta in Biraghi che non reggeva Orsolini.


Bellezza e concretezza insieme

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È andata bene con il carattere, la voglia, la grinta, la praticità, tutte cose che questa squadra ha dentro, ma a volte dimentica per privilegiare l’edonismo calcistico e la bellezza. Da oggi speriamo che queste qualità vengano costantemente amalgamate e usate, anche nella stessa partita: bellezza e concretezza possono andare d’accordo. Questa vittoria è fondamentale. Archivia un periodo difficile (tre sconfitte) e dopo la sosta per la Nazionale apre nuovi orizzonti che profumano di buono. Il bilancio di questi primi tre mesi è in attivo, per certi versi buonissimo, anche se per qualcuno “l’inizio di stagione è ancora deludente”, sentita appena ieri. Oltre a non sapere di calcio non sanno neppure di numeri. Vorrei ricordare a lor signori "Calcioti" che la Fiorentina ha sette punti in più rispetto alla dodicesima giornata della scorsa stagione, dopo aver affrontato tutte le grandi. Escluso il Milan che ci sarà alla prossima giornata. Vorrei sottolineare che è quinta in classifica con l’Atalanta, a un solo punto dalla zona Champions, obiettivo straordinario. Se poi vogliamo aggiungere che anche in Conference il primo posto è stato raggiunto con ampie possibilità di mantenerlo fino alla fine. Deludente? Vaiavaiavaiavaia

Bilancio positivo, ora non accontentarsi

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Deve essere altrettanto chiaro, però, che nessuno si accontenta, ma questo Italiano lo sa benissimo. Il primo è lui. E deve essere altrettanto chiaro che questa squadra può dare di più e deve trarre nuova energia anche da giocatori che fino ad oggi si sono visti pochi. Non per fare il profeta, ma è stato chiaramente dimostrato un’altra volta che con Nico e Bonaventura questa squadra gira a una velocità superiore. Sono solo loro i giocatori di qualità superiore che possono cambiare le partite e la storia di questa Fiorentina, ma quello che attendo è la crescita di molti altri. Aspettiamo di vedere al loro livello Barak, Ikonè e Mandragora, in ritardo per varie e diverse. Serve il ritorno di Kayode per rimettere ordine a un reparto e tranquillizzare Parisi. Lopez, Brekalo, Sottil e Infantino cresceranno, le qualità ci sono. Aspettiamo anche la forza fisica di Mina che una mano (toccando ferro) prima o poi la darà. Dico questo perché sarebbe ora di finirla di menare gramo o di menarla e basta. In Serbia non è bastato neppure vincere per far contenti tutti, serviva anche giocare bene, dicono quelli che non conoscono l’Europa, la Conference e il calcio...ma Vaiavaiavaiavaia…Se poi la Roma perde a Praga come la mettiamo? Cosa diciamo? Allora dico ai miei due o tre lettori, ma non voglio convincere nessuno, che per me il bilancio dei primi tre mesi è positivo.

Il discorso è un altro: cosa fare per migliorare?

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Serve il recupero degli esterni di difesa a buon livello e buon dinamismo per far funzionare le due catene (quanto manca Dodò…), a volte la squadra tende ad allungarsi mettendo in crisi una difesa non brillantissima (Milenkovic involuto, Quarta tornato Quarta), e serve soprattutto un maggior contributo dei due attaccanti in termini di gol (ovvio), ma soprattutto di partecipazione al gioco. Nzola continua a deludere, è evidente. Inutile ripetere cosa ha fatto, oggi non lo fa. La Fiorentina ha bisogno dei suoi gol, ma soprattutto del suo movimento, della forza fisica, della capacità che ha (aveva) di spostare le difese avversarie e aprire soluzioni offensive. Bonaventura ci crede ancora, ha spiegato che con il lavoro Nzola ne uscirà fuori e ne sono convinto anch’io. In questo momento però manca anche se poi, alla fine, l’attacco viola è fra i primi cinque-sei del campionato.

Aspettiamo tutti anche la maturazione di Beltran, ma questa non sappiamo quanto necessita e se sarà lenta o più rapida. Sono convinto però che anche per questo ragazzino non sia lontano il tempo buono del raccolto. Le qualità ci sono. Non andrà in nazionale per la botta al costato e in queste due settimane potrà lavorare ancora di più nei meccanismi e nell’intesa con i compagni. Insomma, una Fiorentina in linea con le aspettative, fra il picco di Napoli e la caduta con l’Empoli, alla ricerca di una maggior costanza di rendimento che però, storicamente, le squadre di Italiano trovano da gennaio in poi. Insisto comunque sui sette punti in più in classifica, portarseli dietro significherebbe avere ambizioni finali da Europa League.

La vicenda stadio

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E ora torniamo alla surreale vicenda stadio. In attesa del Tar del Lazio per i 55 milioni europei, ricorsi e controricorsi previsti e prevedibili, quindi vicenda ancora complessa e difficile da valutare, ogni giorno scopriamo cose nuove raccontate dai trombettieri di Nardella o da Nardella stesso tese a dare spiegazioni, ma che in realtà sono autentici autogol. Soprattutto danno l’idea del grande pasticcio che si sta portando avanti, lo snaturamento del bellissimo stadio del Nervi, la costruzione di uno stadio nello stadio, ma oggi soltanto parziale perchè i soldi non ci sono, con la Fiorentina che non si sa dove andrà a giocare visto che pure Empoli s’è tirata fuori. Non saranno coperte la Maratona e la curva Ferrovia, ma per ora neppure la Fiesole perché, ovviamente, la copertura è unica e se non ci saranno i soldi per la metà dello stadio, la copertura della Fiesole andrà riprogettata a se stante. Ma vi immaginate l’obbrobrio. Ma la Sovrintendenza dov’è? Non l’hanno capito che il Franchi lo rovinano comunque, tanto valeva raderlo al suolo. Ma attenzione: la Maratona non solo non avrà la copertura, ma non sarà proprio toccata, resterà con i gradoni…Non ci sono i soldi.

I fondi e gli Europei 2032

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Il mantra di Nardella è li troveremo strada facendo. Da chi? Ma quando? E dimentica, fra l’altro, che lui fra pochissimi mesi non sarà più sindaco di Firenze. Vicenda imbarazzante come promettere l’inizio dei lavori a gennaio. Ma lo sapete quanto ci vuole a impiantare un cantiere così complesso, fra l’altro in pieno centro cittadino? Con la Fiorentina che comunque fino a giugno dovrà giocare al Franchi e gli spettatori “fra i piedi”…A proposito di soldi, anche se lui non sarà più sindaco, Nardella pensa di avere già in tasca risorse dagli Europei 2032. Ma lo sa che difficilmente (purtroppo) Firenze sarà una delle cinque sedi prescelte? Una storia che ricorda molto le Olimpiadi a Firenze promesse seriamente, più e più volte, dal sindaco con tanto di convegni e annunci. Grandeur…Questa dello stadio, comunque, potrebbe anche diventare una vicenda economicamente poco sostenibile e se non dovesse andare in porto con scenari amministrativi tutti da capire.

Con la Fiorentina nel mezzo

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Non si sa ancora dove andrà a giocare e questo non mi sembra poco visto che andrà comunicato alla Lega entro la primavera. Ma ascolto allibito altre parole di Nardella, quando parla di progetto a lotti anche dopo il 2026 per eventualmente coprire la Maratona e la Ferrovia se dovessero arrivare i soldi in tempo. Ma per quanti anni dovrà subire disagi la Fiorentina e di conseguenza i suoi tifosi? Il tutto in un quasi silenzio assordante. E imbarazzante. Renzi parla, attacca, ma si muove poco. Giovanni Galli ha proposto un commissario per fare luce sull’intera vicenda, qualcuno in effetti dovrebbe davvero dirci in questo caos, dal plastico megagalattico alle curve scoperte, come stanno le cose e se davvero il restauro-pasticcio s’ha da fare nell’interesse della città o meno.

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