Su e giù dal carro
—Tutto questo per dire che ora che la Fiorentina si ritrova lassù, in piena zona Champions, varrebbe la pena fare lo sforzo di mettere da parte polemiche, dissapori, nervosismi ed evitare di alimentare quel clima di perenne tensione (e contrapposizione) che da mesi ormai aleggia (nemmeno troppo velato) attorno e sopra la squadra. Non serve a niente per esempio (anche se io per primo ammetto che la tentazione sarebbe fortissima) tirar fuori il vecchio discorso del “carro”. Certo, fa sorridere leggere o ascoltare pareri entusiastici sull'allenatore dalle stesse persone che magari, dopo il pareggio col Lecce, la sconfitta con l'Inter o lo stesso 2-2 dell'ultima partita di Conference, lo descrivevano come “un limite”, e non come una “risorsa”. Ma questo è il calcio, soprattutto in questa strana città, e chi ha sempre sostenuto la tesi che questo tecnico fosse il vero valore aggiunto della Fiorentina adesso deve fare lo sforzo di non rinfacciare niente a nessuno ma, al contrario, accogliere a braccia aperte chi si è improvvisamente “convertito”. Con la richiesta, semmai, di non saltar giù al primo stop.
Clima avvelenato
—Vale per i tifosi, ma non solo. Se a Firenze il clima è troppo frequentemente avvelenato infatti, è anche per chi gestisce la società non ha mai fatto niente per unire. Al contrario. Ha parlato di “minoranze”, per esempio, ha chiesto se chi chiedeva altri acquisti volesse “metterci lui i soldi”, e ha troppo spesso assegnato “patenti del tifosi” in base a sostegno e/o critiche. Che senso ha? Soprattutto, a chi giova? E non parliamo qua dei rapporti con la stampa, anche se chi conosce il calcio sa quanto (in particolare per una realtà tutto sommato piccola se paragonata alle squadre di città come Milano, Roma, Torino) sia importante stabilire una dialettica sana, all'insegna del rispetto reciproco. Anche questo, e pazienza se a qualcuno può sembrare una sciocchezza, aiuterebbe la squadra a lavorare in un contesto migliore.
Unità, e serenità
—Unità, e serenità. Sono queste le parole d'ordine da seguire per tentare di raggiungere quegli “orizzonti” (tanto per rifarsi ancora a parole di Italiano) che soltanto qualche settimana fa sembravano assolutamente inimmaginabili. Di certo, la squadra, sta dando l'esempio. E basta vedere come reagisce chi sta in panchina dopo un gol. E' quella, la strada. Perché Firenze, se decide di marciare compatta, può far paura a tutti.
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