Non sono assolutamente meravigliato, non è stata la prima e non sarà sicuramente l’ultima volta che attorno alla Fiorentina si scatenano polemiche esagerate e inutili. L’ultimo mese ha rasentato il nichilismo, altro che Guelfi e Ghibellini. Continuo a non capire perché c’è sempre la voglia di farsi del mare, di buttare via tutto, di distruggere, ma forse è un problema mio.
L'editoriale del giovedì
Italiano, Jovic e Torreira: tre casi. Sull’allenatore troppo veleno
Gli alti e bassi sono una caratteristica della vita e il calcio non è da meno. I momenti di difficoltà arrivano quando meno te li aspetti e per uscirne servono analisi serie per salvare quel che c’è di buono, ma anche valutare gli errori e le situazioni negative, il tutto con la mente fredda, la capacità di intervenire nei modi e tempi giusti per correggere e ripartire.
L'inizio stentato
E’ evidente che la Fiorentina abbia iniziato la stagione ben al di sotto delle attese, su questo siamo tutti d’accordo. In alcune partite (Istanbul su tutte) s’è fatto perfino fatica a capire cosa stesse succedendo, ma anche ad accettare quello che è successo, quello che s’è visto. Problema mentale? Problema fisico? Mancata abitudine al doppio impegno campionato-coppa da parte di tutti, allenatore compreso? Infortuni? Attaccanti in crisi? O modulo di gioco? Sono tanti i problemi e gli interrogativi che giustamente hanno stimolato le analisi e i dibattiti. Di calcio si discute e quando si fa con la giusta dose di serenità e distacco, è una delle discussioni più gradevoli e piacevoli per chi ha la passione verso una squadra o verso questo sport. A Firenze tutto questo non basta. E’ diverso. Troppo diverso.
C’è sempre una frangia, fra chi parla di calcio pubblicamente, che tende ad analisi soggettive e non oggettive. Giornalisti, opinionisti o roba del genere, dovrebbero essere i primi ad avere una capacità di analisi super partes. Lucida, fredda, essenziale. Con questo non è detto che poi le analisi (comprese le mie) siano quelle giuste, a volte si fanno ipotesi, si cerca una strada per capire. Il diritto di opinione è uno dei cardini della democrazia e non voglio certo io silenziare qualcuno. Con altrettanta serenità posso però dire che in troppi non cercano un’analisi serena, in troppi (i soliti) c’è sempre un pregiudizio di fondo.
Se sono amico di Tizio…allora è diverso. Se Caio mi sta antipatico e non mi ha fatto lavorare non aspetto altro che bastonarlo. Se Sempronio ha comprato un giocatore che non mi piace perché il suo procuratore… lo aspetto al varco. In questo clima o sei perfetto, o la squadra viaggia a gonfie vele, o qualche veleno da tirare fuori c’è sempre. Diciamolo: c’è gente che non aspetta altro. Penso anche per farsi notare sparandole grosse perché il bagaglio professionale è poco.
Critica sì, ma costruttiva
Ripeto per non essere frainteso: la critica sia benvenuta. Criticate. Magari lo facessero anche quelli che seguono la politica… Critica sì, ma costruttiva. No alla critica per distruggere, infangare, condizionare e prevaricare. Nelle ultime settimane ne ho lette e sentite di tutti i colori. Uno dei bersagli preferiti è diventato l’allenatore Italiano che forse ha il torto di non frequentare certi salotti fiorentini, che pensa soltanto a lavorare e farsi gli affari suoi, che non è ruffiano o presenzialista.
Ma è possibile dire che va esonerato perché sbaglia tutti i cambi, non sa allenare, è un talebano, ha sbagliato preparazione, s’è fatto fare il mercato dalla società e amenità del genere? Il tutto dopo sei-sette partite e anche meno, il tutto dopo una stagione strepitosa che ha riportato la Fiorentina in Europa e sotto i riflettori per il bel gioco. A proposito di gioco, questo è un gioco al massacro. L’allenatore sicuramente ha pagato l’inesperienza del doppio impegno, a volte c’è stato un eccesso di turn-over, qualche soluzioni in più era logico aspettarsela e fin qui ci siamo. Di sicuro il primo a essere scontento di questo inizio è lui, ma tutto quello che c’è stato attorno alla sua panchina è di un eccesso e anche di una gravità inaccettabile. E i più duri sono sempre quelli che poi fanno i ruffiani e si professano tifosi della Fiorentina. Italiano è un allenatore che ha le sue idee calcistiche, il suo lavoro negli ultimi cinque-sei anni è stato eccezionale, si merita di essere messo in discussione per tutto quello che fa? Dopo così poche partite? Le analisi vanno fatte, le critiche pure, ma chi va oltre destabilizza.
Un conto è dire “da Italiano ci aspettiamo di più”, “deve capire in fretta dove intervenire”, “forse fa troppo turn-over”, un altro far capire che ha tutta la squadra contro, che non ci capisce più nulla, che prima si caccia e meglio è. Ho sentito anche questo. Lo stesso allenatore che l’anno scorso ha fatto 22 punti in più dell’anno precedente ed è stato elogiato da mostri sacri della panchina come Lippi e Sacchi, tanto per dirne due. Io sto assolutamente dalla sua parte se ha deciso di non parlare nell’ultimo fine settimana. Ma un allenatore può sentirsi dire “perchè non fa marcare a uomo Tizio o Caio?”. Vuol dire non aver capito nulla della filosofia di lavoro di un professionista che ama e predica un altro tipo di calcio. Tanto per dirne una… Oppure si può far finta di niente davanti a chi ti ha infamato senza saper parlare di calcio, ma a prescindere? A volte è difficile riuscirci…
E se le critiche vanno accettate, non è obbligatorio accettarle quando diventano offese alla professionalità, quando sono pretestuose o mirano a destabilizzare. Non date retta a quelli che godono quando le cose vanno male perché volevano un altro mercato, perché non sopportano Commisso, perché sono dentro a certi giri fiorentini di amici dove non c’è la Fiorentina… Il veleno che è circolato nell’ultimo mese va molto oltre i risultati non brillanti. Lo dico perchè ho piacere se la Fiorentina va bene, non certamente perché sono amico di Rocco Commisso che ho incontrato una volta tre anni fa di sfuggita, perché spero di lavorare con lui (alla mia età…) o per piaggeria che non so neppure cosa sia. Italiano la sua risposta l’ha data in campo.
Ha deciso di andare avanti per la sua strada, di tenere in panchina i giocatori che in questo momento gli danno meno affidamento (Jovic e Cabral), intelligentemente ha modificato non il modulo tattico, ma l’interpretazione del modulo, giocando più in verticale e facendo inserire un centrocampista (Barak). Insomma, ha fatto vedere di essere un allenatore nel pieno delle sue qualità e delle sue capacità che per me non sono poche. Avanti così, spero solo sia l’inizio di una ripartenza verso una serenità che consente di lavorare meglio. Non resta che aspettare il recupero degli infortunati e il mercato di gennaio se nei prossimi mesi i due attaccanti in discussione non si sbloccheranno. Fine.
Jovic
Ma come se non bastasse la polemica su Italiano, eccone un’altra su Jovic. Si dice che non abbia voluto entrare per protestare per l’esclusione. Poi si scopre che non s’è allenato neppure con la Serbia perchè davvero non stava bene. E allora? Ma poi, se Jovic s’è rifiutato di entrare sono problemi di Jovic. Italiano sta facendo le sue scelte e un giocatore che non sa cos’è l’umiltà, che fatica a ritrovarsi, è anche giusto mandarlo in panchina. Sapete quanti episodi del genere succedono negli spogliatoi? E poi un conto se protesta Messi, un altro Jovic che aspettiamo ancora di capire se vuole davvero tornare a essere un giocatore determinante.
Nico e Torreira
Vengo a Torreira e al gol di Nico forse dedicato a lui. Ognuno della sua vita fa quel che vuole e l’amicizia è sacra. Ma, anche fra i critici, chi continua a glorificare Torreira, chi lo rimpiange, chi si fa i selfie con lui e robe del genere, non vi sembra eccessivo? Si vuol far passare il messaggio che l’addio a Torreira è stata una minchiata. E’ giusto dirlo a caldo se uno lo pensa, ma reiterare e fare tutto quello che sta succedendo (per me strumentale) e un non senso. Serve solo a dimostrare che in Fiorentina sono incapaci. Su Torreira non s’è impuntato neppure l’allenatore e le motivazioni ci sono, basterebbe conoscerle.
E poi, se Nico dedica il gol al suo amico Torreira, posso dire chissenefrega?
Se davvero è un gesto di sfida o una provocazione non mi interessa, io valuterò Nico Gonzalez dalle prestazioni in campo e da lui mi aspetto molto. Se poi frequenta Torreira ribadisco il chissenefrega. Se entrambi non amano Italiano è poi l’ultima cosa che mi preoccupa: l’importante è che Nico ami la maglia viola e torni presto a giocare novanta minuti al suo livello. Se farà questo (non ho dubbi) anche questo veleno sarà stato sparso a vuoto…
E allora torno agli avvelenatori di pozzi, finti tifosi della Fiorentina (quelli veri possono far tutto). Avete mai pensato che se la Viola fosse accompagnata da maggiore tolleranza, se le critiche fossero circostanziate e non solo sparate nel mucchio, se ci fosse un ambiente meno carico di tensione, anche la squadra potrebbe rendere meglio? Certo, in campo non vanno i critici del nulla, ma la positività aiuta…
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