Gli ultimi risultati positivi e l'ottima posizione in classifica stanno spingendo la società viola a puntare forte su un nuovo attaccante centrale da consegnare a Vincenzo Italiano
Lo scrivo brutalmente e sinteticamente: un anno fa la Fiorentina sarebbe stata eliminata dal Bologna. E questa, per me, è l’ennesima dimostrazione di come la Fiorentina sia cresciuta e maturata. Ora è capace di fare più cose, l’esperienza aiuta sempre a capire e ti migliora. Ora sa interpretare i momenti, le partite e le situazioni che si creano all’interno delle partite stesse. E quando una squadra cresce anche l’allenatore può chiedere più cose, può cambiare modulo e tattica. Italiano non s’è convertito all’italianismo, chi lo dice non ha capito, semplicemente ora ha visto negli allenamenti capacità nuove, sa che il lavoro ha fatto crescere tutti e i cambiamenti non sono più esperimenti, tentativi o salti nel buio, ma situazioni gestibili e affidabili. Il 3-4-2-1 molto fluido visto in Coppa Italia è la naturale conseguenza, l’evoluzione se volete. Affrontare il Bologna a viso aperto, sapendo di avere assenze importanti e giocatori sottotono, sarebbe stato un suicidio. Avere invece deciso per la difesa a tre, aver studiato l’avversario con lo scopo di non farlo mettere in moto, il mettere in campo una squadra che gioca più in mezzo al campo e non punta sempre sull’esterno, è stata la scelta vincente.
Tre semifinali in tre anni
—
“Se Kayode avesse fatto quel gol di testa sarebbe venuto giù lo stadio”, ha detto l’allenatore a un suo stretto collaboratore. Ha ragione da vendere. Quell’azione è lo specchio dell’evoluzione, la capacità di andare anche in verticale comunque con manovre organizzate, veloci, da sinistra a destra, figlie del solito calcio. Bellissima azione. Ma anche il Bologna ha fatto la sua figura, due squadre con tanta cultura calcistica insegnata dagli allenatori. La Fiorentina ha vinto ai rigori perché è più matura, più avanti, più consapevole e in certi frangenti conta anche questo. Tre semifinali in tre anni, altri numeri fantastici sul carro di Italiano. Ma a qualcuno non bastano ancora, ho letto che è fortunato, ho visto insufficienze: non replico, avete vinto. Torno invece alla crescita della squadra che induce a ulteriori riflessioni in chiave mercato.
Verso la Supercoppa (ed il mercato)
—
Siamo partiti da un esterno alto e forse un esterno basso, erano questi gli obiettivi, più o meno, prima dell’inizio delle trattative. Ora è evidente che il quarto posto e tutto il resto, gli orizzonti aperti, hanno fatto dire a molti in società: pensa se davanti ci fosse un attaccante che la butta dentro. Già. La società ci sta pensando intensamente. E così, resta Ngonge nel mirino. Si tratta, il Verona non fa sconti. Ma non c’è solo lui. Dall’Inghilterra hanno avvisato la Fiorentina che Traoré è guarito dalla malaria, ma c’è da capire tutto sulla convalescenza, sul recupero atletico. Vedremo. Ci sono altre piste tenute coperte. Il colpo si farà prima della Final Four in Arabia. E anche l’idea di un attaccante centrale prima solo ipotizzata attraverso scambi fra delusi (ricordate Dia-Nzola?) ora offre opportunità nuove. L’esplosione di Yildiz ha fatto diventare Kean la quinta scelta dell’attacco di Allegri e la Juve sta pensando di mandarlo a giocare. Meglio, lui vorrebbe giocare molto di più per non rischiare di perdere gli Europei. La Fiorentina s’è messa in movimento, è il lista d’attesa. L’operazione costa 5-6 milioni per sei mesi fra prestito e stipendio al giocatore. Kean ha dato l’ok per la piazza, le ambizioni e il gioco della Viola. Non c’è solo la Fiorentina, anche il Monza, anche altre.
Cosa deciderà la Juve?
—
Tutto ruota attorno a questo interrogativo. Ma Nzola ora è comunque in forte bilico, qualcuno ha suggerito perfino uno scambio con Petagna del Cagliari che è tutto dire. Viene seguita anche l’evoluzione del rapporto Roma-Belotti, non si sa mai. Nessuno si tirerà indietro. Rocco sa benissimo che la Champions può diventare realtà, è dura, ma la Fiorentina è in corsa. Un investimento oggi potrebbe diventare un grande affare domani. L’unica cosa difficile è trovare la soluzione giusta nel mercato scarso e maledetto di gennaio. Per l’esterno basso Faraoni per sei mesi è fattibile, ma con il Verona si lavora sul pacchetto con Ngonge. Questo lo scenario. Credo sia una questione di ore per una fumata bianca e anche se vi confermo l’anticipazione (Nico e Sottil stanno recuperando più in fretta del previsto), è evidente che un esterno sia come una manna da far arrivare subito, prima della Final Four del 18. Così spera Italiano, ovvio. Lui in Arabia ci va con l’obiettivo di portare a casa non solo la gloria e i soldi, ma la Supercoppa. Il modulo è cambiato, la mentalità no.