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La Fiorentina di Palladino è il nuovo Bologna di Thiago Motta?

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La Fiorentina di Palladino è l'erede del Bologna di Thiago Motta?
Giovanni Zecchi
Giovanni Zecchi Redattore 

Respirando l'aria di Bologna, si percepisce una sensazione di cambiamento.Un po' per il mercato deludente di Sartori e Fenucci, un po' per l'esperienza in Champions League, che sta consumando molte energie ma con scarsi risultati, e anche per il 3 a 0 subito contro la Lazio, che ha riportato la squadra di Vincenzo Italiano nell'anonimato. Sempre a Bologna, se chiedete chi ha preso il loro posto sul trono della "rivelazione dell'anno", vi diranno: la Fiorentina di Raffaele Palladino. È dunque giusto chiedersi: i viola sono davvero gli eredi di quella squadra guidata da Thiago Motta?

Tutti conoscono ormai la storia del Bologna di Thiago Motta. Partito in sordina, con qualche difficoltà, è poi esploso con il passare dei mesi. Trascinato da Ferguson, Orsolini, Zirkzee e Saelemaekers, ha raggiunto un quinto posto con 68 punti, ottenendo la qualificazione alla nuova Champions League. La scorsa stagione, dopo 13 giornate, il Bologna aveva 21 punti in classifica, piazzandosi al quinto posto a pari merito con la Roma. L'attaccante olandese macinava record, il gioco di Motta stava ingranando, e tutto faceva sperare in una stagione indimenticabile. Quest'anno, invece, la Fiorentina di Palladino, dopo 13 giornate, ha accumulato 28 punti, a un solo punto dalla vetta della classifica. Ma non solo: i numeri dei viola sovrastano ampiamente quelli dei rossoblù di quell'anno. Raramente il Bologna di Motta segnava gol a raffica; era invece più noto per la sua solidità difensiva, raggiunta grazie a Beukema e Calafiori. Tuttavia, non ha mai toccato i picchi del muro viola, composto da Comuzzo e Ranieri.


Anche il modo in cui sono state costruite le due squadre presenta differenze sostanziali. Sartori, in quell'anno, optò per nomi poco conosciuti, che si rivelarono veri talenti. Tra questi, l'esplosione di Zirkzee, reduce da un anno deludente in Serie A all'ombra di Arnautovic. Quello che invece hanno messo insieme Pradè e Goretti quest'anno è qualcosa di incredibile: giocatori ben noti, "scartati" (Palladino ci perdonerà) dai loro club, che a Firenze hanno ritrovato una nuova giovinezza. Da Kean a De Gea, passando per Cataldi, questa Fiorentina ha tutte le carte in regola per fare meglio del Bologna di Thiago Motta.

Così, negli anni, non serviranno più paragoni. E chi vorrà ricordare un’impresa calcistica, penserà al gruppo di Raffaele Palladino. E a nient’altro.

 

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