Perché la pietra non si sgrezza?
—Le spiegazioni del suo mancato miglioramento non sono facili da dare. Lo scorso anno ha avuto degli acciacchi fisici, ma nulla che potesse modificare drasticamente il suo rendimento. E nemmeno un brutto rapporto con il tecnico, anzi. Milenkovic nel giorno del suo rinnovo parlava così di Italiano: "Volevo capire il progetto e le ambizioni della società ed anche l'arrivo di Italiano è stato determinante per me." E allora che succede, ci affidiamo alle parole di Delio Rossi a Radio Rai: " Ha qualità, ma non tiene alta la soglia dell'attenzione". Ed è proprio questo il punto, il gioco di Italiano è sicuramente stimolante per un difensore aggressivo come lui. Ma espone anche a rischi i propri giocatori, i duelli e le letture sono determinanti. E un calo dell'attenzione può portare ad errori, a differenza di stili di gioco più conservativi come quello di Iachini, dove la maggior prudenza induce a meno errori, ma anche a un calcio più prevedibile.
Gli errori fatali e le risalite
—Quello infatti che finisce sotto gli occhi di tutti spesso per Milenkovic sono gli errori. Perché le sue partite, come quella di Roma, sono quasi sempre ottime. Fatte di chiusure, recuperi alti, e aggressività. Ma poi marchiate da disattenzioni che costano punti. Quella contro la Lazio, o quella su Caputo contro l'Empoli sono due esempi. Ma non solo, anche gli errori in finale di Coppa Italia contro l'Inter o altre ingenuità. Pareggiate però da serate in cui sembra poter giocare nell'Atletico del Cholo Simeone per l'intensità che ci mette, come a Basilea, nella semifinale di ritorno in Conference dello scorso anno. Un'altalena che per un leader difensivo e del gruppo spesso condiziona, in positivo e in negativo, l'andamento della retroguardia. Milenkovic resta un patrimonio della Fiorentina, le qualità ci sono tutte. Ma il serbo, se vuole fare il salto di qualità deve alzare l'asticella della concentrazione. Domenica arriva la Juve, proprio l'avversaria che fece innamorare il pubblico viola di lui. Nel 2018 il testa a testa con Higuain lo lanciò nel cuore del Franchi. E allora Nikola, riprenditi la Fiorentina, in tutto e per tutto
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