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Italiano e lo Iachini-bis. Il mercato non lo aiuta, Motta-Sartori l’esempio

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Il divario tra Bologna e Fiorentina mercoledì è sembrato netto. Ma da dove nasce tutto ciò, e Italiano è stato aiutato?
Niccolò Meoni
Niccolò Meoni Redattore 

Mercoledì al Dall'Ara è andato in scena un San Valentino horror per la Fiorentina. Anzi, sembrava più la befana che consegna il carbone a chi si è comportato male che Cupido e le sue frecce. Il Bologna ha sfoderato una prova che ha messo in evidenza la differenza abissale tra le due squadre. Ma se torniamo a due anni fa risulta difficile credere che i felsinei abbiano fatto un salto di qualità enorme. Nel 21/22 erano 16 i punti di differenza tra le due squadre, a favore dei viola di Italiano. Ma l'arrivo di Sartori, e successivamente di Motta ha rivoluzionato il modo di lavorare. Il meccanismo dell'ex ds dell'Atalanta sembra essere degno di quello Fordista, una macchina perfetta.

Il mercato fa la differenza, e lo Iachini-bis

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Quando si è al terzo anno di un ciclo ci si aspetta che la propria formazione sia stata totalmente riammodernata rispetto a quella della vecchia gestione. Ma se guardiamo la squadra titolare della Fiorentina non è così. Italiano infatti schiera in media 6/7 giocatori che erano già presenti nella formazione di Iachini: Terracciano, Milenkovic, Quarta, Biraghi, Duncan, Bonaventura, e Sottil/Kouamè. L'interrogativo è evidente, possibile che in 6 sessioni di mercato non si sia riusciti a far cambiare più di quattro titolari rispetto ad una squadra che arrivava tredicesima in classifica con iachini?


Basta spostarsi nalla città universitaria per eccellenza per osservare il lavoro svolto dal prof Sartori e Di Vaio. La formazione tipo di Thiago Motta conta solo un giocatore della precedente gestione, cioè Orsolini. Per il resto la squadra è stata rivoluzionata, senza spendere cifre astronomiche, 54 milioni di Euro sono bastati per costruire una squadra da quinto posto. Anche se con i possibili riscatti di Kristiansen e Saelemaekers la quota si alzerebbe. Italiano certamente è un allenatore estremo e divisivo, ma la differenza con altri tecnici a cui sono state fornite molte più risorse è lampante. A giugno che sia l'attuale tecnico al timone viola, o un nuovo arrivo, il mercato sarà decisivo. E non necessariamente c'è la necessità di spendere tanto, perchè la gestione Commisso non ha lesinato investimenti. Ma la competenza batte il denaro spesso

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