Per il titolo abbiamo tirato in ballo Trilussa, visto che dalle parti dell'Olimpico parlano romanesco, ma il poeta in realtà scriveva dell'Amore, altro che Conference... Come si dice allora in questi casi? "Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco"? No, non scomodiamo il grande Trap, qui di gatto c'è solo il Gatto Sottil che per quanto si vede in campo pare più il gatto di Schrödinger. E poi il felino in questione, metaforicamente, indica qualcosa che si desidera ottenere. E noi dubitiamo che Igli Tare, il ds della Lazio, volesse raggiungere la Fiorentina in Conference League dopo essersi presentato a Rotterdam da capolista del girone F di Europa League. Un altro laziale doc, Simone Inzaghi, direbbe "Spiaze".
esclusive
La Conference è n’altalena de perdenti: se se va pari, c’è già da sta’ contenti
Spiaze anche alla Fiorentina, che comunque con la Lazio ha rapporti ben saldi cementati dalla politica del pallone: il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casiniè sul suo scranno anche e soprattutto grazie alla sinergia tra Joe Barone e Claudio Lotito a Palazzo, e questo basta a far scivolare in secondo piano le scoppole prese in campionato (14-5 complessivo, sei sconfitte e una sola vittoria da quando Commisso è il presidente viola), il passato romanista dei dirigenti Pradè e Burdisso e una certa dichiarazione di Tare invecchiata malissimo.
"La Coppa dei Perdenti"
—Ma non divaghiamo. Cercavamo poc'anzi l'espressione giusta in questi casi. Probabilmente è "non fare i conti senza l'oste". Oppure in qualche scuola elementare insegnavano la regola delle undici P: "Prima pensa, poi parla, perché parola poco pensata può portare pena". Che lasciando da parte l'ascesi per l'allitterazione coltivata fin dalla tenera età, si può declinare in un più semplice omoteleuto: "Tare, c'è da pensare prima di parlare".
Se non avete letto il 15 ottobre oppure ieri sera a quale dichiarazione ci stiamo riferendo, eccola qua: "Nel calcio si inventano competizioni inutili come la Conference League, che chiamo competizione dei perdenti, o l’Europa League, che non hanno alcun valore per introiti che producono". Tare non ha torto marcio, intendiamoci: specie la Conference League sembra messa lì per starci, ha un certo fascino ma come stiamo sperimentando sulla nostra pelle viola pesa tantissimo sulla stagione con trasferte lunghe e avversari molto fisici. Il tutto a fronte di guadagni poco più che trascurabili, per non dire irrisori. A meno che non si arrivi in fondo, come ha fatto la Roma l'anno scorso. Molta dialettica si è consumata tra una sponda e l'altra del Tevere, tra i giallorossi che si fregiavano del titolo di campioni d'Europa dopo aver battuto lo stesso Feyenoord che ieri ha condannato i biancocelesti (scherzi del destino), e questi che per tutta risposta ridevano in faccia ai cugini. Ecco, Tare probabilmente era della stessa idea, vista la considerazione che ha del torneo in cui a partire da febbraio verrà a raggiungere la Fiorentina (ma non da avversaria, almeno non all'inizio: i possibili incroci). E Mourinho, dopo averla evitata, lui sì, la Conference League, battendo in rimonta il Ludogorets, non ha perso l'occasione di infierire: "Per me la Lazio diventa la favorita. Hanno l’allenatore, i giocatori, la squadra per vincere. Magari il problema è che hanno il signor Tare che non vuole perché non gli piace questa competizione”.
Tira lo sboomerang!
—Quello che stupisce, dunque, è il tempismo di un simile apprezzamento - disprezzamento, per meglio dire - a proposito di un torneo che meno di un mese fa era tutt'altro che lontano. Proprio lo stesso giorno in cui la Fiorentina cadeva 0-3 a Istanbul contro il Basaksehir, la Lazio sprofondava 5-1 in Danimarca contro l'irreprensibile Midtjylland. Era il 15 settembre e appena un mese dopo Tare ha lanciato questo boomerang che oggi è tornato in piena faccia a lui e a tutti i laziali. Come quello di Caterina che colpisce Levante ne Il Ciclone. Solo che qui non c'è nessuna finestra da chiudere per nascondersi...
Benvenuti nella Coppa dei Perdenti, amici laziali!
© RIPRODUZIONE RISERVATA