L'ex attaccante del Napoli vuol tornare in Italia e sa che per farlo deve ridursi pesantemente lo stipendio che percepisce in Canada (11 milioni)
Certe notizie, come certi amori, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Ieri hanno riscoperto la pista che porta a Lorenzo Insigne, scrivendo come nuovo, pari pari, quello che avevo raccontato qui qualche settimana fa, e i due o tre miei lettori lo ricorderanno bene. Anzi, all’epoca quelli che oggi la riscrivono bollarono la mia indiscrezione come assurda. Ecco come è ridotto il giornalismo usa e getta. Pazienza. Ridiamoci su. Ma allora, mi chiedo, come mai l’hanno riciclata ieri? Cosa c’è di nuovo? Niente. La situazione è esattamente quella già descritta: Lorenzo Insigne e la sua famiglia non si trovano granché in Canada e lui vorrebbe tornare a giocare in Italia per provare a riconquistare la Nazionale per gli Europei. L’idea iniziale è stata quella di offrirsi alla Lazio del suo grande maestro Sarri, ma sugli esterni c’è già buona copertura e Lotito ha chiuso le porte. Sondando le possibili soluzioni, analizzando le squadre che giocano un calcio adatto alle caratteristiche di Insigne è uscita anche la Fiorentina. Gli intermediari si sono messi in moto, ma senza trovare entusiasmo viola. Probabilmente qualche telefonata c’è stata, ma nulla più. Insigne, ricorderete, per qualche giorno è rimasto anche in Italia per cercare direttamente una soluzione. Il Toronto non ha gradito, successivamente l’hanno costretto a dire che in Canada sta benissimo, ma non sarebbe proprio così. Fra l’altro pare che con cavilli contrattuali a gennaio potrebbe liberarsi a zero. La Fiorentina non ama, in assoluto, prendere giocatori di una certa età (Insigne compirà 33 anni a giugno), è stata fatta un’eccezione per Ribery all’inizio dell’era Commisso. Insigne guadagna molto in Canada (undici milioni), ma in Italia tornerebbe per meno della metà, diciamo attorno ai quattro milioni. Non è poco comunque. Questi erano gli ostacoli settimane fa e sono gli stessi anche oggi. In più c’è da considerare che Insigne gioca e neanche troppo, in un campionato poco allenante, come sta fisicamente? Una bella domanda. Il quadro era chiaro allora ed è chiaro oggi, con una variante: l’infortunio a Nico Gonzalez. Ecco perché, probabilmente, chi sta lavorando per riportare Insigne nel nostro campionato ora pensa che la Fiorentina possa cambiare opinione rispetto a novembre. Quante possibilità ci sono? A naso poche, forse niente. Però se il nome di Insigne lasciava assolutamente indifferenti, oggi potrebbe diventare un nome da scrivere su un foglietto sulla scrivania. Non si sa mai.
Ma cosa pensa di fare davvero la Fiorentina sul mercato? Ufficialmente niente. L’infortunio di Nico preoccupa, ovvio, ma c’è la speranza che la corsa a prendere il posto dell’infortunato, la situazione di emergenza nel ruolo e le tante critiche, possano stimolare i vari Ikoné, Sottil, Brekalo, ma anche Kouamé ad alzare l’asticella delle loro prestazioni, a diventare più continui. Una speranza. E’ da tempo che si aspetta questa crescita, se gli esterni garantissero almeno 3-4 gol a testa a stagione e le occasioni la Fiorentina le crea, saremmo qui a parlare di un’altra storia. Dopo il Monza ci sarà il Torino, poi il Sassuolo. Alla fine del girone d’andata la Fiorentina valuterà, anche se tutta la dirigenza da tempo è comunque concentrata a valutare le soluzioni offerte dal mercato. Si vuole un esterno che giochi in Italia o che conosca il nostro campionato, l’ipotesi di uno scambio è in piedi, il mercato di gennaio è sempre molto complicato. Qualcosa però bolle, il silenzio e i no potrebbero essere solo strategia. Intanto cancellate ancora più decisamente Berardi, il Sassuolo l’ha tolto dal mercato. Tornando a Insigne, se fosse fisicamente a posto, se ha davvero motivazioni forti, magari sfruttando la sua energia e la voglia di Nazionale, potrebbe solleticare. Ma deve essere Rocco a innamorarsi di un’operazione così, i manager (giustamente) seguono altri percorsi. Però in certi momenti… E questo può essere uno di quei momenti.